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Quest’anno lo Stato ha incassato 37 miliardi di euro di tasse in più

I dati del ministero dell’Economia, aggiornati per il periodo gennaio-settembre, mostrano un aumento delle entrate statali pari al 10,9% rispetto al 2021. Raddoppiano le imposte sui redditi da attività finanziarie, l’Iva porta quasi 18 miliardi di euro in più anche a causa del prezzo del petrolio.
A cura di Luca Pons
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Nei primi nove mesi del 2022, le entrate dello Stato per il gettito fiscale (cioè per le tasse) sono aumentate di 37 miliardi di euro: una crescita del 10.9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, aiutata dall'inflazione ma anche da una serie di altri elementi. Gli introiti totali sono stati di 378,8 miliardi di euro.

Lo comunica il ministero dell'Economia e delle Finanze, che spiega l'aumento con tre fattori: il trend positivo dell'economia nel 2021, l'azione del governo con i decreti del 2020 (in particolare il decreto Rilancio e il decreto Agosto) che avevano prorogato diversi pagamenti per il biennio 2020-21, e infine l'aumento dei prezzi che ha fatto crescere le entrate dello Stato per l'Iva. Nel mese di settembre, invece, le entrate sono scese (-9,3%), ma questo è principalmente perché nel 2021 le scadenze di Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e Iva erano state spostate al 15 settembre per alcune categorie di contribuenti.

Sono cresciute del 9,4% (+17,8 miliardi di euro) da gennaio a settembre 2022 rispetto all'anno scorso le imposte dirette. Sono quelle che servono per tassare la ricchezza in modo diretto, quindi si basano sul patrimonio o sul reddito (è il caso di Irpef per le persone fisiche, Ires per le società e Irap a livello regionale per imprese e professionisti). Per l'Irpef questo aumento è venuto dai dipendenti del settore privato (+1,5 miliardi, il 2,4%) e dai lavoratori autonomi (+711 milioni, ovvero l'8,1%), mentre sono leggermente calate le entrate dai redditi dei dipendenti pubblici (+340 milioni, cioè -0,6%). Salto importante per le autoliquidazioni, i versamenti fatti dai datori di lavoro per il premio infortuni e malattie professionali: sono cresciute di 2,7 miliardi di euro, con un aumento del 27,2%.

L'imposta sui redditi da attività finanziarie è più che raddoppiata nello stesso periodo (aumento di 1,4 miliardi di euro, +103,6%) grazie al buon andamento del mercato del risparmio e degli investimenti. Stessi numeri anche per l'imposta sul valore attivo dei fondi pensioni (1 miliardo di euro in più, +102,4%). L'Ires cresce del 52,5% (+8,9 miliardi di euro) e aumentano anche le ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche (cioè i dividendi che le società riconoscono ai propri azionisti) con un +35,8% pari a +694 milioni.

Le imposte indirette sono invece quelle che colpiscono la ricchezza indirettamente, ad esempio quando viene spesa, come nel caso dell'Iva. Queste sono aumentate del 12,7%, +19,2 miliardi di euro. Ciò è dovuto in gran parte all'aumento delle entrate per l'Iva (+17,8 miliardi di euro o +18%), in particolare sulle importazioni (+58,8% con un aumento di 6,3 miliardi di euro) a causa della crescita del prezzo del petrolio. Tra le imposte indirette, è calata solo l'imposta sulle assicurazioni, che è scesa di 17 milioni di euro (-3,8%).

Sono aumentate, infine, anche le entrate dello Stato legate ai giochi, che includono diverse imposte dirette e indirette. Il gettito in questo ambito è stato più alto di 2,2 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, un aumento del 26,6%. Sono cresciute decisamente anche le entrate che sono derivate da attività di accertamento e controllo, che sono incrementate di 3,2 miliardi di euro (+58,5%), ma il ministero dell'Economia segnala che il confronto con il 2021 non può essere omogeneo, perché lo scorso anno le attività di riscossione erano state sospese fino al 31 agosto.

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