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Quanti soldi in più ci saranno in busta paga nel 2024 con la riforma dell’Irpef e il taglio del cuneo

Chi rientra nella giusta fascia di reddito potrà avere fino a 1.500 euro in più all’anno in busta paga, grazie alla riforma dell’Irpef e alla conferma del taglio del cuneo fiscale per tutto il 2024. Lo ha detto il viceministro all’Economia Maurizio Leo.
A cura di Luca Pons
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Circa 1.500 euro all'anno in più in busta paga. Questo è il vantaggio massimo che si potrà ottenere quest'anno grazie alla riforma dell'Irpef – a tre aliquote invece di quattro – e alla conferma del taglio del cuneo fiscale, cioè le misure previste in manovra. La stima è del viceministro all'Economia, Maurizio Leo, in un'intervista al Quotidiano nazionale. Anche se bisogna ricordare che la maggior parte di questi soldi (circa 1.200 euro) non saranno un vero e proprio aumento rispetto all'anno scorso: sono soldi che non ci sarebbero stati se il governo non avesse prolungato il taglio del cuneo, già in vigore da luglio 2023.

Chi ci guadagna le nuove aliquote Irpef 2024 e quali sono gli scaglioni

Per quanto riguarda la riforma dell'Irpef, la novità più importante sarà il passaggio da quattro a tre aliquote. Nel 2023, gli scaglioni sono stati: il 23% fino a 15mila euro, il 25% da 15mila a 28mila euro, il 35% dal 28mila a 50mila euro e infine il 43% per le somme al di sopra dei 50mila euro. I nuovi scaglioni invece saranno questi: fino a 28mila euro si pagherà il 23%; da 28mila a 50mila euro si pagherà il 35%; sopra i 50mila euro si pagherà il 43%. Come si può notare, l'unica differenza sarà per la fascia tra i 15mila e i 28mila euro, con taglio di 2 punti percentuali. Quindi, chi ha un reddito sotto i 15mila euro non vedrà alcuna differenza.

Sopra i 15mila euro inizierà il risparmio. La cifra più alta sarà di 260 euro all'anno, risparmiati da chi guadagna 28mila euro e oltre. Un guadagno uguale a quello che si registrerà per le pensioni. Il risparmio si fermerà arrivata la soglia di 50mila euro di reddito, però. Il governo Meloni ha deciso che sopra questa cifra ci sarà un taglio delle deduzioni fiscali, pari proprio a 260 euro, che cancellerà del tutto il guadagno sull'Irpef.

Per i prossimi anni, il viceministro Leo ha già chiarito che l'intenzione è di intervenire anche per abbassare le tasse a chi ha redditi sopra i 50mila euro: "Non si può pensare che debba subire una tassazione che supera il 50%, tenendo conto anche delle addizionali regionali e comunali. I contribuenti del ‘ceto medio' hanno gli stessi diritti di tutti gli altri, non possiamo demonizzarli solo perché guadagnano qualche migliaio di euro in più l’anno".

Che effetto ha il taglio del cuneo fiscale in busta paga

Il taglio del cuneo fiscale è già in vigore da luglio 2023, e il governo Meloni ha stanziato circa 10 miliardi di euro nella legge di bilancio per rinnovarlo solo per il 2024. "Agire con prudenza per noi è un fatto di serietà, dobbiamo sempre tenere conto degli equilibri di bilancio", ha spiegato il viceministro.

Concretamente, la differenza sarebbe stata significativa se l'esecutivo non avesse rinnovato il taglio del cuneo. Oggi nella busta paga dei dipendenti che hanno un reddito fino a 25mila euro i contributi previdenziali sono tagliati di 7 punti, mentre fino a 35mila euro di reddito il taglio è di 6 punti. Sono soldi che non vengono versati, e invece restano in busta paga, con lo Stato a compensare la differenza per non diminuire la futura pensione.

L'impatto sarà, in media, di circa 100 euro al mese. Ancora una volta va ricordato che questi 100 euro non saranno un aumento nella busta paga di gennaio rispetto a quello di dicembre: il taglio del cuneo resterà in vigore come prima, e la busta paga per questo non cambierà.

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