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Guerra in Ucraina

Quanti bambini ucraini non accompagnati sono arrivati in Italia e dove vengono ospitati

Durante il question time al Senato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha spiegato che “sono stati inseriti nel nostro sistema di accoglienza 277 minori ucraini non accompagnati”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In Italia sono arrivati circa 67mila profughi dall'Ucraina, ma il flusso sta diminuendo. A spiegarlo è stata questa mattina la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. Il 90% sono donne e bambini, la stragrande maggioranza accompagnati, mentre gli uomini sono meno di cinquemila. Secondo quanto riportato dalla titolare del Viminale, gli arrivi diminuiscono di giorno in giorno, sia in Italia che negli altri Paesi europei. Ma se "dovesse essere toccata anche Odessa, o Leopoli, allora i flussi ricomincerebbero nuovamente in maniera massiccia".

La ministra dell'Interno, poi, ha risposto a delle interrogazioni parlamentari in Senato, durante il question time. In particolare si è concentrata sulle procedure di accoglienza dei profughi, con particolare attenzione sulla questione più delicata: "Sono inseriti nel nostro sistema d'accoglienza 277 minori ucraini non accompagnati – ha spiegato Lamorgese – 192 in famiglie autorizzate dal Tribunale per i minorenni e 82 in strutture sempre autorizzate dal Tribunale".

Lamorgese ha poi posto l'attenzione su alcuni fattori fondamentali: "C'è l'esigenza di ottenere un completo censimento del fenomeno, soprattutto incrementando i controlli alle frontiere per evitare zone d'ombra che favoriscano interessi e traffici criminali – ha spiegato – Tutti i minori che varcano la frontiera vengono identificati ed a loro è stato garantito l'accesso alle attività scolastiche". Su questo punto la ministra dell'Interno ha portato un ulteriore dato: "Sono più di cinquemila i bambini e ragazzi ucraini che hanno già avuto un primo contatto con le istituzioni scolastiche italiane".

Un'attenzione particolare viene riservata anche alla questione sanitaria, per quanto riguarda la pandemia di Covid e non solo: "Nel decreto numero 21 appena varato è stato assicurato lo stanziamento di risorse finanziarie da destinare alle Regioni per le prestazioni sanitarie a cui accederanno i profughi ucraini non appena, con il rilascio della protezione temporanea, verranno iscritti al servizio sanitario nazionale", ha assicurato la ministra.

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