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Quando finirà lo stato di emergenza, e cosa succederà dopo

Il presidente del Consiglio ha azzerato le polemiche di questi giorni sull’eventuale proroga dello stato di emergenza, in scadenza il 31 luglio: “Decideremo quando saremo vicini alla scadenza per un semplice motivo, un’emergenza è un’emergenza, non si può decidere con un mese e mezzo di anticipo”. Dallo stato di emergenza, che parte della maggioranza e dell’opposizione non vogliono prolungare, dipende l’esistenza della struttura commissariale del generale Figliuolo, che gestisce la campagna di vaccinazione, ma anche del Comitato tecnico scientifico.
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A cura di Tommaso Coluzzi
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Il presidente del Consiglio, appena tornato dal suo viaggio in Spagna, ha tenuto prima di cena una conferenza stampa lampo annunciata a sorpresa pochi minuti prima. Meno di un quarto d'ora per mettere in chiaro le cose sulla vaccinazione eterologa e rispondere alle domande dei pochi giornalisti che sono riusciti a raggiungere in tempo la sala polifunzionale di Palazzo Chigi. Draghi ha parlato anche dell'eventuale proroga dello stato di emergenza, che da giorni fa discutere membri del governo e non, con botta e risposta tra gli esponenti dei partiti che compongono la variegata maggioranza che sostiene l'esecutivo, con Fratelli d'Italia che all'opposizione la definisce "un'ipotesi folle".

Cosa ha detto Draghi sulla proroga dello stato di emergenza

Sull'ipotesi di prorogare lo stato di emergenza dovuto alla pandemia di Covid, a oggi in scadenza il 31 luglio, Draghi è stato subito netto: "Decideremo quando saremo vicini alla scadenza", ha chiosato il presidente del Consiglio. Poi ha anche chiarito di non essersi espresso sull'eventuale proroga "per un semplice motivo", ovvero che "un'emergenza è un'emergenza, non si può decidere con un mese e mezzo di anticipo". Così Draghi ha tentato di spegnere tutte le polemiche di questi giorni, tra chi, come Matteo Salvini, ha chiesto a gran voce di non prorogare lo stato di emergenza e chi invece continua a guardare con preoccupazione al futuro, con la campagna di vaccinazione da portare a termine e l'incombenza delle nuove varianti.

A cosa serve lo stato d'emergenza e quando finirà

Lo stato di emergenza, deliberato in Consiglio dei ministri su proposta del presidente con i governatori interessati (visto che spesso si procede a livello locale), può durare massimo due anni. O meglio: può essere dichiarato per massimo 12 mesi e rinnovato per altrettanti. Perciò, in ogni caso, lo stato di emergenza dovrà terminare il 31 gennaio 2022. In questi giorni, infatti, si sta parlando di una proroga fino a fine anno. Con lo stato di emergenza si possono attuare interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge. Di fanno vengono snellite le procedure di approvazione di leggi e decreti, decise le misure sanitarie come l'obbligo di indossare la mascherina, il distanziamento sociale e lo smart working. Il governo può utilizzare i Dpcm, ma dallo stato d'emergenza dipendono anche l'esistenza degli organi creati ad hoc per la gestione della pandemia. Se non fosse rinnovato il primo agosto scomparirebbero il Comitato tecnico scientifico – che con i suoi pareri ha orientato praticamente tutte le decisioni politiche dei governi durante pandemia – e la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo – centrale nell'organizzazione della campagna vaccinale e nella gestione dei vaccini.

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