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Quando e dove verrà somministrata la terza dose di vaccino contro il Covid

La metà degli italiani ancora non ha ricevuto la prima dose di vaccino, ma già si parla della terza. Il secondo richiamo, secondo Figliuolo, verrà gestito direttamente dai medici di famiglia, dalle farmacie e dai punti vaccinali aziendali. Non si sa ancora quanto durano gli anticorpi dopo la somministrazione, ma il generale spiega che l’Italia ha già opzionato abbastanza dosi per “coprire tutta la popolazione” e avere anche una “robusta riserva”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Poco più della metà degli italiani non ha ancora ricevuto la prima, ma già si sta parlando della terza dose di vaccino contro il Covid. Da giorni il generale Figliuolo sta affrontando il tema durante le varie dichiarazioni che rilascia, spiegando che, fondamentalmente, ancora non si sa molto sul secondo richiamo del vaccino, ma che lui e la struttura commissariale stanno comunque preparando l'Italia affinché non ci siano intoppi. Insomma, ormai la campagna di vaccinazione è ben avviata – nonostante il caso AstraZeneca e Johnson&Johnson – il ritmo è stabilmente sulle 500mila dosi somministrate al giorno e il generale può cominciare a guardare avanti, al momento in cui servirà organizzare le terze dosi.

Ieri Figliuolo è stato chiaro: "Non sappiamo quanto durerà questo vaccino, ma ragioniamo come se durasse un anno", ha detto a Radio24. La macchina organizzativa deve partire in anticipo e non può aspettare le risposte della scienza, che su questo tema ancora non ha certezze. Quanto durano gli anticorpi generati dai diversi vaccini lo si capirà solo con il tempo: potremmo andare verso un richiamo per tutti, tutti gli anni, o potremmo non doverci vaccinare più. In ogni caso, però, il generale ha spiegato che "abbiamo già opzionato, di concerto con l'Unione europea, una quantità tale di vaccini per coprire tutta la popolazione con un ulteriore dose ed anche con una robusta riserva". La Commissione Ue ha già fatto capire che non rinnoverà i contratti di fornitura dei vaccini a vettore virale, anche e soprattutto per i ritardi di AstraZeneca che hanno rallentato inizialmente la campagna vaccinale europea. L'intenzione di Bruxelles è puntare tutto su un accordo con Pfizer, chiudendo per un miliardo di dosi.

Il messaggio di Figliuolo è chiaro: i vaccini ci saranno. Il primo obiettivo è evitare quello che è successo all'inizio della campagna vaccinale, ovvero che manchino i vaccini. Per questo gli accordi stretti, insieme alla Commissione europea, con le case farmaceutiche saranno fondamentali. Il generale guarda al futuro, un futuro in cui, come ha annunciato già lunedì in commissione Bilancio alla Camera, spera di svestire prima possibile i panni di commissario straordinario. Certo ora il momento non è ancora vicino, ma ci sarà una nuova fase in cui la struttura che sta gestendo la campagna vaccinale verrà smantellata e la somministrazione dovrà essere organizzata in maniera ordinaria: "Per la futura vaccinazione immagino uno spostamento dagli hub agli ospedali, medici di base, farmacia, punti vaccinali aziendali".

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