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Manovra 2026

Quali bonus edilizi ci saranno nel 2026 e quali no per chi deve fare lavori in casa

Dal 2026 il Superbonus 110% sarà definitivamente archiviato, salvo eccezioni per le aree terremotate: al suo posto arrivano detrazioni più contenute (36% e 50%) per ristrutturazioni, efficienza energetica e miglioramenti antisismici. Confermato solo il bonus mobili, mentre scompare quello per le barriere architettoniche.
A cura di Francesca Moriero
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Il 2026 segnerà un punto di svolta per il settore dell’edilizia residenziale in Italia: con la fine definitiva del Superbonus 110%, il sistema dei bonus casa entrerà in una nuova fase, caratterizzata da incentivi meno generosi ma più stabili.

Il Governo ha scelto infatti di abbandonare la logica delle maxi detrazioni straordinarie, introdotte in risposta alla crisi pandemica, per tornare a un impianto fiscale ordinario. Le nuove aliquote del 36% e 50% saranno applicabili solo in specifici casi e con criteri più restrittivi, premiando in particolare gli interventi sulla prima casa. Alcuni incentivi, come il bonus mobili, resistono, mentre altri, come il bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche, verranno eliminati. Un cambiamento strutturale che avrà impatti significativi su famiglie, imprese e professionisti del settore. Ecco le novità.

Stop definitivo al Superbonus, tranne per le aree terremotate

Il Superbonus, nato nel 2020 con un'aliquota del 110%, verrà definitivamente archiviato alla fine del 2025. Già ridotto negli anni successivi al 90%, poi al 70% e infine al 65%, non sarà più accessibile dal 2026. Eccezioni? Sì, ma limitate: resterà in vigore infatti solo per gli interventi di ricostruzione nei comuni colpiti dai terremoti del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo), a patto che la richiesta sia stata presentata entro il 30 marzo 2024. Per tutti gli altri, invece, dal 1° gennaio 2026 il Superbonus sarà ufficialmente un capitolo chiuso.

Bonus casa, come cambia nel 2026 con la doppia aliquota

La nuova architettura dei bonus casa sarà basata su due aliquote: 36% e 50%, valide per tutto il 2026. L'aliquota del 50% si applicherà solo agli interventi effettuati sull’abitazione principale, mentre per gli altri immobili si tornerà alla detrazione ordinaria del 36%. Dal 2027 è prevista invece un'ulteriore riduzione delle percentuali: 36% per la prima casa e 30% per gli altri immobili, segnando così il definitivo ritorno a un regime ordinario di incentivi edilizi.

L'aliquota più alta, quella del 50%, sarà riconosciuta solo a chi è proprietario (o titolare di altro diritto reale) dell’immobile e vi ha la residenza anagrafica. In altre parole, si tratta di un'agevolazione destinata esclusivamente alla prima casa. Per tutti gli altri casi — seconde case, immobili in affitto o senza residenza anagrafica — si applicherà la detrazione base del 36%.

A quali interventi si applicano le aliquote al 36% e 50%

Le aliquote del 36% e 50% saranno utilizzabili per tre principali tipologie di intervento:

  • Ecobonus: per l’efficientamento energetico, come la sostituzione di infissi, l’installazione di caldaie a condensazione o pompe di calore.
    → Richiede la comunicazione all’ENEA.
  • Bonus ristrutturazioni: copre lavori su muratura, impianti e finiture.
    → Serve solo il classico bonifico parlante con fattura.
  • Sismabonus: per miglioramenti antisismici, anche in caso di acquisto di immobili già ristrutturati in zone a rischio.
    → Valido anche in forma di "sismabonus acquisti".

Ogni bonus manterrà le proprie regole, massimali e adempimenti, nonostante le aliquote possano coincidere.

Dal 2027 nuovi tagli in arrivo

La proroga delle detrazioni al 50% e 36% è limitata al solo 2026. Dal 2027, la manovra prevede un ridimensionamento:

  • Prime case: 36%
  • Seconde case: 30%

Un’ulteriore stretta che porterà i bonus edilizi verso una normalizzazione, abbandonando definitivamente le super agevolazioni degli ultimi anni.

Bonus mobili confermato anche nel 2026

Notizia positiva per chi ristruttura casa: il bonus mobili ed elettrodomestici viene infatti confermato per tutto il 2026. Le condizioni rimangono simili a quelle attuali:

  • Detrazione del 50%
  • Tetto massimo di spesa: 5mila euro
  • È necessario che la ristrutturazione dell’immobile sia iniziata almeno nel 2025

A differenza degli altri bonus, non fa distinzioni tra prima e seconda casa, e si applica anche agli elettrodomestici di classe energetica adeguata.

Fine del bonus barriere architettoniche

Dal 1° gennaio 2026 scompare anche il bonus barriere architettoniche al 75%, introdotto per favorire l’accessibilità di edifici e appartamenti. Non essendo stato rinnovato nel disegno di legge di Bilancio, l’agevolazione scadrà alla fine del 2025.

Attenzione però: alcune spese oggi coperte da questo bonus, come l’installazione di ascensori o servoscala, potranno rientrare nei bonus ristrutturazione (al 50% o 36%), seppure con minori vantaggi fiscali.

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