Prostituzione a Prato, Salvini ‘brucia’ gli arresti dei carabinieri con un tweet. Procura si irrita

"Si erano fronteggiati a Prato con coltelli e pistole per il controllo della prostituzione: dieci cinesi, tra cui sei clandestini, sono stati arrestati. Grazie ai Carabinieri! Nessuna tolleranza per i delinquenti: per loro la pacchia è finita!". È questo il commento del ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha fatto irritare la Procura di Prato, che ruota attorno al mondo della prostituzione cinese. Proprio nella cittadina toscana è atteso nelle prossime ore il leader del Carroccio, in vista del ballottaggio per le elezioni comunali di domenica prossima.
I complimenti del vicepremier leghista non sono stati graditi al procuratore di Prato, Giuseppe Nicolosi, perché il tweet è arrivato mentre l'operazione erano ancora in corso. In tutto, sono dieci i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta su una sparatoria tra bande rivali, per il controllo della prostituzione. Fino ad ora le misure cautelari eseguite sarebbero tre. Lo scontro tra bande risale al 4 luglio 2018, ed è avvenuto nella città toscana, nel parcheggio di via Traversa del Crocifisso. La rissa ha causato il ferimento di tre persone con lesioni da armi da taglio.
In quella circostanza vennero esplosi anche dei colpi di pistola. Il 4 luglio, al termine dello scontro, gli uomini coinvolti nel regolamento di conti si allontanarono a bordo di alcune auto. Poco dopo un quarantenne orientale fu lasciato sanguinante dai connazionali in via Fiorentina e fu soccorso in codice rosso. Altri due cinesi si presentarono più tardi in ospedale con mezzi propri, anche loro feriti da arma da taglio.
Tra le tre persone arrestate nelle ore scorse, quando è scattato il blitz dei carabinieri, c'è Lin Xia, gestore dell'hotel Luxory al Macrolotto uno, il quartiere industriale nella zona Sud di Prato. Secondo l'accusa – l'inchiesta è coordinata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Giampaolo Mocetti – si tratta di uno dei principali organizzatori dei traffici illegali sul territorio pratese.
Già in passato il ministro degli Interni aveva anticipato le operazioni della Procura, annunciando, prima della conclusione delle operazioni, il raggiungimento del risultato. In quel caso l'allora procuratore di Torino Armando Spataro aveva accusato Salvini di aver diffuso in anticipo la notizia di un'operazione contro la mafia nigeriana, che avrebbe potuto compromettere le indagini ancora in corso. Il ministro degli Interni replicò duramente, invitandolo ad andare in pensione. L'intervento del Csm mise fine allo scontro: il Consiglio superiore della magistratura decise di non aprire una pratica a tutela di Armando Spataro. Secondo il Csm in quell'episodio non sarebbe stata lesa l'indipendenza della funzione giudiziaria del procuratore.