Primarie Pd: al via la Convenzione, si sfidano i candidati alla segretaria

Le frasi di Berlusconi che aveva parlato di "omicidio politico" e "colpo di Stato" sono "sgangherate " e il Pd è pronto a votare la sua decadenza da senatore in Aula. Lo ha ribadito oggi il segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani intervenendo alla Convenzione del Pd in corso a Roma. Nella capitale infatti inizia oggi un nuovo importante passaggio congressuale del Partito democratico per eleggere il proprio segretario nazionale e che vedrà la partecipazione dei tre principali candidati: Renzi, Cuperlo e Civati. "Una frase totalmente sgangherata e irricevibile. Mi stupisco che l'abbia potuta pronunciare" ha spiegato Epifani confermano la posizione del Partito democratica sula decadenza di Berlusconi. "Il 27 ci vedrà impegnati al Senato ad approvare, secondo sentenza e secondo leggi, una scelta in favore della decadenza di Berlusconi” ha sottolineato il segretario del Pd, aggiungendo "non abbiamo voluto colpire un avversario politico, è l’ultima cosa che possiamo volere".
Alla convenzione del Pdl è arrivato anche il messaggio del Premier Enrico Letta. 2Spero che le primarie siano una straordinaria prova di partecipazione" ha dichiarato Letta aggiungendo " dovranno essere la risposta a chi grida e basta e fa leva sulle paure dei cittadini perché non ha altri argomenti se non quelli del populismo rabbioso". "L’8 dicembre sarò in fila accanto ai milioni di elettori che, spesso a dispetto dei nostri stessi errori, si mobilitano e partecipano, per scegliere il nuovo segretario con l’orgoglio di far parte di una vera e solida comunità. La nostra comunità democratica" ha concluso Letta.
A parlare saranno però tutti i principali candidati alla segreteria del Partito. Il primo a prendere la parola è stato Pippo Civati che ha dichiarato: "A Renzi e Cuperlo io dico che ora bisogna passare all’azione. Che fatta la legge elettorale, si può tornare al voto. Di là sono spaccati, noi siamo invincibili. E non per votare le persone, ma per fare le cose". "Il mio non è un disagio contro Letta ed il suo governo ma nei confronti delle larghe intese. Ritengo che sia uno schema troppo impegnativo per un partito di alternativa come il nostro" ha proseguito Civati concludendo "In un partito come il nostro l'identità deve avere un sinonimo, la coerenza. Il dire ed il fare per noi devono essere la stessa cosa".
Critiche al governo ma anche a Renzi sono arrivate da Cuperlo che ha avvertito "Il governo adesso non ha più alibi. E deve scuotere l’albero perché i frutti cadano a terra". "Mi chiedo se c’è una sola ragione per cui dovremmo aspettare il 9 di dicembre visto che il tempo è scaduto" ha proseguito il candidato alla segreteria del Pd spiegando "a tutti noi tocca riprendere per i capelli quanti semplicemente non ce la fanno più e stanno precipitando. E sono molti". Cuperlo ha criticato aspramente anche il modello economico di Renzi attaccando "Se tra noi c’è chi pensa che la via dopo vent’anni sia privatizzare le ferrovie e la Rai, prelevare 4 miliardi alle pensioni lorde sopra i 3.500 euro, avere un contratto unico e abolire l’articolo 18, tenersi la riforma Fornero al netto degli esodati, sposare la flessibilità e col Sindaco d’Italia passare da un regime parlamentare a una Repubblica presidenziale, è giusto che lo dica, ma è giusto dire che quel disegno, quella visione, sono radicalmente sbagliati". "Noi non possiamo essere il volto buono della destra" ha concluso Cuperlo.
A concludere il programma degli interventi è stato Matteo Renzi che con un incitamento all'orgoglio di partito ha esordito "Qui c’è un’Italia che non si rassegna alla tecnocrazia e al governo dei burocrati. Noi non ci rassegniamo ad essere dei numeri, dei codici fiscali, ma vogliamo essere protagonisti". Anche il Sindaco di Firenze si è rivolto all'Esecutivo spiegando "Il governo usi la nostra lealtà per poter essere efficaci negli investimenti, altrimenti le larghe intese diventano solo il passatempo per superare il semestre Ue". "Ha ragione Gianni Cuperlo a dire che non siamo il volto buono della destra, ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non ha fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi" ha sottolineato ancora il sindaco di Firenze, esortando poi il partito: Non possiamo farci dettare l’agenda dalla paura. Tocca a noi, ora tocca a noi".