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Primarie PD 2023

Primarie dem, l’eurodeputata Laureti a Fanpage.it: “Schlein è la terapia d’urto che serve al Pd”

Secondo l’europarlamentare dem Camilla Laureti, che sostiene la mozione di Elly Schlein, la sfida per le primarie del Pd è ancora aperta: “Elly è l’unica che può incarnare due grandi questioni che attraversano il nostro Paese e ne compromettono la crescita e lo sviluppo: la questione generazionale e la questione di genere”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si è chiuso ieri il voto nei circoli anche in Lombardia e Lazio, dove è stato possibile votare fino a ieri per via delle elezioni regionali della scorsa settimana. Anche in questo caso è avanti Stefano Bonaccini, il governatore dell'Emilia-Romagna, ma la forbice tra lui e la sua ex vice, la deputata Elly Schlein, è meno ampia rispetto alle previsioni: in Lombardia Bonaccini ha avuto il 45% dei voti, Schlein il 39%; nel Lazio Bonaccini ha ottenuto il 45%, Schlein il 42%. È ormai assodato che la sfida ai gazebo sarà tra loro due, arrivati vincitori in questa prima fase congressuale: gli altri candidati, Cuperlo e De Micheli, si sono piazzati rispettivamente al terzo e quarto posto.

Secondo l'europarlamentare dem Camilla Laureti, che appoggia la mozione di Elly Schlein, la partita è ancora aperta.

Per la sfida dei gazebo di domenica 26 febbraio vede margini di recupero per Elly Schlein, nonostante il vantaggio di Bonaccini?

Sì, il voto degli iscritti serviva a decretare i due candidati che partecipano alle primarie aperte. Adesso ci sarà anche il voto di chi non è iscritto al Partito Democratico, ma che si riconosce nei valori di questo partito e del centrosinistra. Quindi considero la partita assolutamente aperta. Proprio sabato sera c'è stata una bellissima iniziativa di Elly al quartiere Testaccio a Roma. Precedentemente era stata al Quadraro (quartiere nella zona sud-orientale di Roma, ndr). È stata davvero una bellissima piazza, tantissime persone, e sono stati lanciati i messaggi chiave più importanti per quest'ultima settimana di campagna prima del voto del 26 febbraio: difesa dell'ambiente e sostegno alla transizione ecologica, contrasto al lavoro precario, i diritti civili che non devono essere separati dai diritti sociali. Sono tutti temi che servono a far capire cosa vuole fare la sinistra, soprattutto in contrapposizione con un governo di destra.

Quello che ci stiamo ripetendo tutti in queste ore è che la cosa più importante è che ci sia un'ampia partecipazione, a prescindere dalla scelta del candidato. Devo dire che leggere sabato la scritta sul grande manifesto ‘il Pd deve cambiare, cambia l'Italia. Elly Schlein segretaria', con questo sostantivo al femminile, dopo tanti anni finalmente dalla nascita del Partito Democratico, è stata davvero una bella emozione.

È per questo che ha deciso di sostenere la sua mozione?

Penso che la candidatura di Elly Schlein possa essere davvero un cambio di rotta, anche perché incarna due questioni, due grandi temi che attraversano il nostro Paese e ne compromettono la crescita e lo sviluppo: la questione generazionale e la questione di genere. Sono due punti importantissimi, perché spesso diciamo che è importante la meritocrazia e premiare il talento, in questo caso davvero sarebbe un grande passo avanti, una vera e propria terapia d'urto che serve al Pd. Ha ragione Elly quando dice che o si cambia o si muore. Abbiamo visto come è andata prima alle politiche, poi alle regionali in Lombardia e Lazio, dove tra l'altro abbiamo perso dopo un buon governo di dieci anni. Per non parlare del dato allarmante della bassissima affluenza.

Proprio il risultato dell'affluenza non vi preoccupa? Non c'è il rischio che le persone restino a casa anche domenica prossima?

Sicuramente il dato della scarsa partecipazione al voto è quello più preoccupante, ma non solo per noi, anche per gli altri partiti. Il record negativo di affluenza alle regionali, la disaffezione, è un dato che deve allarmate chiunque abbia un ruolo in politica. La politica tutta deve tornare a parlare con le persone e non delle persone, ascoltando i bisogni e risolvendo i problemi dei cittadini. I giovani in questo momento sono i più distanti dai partiti, e invece seguono magari ciò che avviene online, si sentono vicini alle manifestazioni di protesta, dove partecipano e si fanno sentire. Le due questioni di cui parlavo prima, generazionale e di genere, penso possano essere pienamente rappresentate da Elly Schlein, che è giovane e donna. Anche per questo sabato in piazza con Elly c'erano tanti ragazzi: questo legame con i più giovani è un altro degli aspetti che mi fanno preferire questa candidatura. Del resto abbiamo un partito che in pochissimo tempo ha consumato tanti e troppi segretari, abbiamo governato senza vincere le elezioni, sempre con grande senso di responsabilità, ma forse anche con poca nettezza sulla nostra politica e sulla nostra natura. E questa nettezza la ritrovo oggi in questa proposta.

Lei è l'unica europarlamentare ad appoggiare la mozione di Schlein. Come mai?

Non sono l'unica eurodeputata, in realtà al Parlamento Ue tra i sostenitori della mozione c'è anche Pierfrancesco Majorino, ma ovviamente lui è stato impegnato in un'altra battaglia in questo periodo. Il mio appoggio a questa candidatura è legato al bivio di fronte al quale è il Pd: è un momento in cui non possiamo non cambiare, serve anche un po' di sogno e di speranza, oltre a un linguaggio diverso. E Schlein può rappresentare tutto questo, anche grazie alla sua storia politica, durante la quale ha dimostrato di avere molto coraggio, un'altra parola che mi sento di associare a lei.

Chi è scettico nei confronti di Schlein dice però che dietro di lei ci sono i soliti volti noti…Come si può essere certi che questa sarà un davvero una svolta e che da segretaria non si ritroverà a essere ostaggio delle solite correnti?

Soprattutto in queste ore si sentono molto critiche di questo tipo, si cerca di denunciare la presenza dei capicorrente e dei soliti poteri forti dietro a Elly Schlein. In questo caso mi sento di dire che molti di quei poteri forti sono schierati contro di noi, ma vorrei sottolineare anche che chi già c'era e ha scelto Elly Schlein ha visto in lei la garanzia di un cambiamento. Non tollero l'idea secondo cui una donna giovane che si candida a guidare il Pd – il partito che dovrebbe essere quello più progressista – debba per forza essere manovrata da qualcun altro, come se fosse incapace di avere una propria autonomia nelle scelte politiche. Mi sembra la solita visione maschilista. E ancora una volta, anche per questo è importante la vittoria di Elly Schlein, per aiutare a scardinare questi meccanismi, dentro al partito e fuori.

Vede dei punti di contatto tra mozione di Schlein e quelle di De Micheli e Cuperlo? Ieri Bonaccini ha detto di essere "politicamente compatibile" con loro. 

Non so se arriverà un sostegno ufficiale da parte di De Micheli e Cuperlo. Stiamo parlando comunque della stessa famiglia politica, è ovvio che ci siano punti di contatto tra le varie mozioni. L'avversario è fuori. Nei giorni scorsi Bonaccini ha ribadito che se fosse lui il nuovo segretario coinvolgerebbe gli altri tre candidati, e lo stesso ha assicurato Schlein. Naturalmente mi auguro che una parte degli elettori di Cuperlo e De Micheli possa convergere su Schlein.

Se dovesse invece indicare una differenza tra Schlein e Bonaccini, cosa direbbe?

Come dicevo sono convinta che il rinnovamento e la necessaria terapia d'urto di cui parlavo possano essere incarnati solo da Schlein, perché la sua proposta è quella più vicina alle idee di sinistra.

La questione alleanze non è secondaria, visto che alle ultime elezioni il Pd ha perso sia alleandosi con il M5s sia con il Terzo Polo. Cosa bisogna fare per il futuro?

Ora secondo me è importante concentrarci su di noi, sulla nostra identità e sulla nostra storia. Ma è chiaro che soprattutto in elezioni come quelle della scorsa settimana, dove un voto in più fa la differenza, non fare alleanze è miope, ed è fondamentale ragionarci se vogliamo tornare a vincere e amministrare nelle Regioni, nei Comuni e nelle città, soprattutto se davanti a noi c'è una destra che pur divisa politicamente comunque al voto si presenta unita.

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