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Premierato arriva in Aula, le opposizioni sventolano copie della Costituzione in Senato per protesta

Bagarre in Aula in occasione dei primi voti sugli emendamenti presentati al disegno di legge sul premierato: gli esponenti delle opposizioni hanno sventolato una copia della Costituzione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nell'Aula del Senato le opposizioni hanno messo in piedi una protesta contro il premierato, definita dal governo Meloni la "madre di tutte le riforme". In occasione dei primi voti sugli emendamenti presentati al disegno di legge costituzionale, gli esponenti delle minoranze hanno, infatti, sventolato una copia della Costituzione. Si è registrato qualche momento di tensione nell'emiciclo, con il presidente dell'Assemblea di palazzo Madama, Ignazio La Russa, che è intervenuto affermando: "Vi prego di abbassare la Costituzione che è di tutti, non di una parte".

"Mi piacerebbe ascoltare i colleghi della maggioranza nel merito del dibattito, invece di sentire i loro mugugni. Il gruppo del Pd e immagino anche degli altri gruppi di opposizione intendono intervenire su ogni emendamento, però ci deve dare il tempo di iscriverci a parlare. Dobbiamo provare ad andare avanti in un clima non semplice, ma nel rispetto reciproco. Noi abbiamo avuto sempre modalità rispettose di questa aula e della storia di quest'aula, non accettiamo che ci venga fatta la ramanzina perché esponiamo la Costituzione in Aula, ci stiamo opponendo legittimamente al premierato, una legge che giudichiamo sbagliata e pericolosa", ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, subito dopo la protesta.

Cosa è successo nell'Aula del Senato

I senatori del Pd, di Avs e del M5S erano entrati in Aula pronti a brandire i libretti della Costituzione durante il voto del primo emendamento sul premierato. Ma mentre si attendeva che finissero gli ultimi interventi prima della votazione, una commessa è salita fino ai banchi di Fratelli d'Italia e ha consegnato al capogruppo Lucio Malan una busta di plastica con il logo del Senato piena di altri libretti della Costituzione identici a quelli dei parlamentari d'opposizione.

Malan ha così cominciato a distribuirli a tutti i suoi senatori. L'intento era quello di ‘annullare' l'effetto della protesta del centrosinistra davanti a cronisti e fotografi. E così è stato. Al momento del voto, lo sventolio delle Costituzioni è stato bipartisan e il presidente del Senato Ignazio La Russa ha avuto buon gioco a dire: "Tutti innalzano la Costituzione, sia a destra che a sinistra. Questo mi fa piacere. Vuol dire che tutti avete in animo di rispettarla", ha detto nell'Aula di Palazzo Madama il presidente del Senato. Ma mentre tutti continuavano a mostrare i libretti rossi con la Carta Costituzionale, La Russa ha messo immediatamente ai voti l'emendamento successivo senza dar tempo alle opposizioni di intervenire in dichiarazioni di voto come previsto dal Regolamento. A questo punto è iniziata la bagarre, con cori di proteste da parte dei banchi del centrosinistra che chiedevano di poter intervenire sulla proposta di modifica all'articolo 1. Tutti i senatori si sono alzati in piedi a gridare. I commessi sono entrati in massa nell'emiciclo per tentare di placare gli animi.

Ma solo quando il capogruppo Dem Francesco Boccia ha ottenuto rassicurazioni da parte di La Russa che la seconda votazione era stata annullata, la situazione si è calmata. Per poco però. Le proteste sono riprese subito dopo l'annuncio di un "canguro" taglia-emendamenti da parte di La Russa, in particolare sugli emendamenti relativi ai senatori a vita: "Ci sono diversi emendamenti che propongono di aumentare i numeri dei senatori a vita, a 6, a 7, a 8, vengono racchiusi in una unica votazione. È la mia decisione", ha detto la seconda carica dello Stato. Una scelta che ha suscitato le proteste dell'opposizione. Si tratta di un escamotage entrato ormai nella prassi parlamentare per bloccare l'ostruzionismo che le opposizioni non si aspettavano però già dal primo giorno di votazioni.

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