Ponte sullo Stretto, Salvini: “Risponderemo a Corte dei Conti, il progetto va avanti”

Di Marco Billeci e Annalisa Cangemi
Dopo la bocciatura di ieri della Corte dei Conti, secondo cui l'iter del progetto sul Ponte sullo Stretto da 14 miliardi è illegittimo, il governo ha detto di essere pronto ad aggirare lo stop, e a forzare le norme andando avanti comunque con la realizzazione dell'infrastruttura.
Una delle possibili soluzioni emerse nelle scorse ore, è la possibilità di superare i rilievi, attestando con una deliberazione del Consiglio dei ministri la necessità di proseguire con l'iter anche senza l'avallo dei magistrati contabili, in presenza di interessi pubblici di rilevanza superiore. Salvini insomma vorrebbe ripresentare in Cdm la delibera Cipess che ha approvato il progetto definitivo, e chiedere alla Corte dei Conti di mettere un visto di legittimità anche in assenza di un parere favorevole, così da pubblicarla subito in Gazzetta ufficiale.
Nel caso in cui il Cdm dovesse confermare la necessità dell'atto, aveva spiegato la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano, la Corte dei Conti dovrebbe comunque ordinare la registrazione dell'atto, apponendo un visto di legittimità con riserva. "Un atto registrato con riserva acquisisce piena efficacia legale, cioè può essere eseguito normalmente , ma rimane comunque una possibile responsabilità politica per il governo, cosa che francamente non ci spaventa", aveva detto Siracusano. Si tratta in effetti di una procedura prevista dalla legge, anche se non è stata mai adottata per atti di questo tipo, per un'opera che peserebbe sulle casse dello Stato per quasi 14 miliardi di euro.
Ma i lavori per il momento non partiranno, e il governo ha deciso di prendere tempo, ufficialmente in attesa delle motivazioni con cui la Corte dei Conti ha bocciato la delibera Cipess di agosto. Dopo una riunione a Palazzo Chigi questa mattina, alla presenza della premier Giorgia Meloni, del vicepremier Salvini e del vicepremier Tajani, insieme ai sottosegretari Mantovano e Fazzolari, l'esecutivo ha deciso di non andare avanti e di "replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento", pur rimanendo "fermo l'obiettivo, pienamente condiviso dall'intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell'opera".
Se fossero andati avanti comunque, il deputato e leader di Avs Angelo Bonelli aveva giù annunciato un ricorso alla Corte di giustizia europea. Il vicempremier e ministro dei Trasporti Salvini, che ieri aveva assicurato che il governo non si sarebbe fatto "intimidire" dalla delibera negativa dei magistrati contabili, oggi, dopo la riunione a Palazzo Chigi, ha dovuto fare un parziale passo indietro: "Sono assolutamente tranquillo, determinato. Abbiamo calendarizzato i prossimi passi, al primo Consiglio dei ministri a giorni informerò i colleghi su come intendiamo andare avanti, mettiamo in sicurezza i fondi necessari all'opera che siamo determinati a portare avanti. Attendiamo con estrema tranquillità i rilievi della Corte dei Conti a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto, perché abbiamo rispettato tutte le normative. È un'opera che l'Italia e il mondo attende, mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri già a novembre, se dovremo tornare in Cdm ai primi di dicembre rimandando in Corte dei Conti tutte le nostre motivazioni per proseguire con l'opera lo faremo. A quel punto vuol dire che arriverà un passaggio definitivo delle Sezioni riunite della Corte dei Conti a inizio gennaio. Il che vuol dire che anziché partire con i lavori a novembre, partiremo a febbraio. È un secolo che se ne parla, per me il tempo è denaro, ma siccome voglio rispettare tutte le prescrizioni e le riflessioni…. In questi momenti mi stanno arrivando messaggi di incoraggiamento ad andare avanti".
"È un'opera che comporterà meno tempo perso, attraversare lo Stretto comporterà invece di tre ore, 10 minuti, e si inquina di meno. Ci sono decine di migliaia di posti di lavoro per giovani italiani, ingegneri, tecnici, manovali, geometri artigiani in ballo. Senza nessuno scontro tra poteri dello Stato daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste".
"È stata una scelta politica? Aspettiamo le motivazioni, perché se durante l'udienza di ieri, al di là del giudizio di legittimità, qualcuno ha eccepito ‘il ponte serve' o ‘il ponte non serve', ‘perché i pilastri lì?', noi risponderemo sulla legittimità degli atti. Non è un ponte della Lega, è un ponte che unisce la Sicilia alla Calabria e l'Italia all'Europa. Fa perdere meno tempo, crea lavoro, crea ricchezza".
"In legge di Bilancio metteremo in sicurezza tutti i fondi già stanziati", ha aggiunto. "Noi aspettiamo che la Corte di Conti ci dica quali sono i suoi dubbi, siamo convinti di avere gli argomenti per fugare ogni tipo di dubbio e tornare in Consiglio dei ministri. La Corte di Conti esaminerà tutte le nostre riflessioni, che sono convinto porteranno alla partenza dei lavori di un'opera che lascerà la traccia nei prossimi secoli, non nei prossimi anni".
"Non voglio pensare che qualcuno si vendichi contro siciliani e calabresi per una riforma approvata dal Parlamento. Non voglio pensare che sia così", ha sottolineato rispondendo a una domanda di Fanpage.it, sulla possibilità che l'esito dell'esame della Corte dei Conti sia collegato in qualche modo al via libera definitivo alla riforma della giustizia.
"La maggioranza – ha assicurato il leader della Lega – è compatta. Abbiamo appena finito una riunione con Meloni e Tajani, che mi hanno dato mandato di andare avanti sul percorso che vi ho appena illustrato. Ci tengo a dire a siciliani e calabresi, ma anche agli italiani tutti che andiamo avanti con il progetto e siamo convinti che i cantieri partiranno".
"Io informerò il Consiglio dei ministri – ha ribadito Salvini – nella prima riunione utile, penso già settimana prossima, di qual è l'iter nel rispetto dei poteri di tutti e delle richieste di tutti, da Bruxelles alla Corte dei Conti, a chiunque altro. La domanda è il ponte serve sì o no? Noi contiamo di non dover fare nessuna forzatura e di approvare quello che la norma ci permette di approvare".
Ieri Meloni aveva puntato il dito contro i giudici, dicendo che "La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento".