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Ponte sullo Stretto, non solo il tetto agli stipendi, c’è anche la norma salva pensionati per l’ad Ciucci

Non si accennano a placare le polemiche per l’ipotesi di togliere il tetto agli stipendi della Stretto di Messina Spa. Nelle bozze dello stesso decreto dove è stata inserita questa norma, al vaglio del prossimo Consiglio dei Ministri, c’è anche un’altro cavillo, che elimina i limiti di cumulo tra pensione e stipendio. Un colpo di spugna sempre ritagliato su misura per la società incaricata di realizzare il ponte e che potrebbe interessare direttamente l’amministratore delegato Pietro Ciucci.
A cura di Marco Billeci
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Non accenna a placarsi la polemica, sulla cancellazione del tetto agli stipendi, per la società incaricata di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina. Sotto silenzio è passata però un altra deroga, contenuta allo stesso decreto, che sarà al vaglio del Consiglio dei Ministri, lunedì 7 agosto. Si tratta di una norma che sembra disegnata apposta per l'amministratore delegato della società Pietro Ciucci, con lo scopo di renderlo, quel che si dice un ‘pensionato d'oro'.

Negli ultimi giorni, l'attenzione e la discussione della politica si sono concentrate sul primo comma dell'articolo 15 della bozza del decreto omnibus, che il governo dovrà varare nell'ultimo Cdm, prima della pausa estiva. È il cavillo con cui si stabilirebbe che il tetto massimo di 240mila euro per gli stipendi pubblici non si applica alla Stretto di Messina Spa. Si tratta della società costituita nel 1981, con l'obiettivo di realizzare il ponte tra Sicilia e Calabria. E che è stata riportata in vita dal ministro Salvini, per rilanciare il progetto, dopo essere rimasta in liquidazione, per più di 10 anni.

La possibile eliminazione dei limiti agli stipendi della Stretto di Messina Spa è stata duramente contestata dalle opposizioni e ha suscitato perplessità, anche all'interno della maggioranza di governo. Fonti vicine alla società hanno però precisato che il provvedimento non riguarderebbe i top manager, ma i dipendenti, così da potersi dotare di "personale con professionalità ingegneristiche, legali ed economiche, adeguate a gestire la sfida di uno dei più grandi progetti infrastrutturali mai realizzati".

Il comma salva-pensionati

Eppure, nello stesso decreto che potrebbe far saltate il tappo alle retribuzioni, c'è un altra norma, che sembra contraddire questa versione. Il testo fa riferimento a una regola fissata nel 2013, per cui i pensionati della Pa non possono ricevere da amministrazioni ed enti pubblici emolumenti che – sommati ai loro trattamenti pensionistici – eccedano il limite della retribuzione del primo presidente della Corte di Cassazione. Tradotto, per chi viene richiamato dalla quiescenza, il totale cumulato di pensione e stipendio non può essere superiore a 240mila euro lordi.

Il decreto in procinto di essere varato dal governo stabilirebbe, se le bozze saranno confermate, che questo limite non varrà più per le "cariche negli organi sociali delle società controllate da amministrazioni centrali dello Stato, che hanno come scopo unicamente la realizzazione di un progetto di preminente interesse nazionale". Un progetto come il ponte sullo Stretto, per l'appunto.

Ora, si dà il caso che uno dei soggetti che potrebbe usufruire di questa deroga è Pietro Ciucci, il nuovo amministratore delegato della Ponte di Messina Spa. Storico boiardo di Stato, prima dirigente dell'Iri, poi gran capo di Anas, dove, per un certo tempo, ha cumulato le posizioni di direttore generale, amministratore delegato e presidente.

Grazie al ruolo nella società che gestisce le reti stradali, Ciucci aveva ottenuto la carica  di ad nella società Stretto di Messina, già a cavallo degli anni '10, quando l‘ex premier Berlusconi sembrava deciso a realizzare il ponte. Il suo mandato era cessato nel 2012, dopo il naufragio del progetto. Più di dieci anni dopo, il ministro Salvini lo ha richiamato nello stesso ruolo. Con un piccolo dettaglio, in mezzo alla storia, cioè che nel frattempo, nel 2013, Ciucci è andato in pensione.

Già al momento del ritiro, la vita da semplice pensionato doveva essere sembrata stretta al manager, che infatti, anche da pensionato, era rimasto per altri due anni presidente e amministratore delegato di Anas, con annesse polemiche. Ora, dopo essere stato lambito (ma mai indagato), dall'inchiesta sul crollo del ponte Morandi, Ciucci ritorna in grande stile, per provare a mettere in piedi il progetto, su cui Salvini ha puntato tutto il suo mandato, da ministro delle Infrastrutture. Di fronte a un obiettivo del genere, evidentemente, non si può  badare a spese. E allora,  via i tetti a stipendi e cumuli con le pensioni. In attesa del ponte, questa è la prima grande opera.

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