Ponte sullo Stretto, Mattarella boccia la norma voluta da Salvini sui controlli antimafia: cosa cambia

Un'altra novità per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina: il decreto Infrastrutture, che il governo Meloni aveva approvato lunedì in Cdm, è stato emanato dal presidente della Repubblica, ma con una modifica. È saltata una norma che avrebbe ‘accentrato' tutti i controlli antimafia sotto il ministero dell'Interno. Il Quirinale si è opposto, causando – secondo i retroscena – lo scontento dei ministeri competenti, soprattutto quello dei Trasporti (con Matteo Salvini che è il principale promotore dell'opera).
Intanto, il ministero dell'Ambiente ha dato il suo via libera definitivo al progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina. Si attendeva da tempo il parere della commissione per la Valutazione dell'impatto ambientale, ma ora che è arrivato sulla carta mancano pochi passaggi all'apertura dei cantieri. Le promesse di Salvini potrebbero essere mantenute, anche se con almeno un anno di ritardo.
Cosa ha cambiato Mattarella del decreto sul Ponte e perché
Il decreto Infrastrutture aveva avuto il via libera del governo lunedì, e lo stesso Matteo Salvini aveva poi svolto una conferenza stampa insieme al ministro dell'Interno Piantedosi per presentarlo. All'interno ci doveva essere anche una norma che avrebbe portato a un cambiamento dei controlli antimafia.
In particolare, l'intenzione era di fare sì che tutti i controlli – per renderli più rapidi – sarebbero stati assegnati a una struttura che faceva capo a un prefetto (Paolo Canaparo), e quindi al ministero dell'Interno. Una modalità simile in passato è stata usata per alcune grandi opere da effettuare in breve tempo, come per Expo e Olimpiadi, oppure per interventi d'emergenza che richiedevano velocità, ad esempio in caso di terremoti.
Ma qui non si parla di un padiglione temporaneo da costruire, né di un'infrastruttura che deve essere tirata su nel minor tempo possibile per sostenere dei terremotati: si parla di un ponte che, secondo gli annunci, dovrebbe essere terminato nel 2032. Dunque, Sergio Mattarella è intervenuto. E dal testo finale del decreto, che è stato emanato, è sparita la norma sui controlli antimafia.
L'ufficio stampa del Quirinale ha poi fatto alcuni chiarimenti. In particolare, ha sottolineato che la parte sull'antimafia non c'era nella bozza di decreto che il governo aveva inviato al Colle prima del Consiglio dei ministri di lunedì. Quell'articolo sarebbe apparso "poche ore prima della riunione" del governo. E visto che "la legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina", l'intervento contenuto nel decreto non sarebbe stata "affatto più severa". Anche perché, ad esempio, avrebbe consentito di "derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia", deroghe "non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale".
Insomma, una ‘tirata d'orecchi' al governo che ha inserito all'ultimo questa norma. Secondo numerosi retroscena di stampa, l'intervento avrebbe innervosito Salvini e il suo partito. Il ministero dei Trasporti ha parlato di "grande sorpresa e amarezza per la decisione". E questa mattina, in una nota, lo stesso ministero ha detto di "auspicare fortemente" che in Parlamento ci saranno delle modifiche al decreto, "a partire dal rafforzamento dei controlli anti-mafia".
Secondo fonti d'agenzia, la Lega proverà a inserire la stessa norma nel decreto durante l'iter in Parlamento. Sarebbe un'evidente sfida al Quirinale, dopo che il presidente della Repubblica è intervenuto esplicitamente contro il provvedimento.
Il commento di Salvini: "Controlli antimafia saranno rigidi"
"Ovviamente, essendo un'opera così maestosa che coinvolgerà migliaia di imprese, avere rigidi, severi, attenti controlli antimafia per la legalità e la trasparenza, come stiamo facendo sulle Olimpiadi, per me è fondamentale", ha detto Matteo Salvini nella puntata di questa sera di Cinque minuti. Il ministro ha ribadito la promessa che i lavori partiranno entro pochi mesi: "Ci sono gli ultimi passaggi, ma l'obiettivo è aprire i cantieri e cominciare con gli espropri da quest'estate".
Via libera del ministero dell'Ambiente, protestano le opposizioni
Nel ministero dell'Ambiente, la commissione di esperti ambientali aveva chiesto di chiarire meglio l'impatto ambientale di alcuni siti specifici dei lavori. Era toccato alla società Stretto di Messina dare la documentazione necessaria. Ieri, poi, è arrivato il verdetto positivo. Per Matteo Salvini è un "fondamentale passo in avanti", per l'amministratore delegato della società, Pietro Ciucci, un passaggio che "avvicina il progetto del Ponte all'approvazione da parte del Cipess".
All'attacco invece l'opposizione. Per Agostino Santillo, deputato del M5s critico sull'opera, il via libera del ministero si fonda su "basi vaneggianti", perché avrebbe solo "preso atto che all’opera non c'è alternativa". Santillo ha insistito: "Attendiamo con trepidazione di leggere come siano stati sciolti i nodi ingegneristici, geofisici, geologici e ambientali contenuti nelle famigerate 62 prescrizioni". Nei passaggi successivi, però, "Meloni dovrà metterci la faccia", anche se "finora se ne è stata zitta per tenere buono l’alleato Salvini". Ad esempio, dovrà "informarci se davvero l’infrastruttura sarà messa sotto l’ombrello del piano di riarmo Ue. Piano che la Lega avversa".
Secondo Angelo Bonelli, deputato di Avs, "siamo di fronte a un vero e proprio blitz contro il diritto europeo", perché la direttiva Habitat non consente di approvare un progetto solamente perché il governo ha dichiarato che "non ci sono alternative". Bonelli ha fatto sapere che si rivolgerà alla magistratura e alle autorità europee.
Quali sono i prossimi passi per il Ponte sullo Stretto
Ora che il ministero dell'Ambiente, e in particolare la commissione ambientale, ha dato il suo via libera, resta un passaggio: il Cipess. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile mette insieme tutti i ministri che si occupano di questioni economiche, e dovrà dare l'approvazione finale al progetto.
Fare previsioni sui tempi, considerando le svolte che ci sono state in passato, non è semplice. Ma se tutto dovesse filare liscio e senza imprevisti, la riunione del Cipess potrebbe svolgersi entro la prima metà di giugno. Poi servirebbe anche un riscontro da parte dell'Unione europea, a cui il governo ha inviato un'informativa per chiarire gli interventi ambientali.
A quel punto potrebbe avere il via la fase operativa. I "cantieri" promessi a più riprese dal ministro Salvini, che avrebbero dovuto partire già l'estate scorsa, poi entro l'autunno, poi entro la fine dello scorso anno. Di recente il ministro ha nuovamente dato una scadenza, ovvero questa estate. Resta da vedere se stavolta i tempi saranno rispettati.