144 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Pochi laureati, prof anziani, zero investimenti. La scuola in Italia nel 2012

Non fanno sorridere i dati dell’ultimo rapporto Ocse sull’universo dell’istruzione: solo il 9% della spesa pubblica è destinato alla scuola, l’occupazione è in calo tra i nuovi dottori e gli stipendi dei docenti sono più bassi rispetto a quelli dei colleghi europei.
A cura di Biagio Chiariello
144 CONDIVISIONI
rapporto ocse scuola e istruzione 2012

In Italia, la percentuale di laureati resta tra le più basse dell'area che riunisce i paesi più industrializzati. Eppure, per quanto lentamente guardando agli ultimi 30 anni, i nuovi dottori sono in aumento, soprattutto tra le donne. E' questo uno dei dati che emerge dal rapporto Education at a glance, pubblicato oggi dai tecnici dell'Ocse per l'agenzia Dire: il 15% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha un titolo di studio universitario o di livello equivalente, contro una media Ocse del 31% e una media dell'Ue a 21 del 28%. In Francia, la quota è del 28%, in Gran Bretagna del 38% e in Germania del 27%. Non fanno sorridere neanche i numeri relativi all'occupazione tra i laureati. La transizione fra università e lavoro in Italia «desta preoccupazione», spiegano dall’Ocse se si considera che la percentuale dei dottori che hanno un’occupazione è scesa dall’82,2 al 78,3 per cento negli ultimi 10 anni. «Il vantaggio della laurea resta- spiegano i tecnici dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico- ma i tassi di impiego dei laureati sono diminuiti. E in questo l’Italia è in controtendenza rispetto ai paesi Ocse. Il titolo universitario non ha offerto una protezione aggiuntiva ai laureati italiani durante la crisi». Magra consolazione per i nuovo dottori è quella relativa alle retribuzioni: il titolo fa guadagnare di più rispetto ad un "semplice" diploma, ma è lo stesso dato sul reddito a suggerire che i giovani laureati fanno fatica a trovare un lavoro adeguato in Italia:  I lavoratori tra i 25 e i 34 anni provvisti di una laurea guadagnano, infatti, solo il 9% in più dei giovani che si sono fermati al diploma di scuola superiore contro il 37% della media Ocse. Al contrario i loro padri laureati (55-64 anni)  percepiscono il 96% in più rispetto ai coetanei diplomati.

ITALIA FANALINO DI CODA NELLE SPESE PER L'ISTRUZIONE – I numeri dell'Ocse sui laureati sono sicuramente figli della crisi economica, alla luce della quale sono interpretabili pure le percentuali di spesa per l'istruzione che non vanno oltre il 9%  del totale degli investimenti pubblici nel nostro Paese. Ciò fa dell'Italia uno dei fanalini di coda tra i paesi industrializzati per la spesa nella scuola: 31esimo posto su 32 paesi presi in considerazione, contro una media Ocse del 13% (al primo posto ci sono i giapponesi). Se invece andiamo a guardare la spesa annua per studente,ci accorgiamo che è sostanzialmente in linea con la media Ocse (9.055 dollari a fronte di 9.249); tuttavia passando dall'asilo all'università i livelli di spesa cambiano parecchio. La spesa per studente, infatti, è addirittura sopra la media Ocse dall'asilo alle elementari (e anzi è una tra le più alte se riferita ai bambini di tre/quattro anni, 93 e 97% contro rispettivamente 66 e 81%); ma salendo nei gradi di istruzione la spesa si abbassa, rispetto a quanto non avviene negli altri Paesi: all'università è significativamente sotto la media Ocse attestandosi a 9.562 dollari (24esima  contro la media Ocse di 13.179).

PROF ANZIANI E STIPENDI BASSI – Ma l'Italia è anche il Paese dei docenti più anziani. Secondo il rapporto Education at a glance, nel Belpaese il 58% degli insegnanti i di scuola secondaria ha più di 50 anni, e solo il 10% ne ha meno di 40. «È difficile trovare una causa, probabilmente a un certo momento c'è stato un problema nel ricambio – ha spiegato Eric Charbonnier, della direzione educazione dell'Ocse – È però chiaro che è una situazione urgente, su cui bisogna agire, altrimenti causerà problemi per il futuro». Un dato significativo è lo 0,5% dei docenti under 30 in tutti i gradi di scuola, contro una media Ocse che arriva al 14% nella scuola primaria. Percentuali sulle quali avrà riflettuto anche il Ministro Profumo, in riferimento al nuovo concorso per insegnanti il cui obiettivo primario è proprio quello di svecchiare la scuola. Altro dato interessante è quello relativo al numero di studenti per docente: In Italia abbiamo 11,8 studenti in media per docente alla materna, 11,3 alla primaria, 12 alle medie/superiori. Il rapporto di un anno fa dell'Ocse indicava cifre più basse: 11, 10, 10. Sono queste le conseguenze dei tagli sull'organico totale. E non è tutto: secondo il rapporto, gli stipendi dei prof in Italia, sono decisamente più bassi rispetto a quelli degli altri docenti europei. Per gli insegnanti della primaria il rapporto è di 0,52 contro lo 0,82 della media Ocse (24esimo posto su 27 paesi), per la scuola media è di 0,60 contro 0,85 e per le superiori di 0,64 contro 0,90 (23esimo posto).

144 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views