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Perché la proposta della Lega su maternità surrogata non è applicabile, spiegato da Filomena Gallo

La proposta di legge presentata dalla Lega sulla maternità surrogata non potrebbe trovare applicazione nel nostro ordinamento. Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, spiega perché.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Lega ha depositato alla Camera una proposta di legge che stabilisce sanzioni durissime per chi ricorre alla maternità surrogata, cioè la gravidanza portata avanti da una donna per conto di un'altra persona. Il testo prevede un inasprimento delle pene: fino cinque anni di carcere per chi utilizza questa pratica, anche se si reca all'estero, e fino a 2 milioni di multa.

Nel nostro Paese il cosiddetto ‘utero in affitto' è una procedura vietata, ed è punita con la reclusione da tre mesi a due anni, e con la multa da 600.000 a un milione di euro.

La proposta presentata dalla deputata Anna Rita Teseo dice chiaramente che "chiunque, in qualsiasi forma, realizza organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni è punito con la reclusione da tre a cinque anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro". E ancora: "Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 1,2 milioni di euro a due milioni di euro. La surrogazione di maternità è vietata anche se commessa all'estero da cittadino italiano".

Perché la proposta della Lega è una provocazione

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, contattata da Fanpage.it, spiega perché la proposta della Lega non potrebbe trovare applicazione nel nostro ordinamento. Il vulnus principale è rappresentato dal fatto che il testo mira a rendere reato per i cittadini italiani anche il ricorso alla gestazione per altri in Paesi stranieri dove la pratica è già legale e normata. In pratica si vorrebbe l'arresto di tutti i cittadini che rientrano in Italia con figli nati nel pieno rispetto delle leggi in vigore all'estero. "Si tratta della terza proposta di legge, che mira ad introdurre nel nostro Paese una sorta di reato universale", spiega l'avvocata.

"La legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita prevede un divieto di realizzazione di tecniche che riguardano l'utero surrogato. L'articolo 12, comma 6, della legge 40, dice che viene punito colui che ‘organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità'. Questo potrebbe far pensare che il divieto riguardi esclusivamente la commercializzazione. In realtà nel nostro Paese le tecniche di gravidanza per altri non vengono applicate, in base proprio alla legge 40″, sottolinea Gallo.

"Con queste proposte di legge, di Fdi, Lega e Forza Italia, si prevede un aumento della pena, il carcere fino a 5 anni, e fino a due milioni di multe. Ma l'aumento della pena si prevede anche per gli italiani che vanno all'estero, dove la pratica è legale. Al momento, pur essendo la maternità surrogata vietata, se una coppia italiana decide di andare in un Paese dove c'è una legge che garantisce i diritti di tutti e prevede la gravidanza per altri, al rientro avrà un certificato di nascita legalizzato. Con le leggi proposte un italiano al suo ritorno verrebbe punito perché commetterebbe un atto illecito. Senza tenere conto del fatto che in altri Paesi sono in vigore altre norme, che possono prevedere discipline diverse. Ci sono Paesi per esempio dove serve l'autorizzazione del magistrato per utilizzare queste tecniche, oppure, come avviene negli Stato Uniti, sono previsti dei contratti per disciplinare la procedura".

"Inoltre – prosegue Gallo – queste proposte di legge non tengono conto del fatto che la giurisprudenza di merito in Italia esclude la punibilità della maternità surrogata che viene praticata integralmente all'estero. Prevale il principio che afferma il legame di parentela tra il nato e i genitori, che non deve essere privato di quella famiglia che ha affrontato enormi sacrifici per poter procedere con questa tecnica perché ci fossero diritti certi per tutti i soggetti coinvolti". 

Queste proposte insomma non fanno i conti con il diritto internazionale e con i diritti fondamentali che sono riconosciuti a tutti e che non possono essere calpestati.

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La Lega vuole cancellare anche la fecondazione eterologa

Ma c'è anche un altro problema. La proposta vorrebbe ostacolare anche una tecnica legale nel nostro Paese dal 2014, la fecondazione eterologa, su cui la Corte costituzionale è intervenuta cancellando il divieto introdotto dalla legge 40/04. L'Italia nel frattempo ha recepito tutte le direttive comunitarie che riguardano la tracciabilità e la sicurezza di cellule, gameti ed embrioni. In tutta Europa vige un principio: gameti ed embrioni non possono essere venduti, ed è previsto solo un rimborso spese per la donazione di gameti.

"In Italia però non è possibile donare gameti, perché nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) non sono identificati tutti i passaggi per la donazione, manca il nomenclatore tariffario. Nel nostro Paese la procedura per donare gameti non è definita a livello amministrativo, per cui non ci sono donatori italiani", ci dice Gallo. Quindi queste tecniche si realizzano importando gameti dall'estero, dove è appunto possibile ricevere un rimborso spese, che non supera i 1000 euro. "Il rimborso è previsto perché chi dona i gameti femminili deve sottoporsi a una preparazione farmacologica, a un prelievo ovocitario, deve rispettare periodi di riposo, non è insomma come donare il sangue", spiega Gallo.

In Italia ci sono ostacoli burocratici quindi, ed è più semplice importare gameti dall'estero. Ma se fosse approvata la proposta di legge della Lega, e in particolare l’articolo 2 del testo, si renderebbe impossibile praticare la fecondazione eterologa.

"Se passasse l'articolo 2 di questa proposta di legge verrebbe identificata una certificazione che non è prevista negli altri Paesi. Quando si importeranno gameti dall'estero questi dovranno avere una dichiarazione del donatore, in cui si dice che la donazione è avvenuta a titolo gratuito. Quindi se all'estero quella dichiarazione non è richiesta è impossibile averla in Italia. Di fatto si cerca anche di bloccare l'importazione di gameti nel nostro Paese. Riprenderà il turismo procreativo all'estero, le coppie torneranno a rivolgersi a centri stranieri". 

La proposta di legge sulla gravidanza per altri solidale

A partire dal 2016 l'Associazione Coscioni ha elaborato, insieme ad esperti e altre associazioni, una proposta di legge sulla gravidanza per altri solidale, che è stata depositata alla Camera dalla deputata Guia Termini (M5s), che è stata assegnata alla commissione Affari sociali, e dovrebbe essere assegnata anche alla commissione Giustizia. Ma fino ad ora non sono iniziate neanche le audizioni.

In cosa consiste? "Non prevede un compenso economico, ma solo il pagamento delle spese naturali di una gravidanza, che sono a carico della coppia. Ci saranno visite mediche, la stessa tecnica di fecondazione assistita, analisi, e queste spese vive verrebbero rimborsate. Si tratta di una proposta di legge che prevede la tutela di tutti i soggetti coinvolti, della donna che non deve avere ovviamente alcuna costrizione, con un consenso libero che verrebbe ribadito in più fasi, fino al trasferimento in utero dell'embrione. Inoltre – aggiunge Filomena Gallo – i gameti non devono essere della gestante, in caso di eterologa, e in caso di omologa saranno gameti della coppia. C'è una tutela massima dei diritti del nato, e viene stabilito che la donna che porterà avanti la gravidanza non potrà ripeterla per più di due volte, perché la salute della donna è importantissima. Lo potrà fare una terza volta se è per la stessa coppia. Si istituirebbe un registro nazionale fecondazione assistita presso l'Istituto superiore di sanità, nel rispetto dell'anonimato ma anche per garantire la tracciabilità di ogni passaggio.

"Abbiamo cercato di creare una base normativa completa, che di certo potrà essere migliorata. Chiediamo che il Parlamento la affronti, la discuta e la porti in Aula. Ma i lavori sono fermi. Soltanto con una buona legge noi possiamo evitare possibili abusi. Per questo le coppie vanno all'estero, dove ci sono norme chiare, e non procedono nel sottobosco dell'illegalità. Ci deve essere una legge in Italia che disciplini tutta la procedura: chi vorrà saprà che potrà agire in piena trasparenza nel proprio Paese".

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