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Perché inneggiare alla Decima Mas è un problema, cantare Bella Ciao no

Nella Lega si ripetono i casi di rievocazione e di omaggi alla X Mas, il corpo militare che dopo il 1943 si schierò al fianco dei nazisti. Più volte dal Carroccio hanno provato a giustificarsi, richiamando la distinzione tra le imprese compiute dalla Decima prima dell’armistizio e il corpo militare assunto dal fascista Junio Valerio Borghese dopo la resa italiana. Ma è davvero così?
A cura di Giulia Casula
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Nonostante si sia ormai conclusa la campagna elettorale per le europee, dalla Lega proseguono gli omaggi nei confronti della Decima Mas. Ieri, durante una piuttosto tesa discussione sull'autonomia differenziata alla Camera (poi sfociata in rissa), il deputato del Carroccio Domenico Furgiuele dai banchi dell'Aula ha ripetuto il segno della X con le braccia, prima di essere espulso dal presidente Lorenzo Fontana.

In seguito Furgiele si è giustificato, sostenendo che si trattasse di un'allusione a "X Factor" perché in quel momento le opposizioni avevano iniziato a cantare ‘Bella Ciao'. A prendere le sue difese quest'oggi è stato il numero due di Via Bellerio, Andrea Crippa. Il vicesegretario della Lega, commentando il fatto in Transatlantico, ha dichiarato: "Il comunismo ha fatto migliaia di morti. ‘Bella Ciao' richiama il comunismo e quindi, cantare il comunismo in Aula, richiama un periodo tragico, nero, oscuro della storia. Tra la ‘Decima' che è un corpo di incursori della Marina Militare e il comunismo che ha fatto migliaia di morti, io credo che richiamare il comunismo sia un po' peggio che richiamare degli incursori della Marina".

Una posizione, quella di Crippa, che pare largamente condivisa dagli ambienti della Lega. Non è la prima volta, infatti, che esponenti del partito di Matteo Salvini inneggiano al corpo militare noto per essersi schierato al fianco dei nazisti al termine della Seconda guerra mondiale. Primo fra tutti, il generale Roberto Vannacci che proprio qualche settimana fa, in pieno clima da campagna elettorale, aveva invitato i suoi elettori a "mettere una Decima" sulla scheda elettorale con tanto di spot e tricolore sullo sfondo. O ancora, con un video pubblicato sui social, la sottosegretaria leghista Giuseppina Castiello aveva celebrato la decisione del compagno di partito e sindaco di Afragola, Antonio Pannone, di tagliare a forma di X la torta realizzata per la candidata alle europee Angela Russo.

In molti di questi casi, i militanti del Carroccio hanno provato a giustificarsi, richiamando la distinzione tra la Decima Mas formatasi prima dell'armistizio del 1943 e il corpo militare che si ricompattò attorno alla Repubblica di Salò dopo la fine della guerra. Vannacci, infatti, ha più volte dichiarato di esser stato "ispirato ad entrare nei corpi speciali dalle imprese compiute dalla X flottiglia Mas prima dell'armistizio. Il riferimento è alle imprese di Malta e ad Alessandria In Egitto, prima dell'8 settembre". Ma è davvero così? 

Come ha ricordato in passato anche Roberto Saviano, la Xª Mas è stato un corpo "voluto dal fascismo". Costituita nel 1939, in origine l'unità speciale della Regia Marina si chiamava Iª Flottiglia Mas, acronimo di Motobarche Armate Svan (anche se poi la sigla finì per rimandare al Memento Audere Semper di Gabriele D’Annunzio). Nel 1941 venne ridenominata Xª Flottiglia Mas e prese parte alla Seconda guerra mondiale sotto il regime fascista.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre, il comando della Decima fu assunto dal fascista Junio Valerio Borghese che la rese una formazione militare autonoma schierata al fianco della Repubblica Sociale Italiana e del Terzo Reich. In questa fase, i militari della X Mas si macchiarono di numerosi crimini di guerra contro i partigiani, torturandoli e fucilandoli. Tra questi Lazzaro Giovannacci, Secondo Bellini, Giulio De Faveri, Luigi Marsura, Giuseppe Judica e Bruno Giammario, sei partigiani trucidati dopo esser stati frustrati con stracci imbevuti di benzina. Oppure Ferruccio Nazionale, che aveva solo ventidue anni quando venne impiccato in una piazza (che oggi porta il suo nome) a Ivrea e poi umiliato con un cartello al collo, su cui si leggeva: "Aveva tentato con le armi di colpire la Decima". Ecco perché inneggiare alla Decima Mas, specie all'interno di un luogo simbolo dei valori democratici come l'aula del Parlamento, è un problema. Cantare ‘Bella Ciao', no.

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