Perché il governo deve restituire mille euro a ogni lavoratore e pensionato, secondo Maurizio Landini

Restituire mille euro – in media – a tutti i pensionati e i lavoratori dipendenti che negli ultimi due anni hanno pagato molte più tasse del dovuto, a causa del fiscal drag. È la proposta lanciata dal segretario della Cgil, Maurizio Landini, che non per la prima volta ha chiesto che il governo intervenga per limitare gli effetti dannosi dell'inflazione degli scorsi anni.
"Tra il 2022 e il 2024 lavoratori e pensionati hanno versato 24 miliardi di Irpef in più, perché scaglioni e detrazioni non sono stati rivalutati all’inflazione", ha detto Landini a Repubblica: "Per un reddito di 30mila euro significa circa mille euro persi. Quelle somme vanno restituite subito".
Cos'è il fiscal drag e che danni ha fatto agli italiani
Il picco dell'inflazione toccato tra 2022 e 2023 ha dato diversi problemi alle famiglie, specialmente di lavoratori dipendenti e pensionati. In quel periodo, i prezzi sono aumentati e il costo della vita è salito. Gli assegni pensionistici e gli stipendi sono cresciuti a loro volta, in molti casi, e hanno permesso di recuperare (anche se solo in parte) questa perdita. Ma a quel punto è scattato il fiscal drag.
Più è alto il reddito di una persona, più tasse deve pagare. Se lo stipendio sale, crescono anche le imposte. E non importa se questo aumento è dovuto solamente a un tentativo di stare al passo con l'inflazione e non perdere troppo potere d'acquisto. Dato che le regole dell'Irpef non vengono adeguate all'andamento dei prezzi, chi riceve un incremento della pensione o del salario si ritrova a versare più soldi.
Va anche peggio a chi passa da uno scaglione Irpef più basso a uno più alto, ad esempio chi supera la soglia dei 28mila euro di reddito. È la situazione in cui si sono trovati diversi contribuenti, cosa che ha contribuito all'aumento della pressione fiscale – nonostante Giorgia Meloni in passato abbia provato a dare una versione diversa e sbagliata dei fatti.
Queste tasse ‘in più' pagate non perché effettivamente il proprio stipendio reale (cioè in rapporto ai prezzi) è salito, ma solo perché l'inflazione è stata molto alta, costituiscono il cosiddetto fiscal drag. E oggi Landini è tornato a chiedere che il governo intervenga per restituirlo.
Chi è colpito di più dal fiscal drag
Il segretario Cgil ha stimato che si tratti di 24 miliardi di euro versati nei tre anni in cui l'inflazione ha toccato il picco, tra il 2022 e il 2024. E che, in media, questo significhi che chi ha un reddito da 30mila euro avrebbe diritto a vedersi restituiti mille euro. Marcello Degni, economista che ha anni di esperienza nella gestione dei conti pubblici, ha detto a Fanpage.it che si tratta di una stima realistica.
La proposta di Landini peraltro "non è un'innovazione", ha spiegato Degni. In passato il fiscal drag veniva "recuperato", per cui anche se il reddito aumentava per l'inflazione "continuavi in sostanza a pagare la stessa quantità di imposte". Poi però, di fronte alle "difficoltà della finanza pubblica", i governi hanno messo da parte questa pratica. Creando di fatto una "tassa occulta".
L'aumento in questione colpisce soprattutto dipendenti e pensionati. Sia perché sono quelli con i redditi più "in chiaro", con le imposte detratte direttamente dalla busta paga o dal cedolino, sia perché non possono compensare l'inflazione più di tanto. Invece i commercianti e i liberi professionisti, ad esempio, possono tendenzialmente adeguare i prezzi dei propri prodotti o delle proprie prestazioni.
Cosa dovrebbe fare il governo per restituire i soldi
Il punto è: come restituire questi soldi? Landini ha parlato di un "conguaglio fiscale", e ha aggiunto che bisogna creare un "meccanismo automatico di indicizzazione" per adeguare le imposte all'inflazione. "Non bastano ritocchi dell'Irpef", ha detto.
In generale, un meccanismo per recuperare il fiscal drag dovrebbe prevedere un adeguamento annuale. In ogni caso, ha chiarito Degni, si possono trovare "tante forme tecniche". Tutte, però, avrebbero un costo. Non a caso Landini ha invitato a prendere i soldi dalla "lotta all'evasione" e dalla "tassazione progressiva di patrimoni, rendite e profitti". Ma come sempre starà al governo decidere se e come muoversi, e i costi potrebbero ‘scoraggiare' qualunque intervento sul tema.