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Perché il Garante della privacy era da FdI prima della multa a Report, Bocchino: “Abbiamo parlato di libri”

Il giornalista Italo Bocchino ha spiegato perché Agostino Ghiglia, membro del Garante della privacy, si trovasse nella sede di FdI poco prima della multa a Report per il caso Sangiuliano: “È venuto nel mio ufficio. Condivido il pianerottolo con FdI. Abbiamo parlato di libri”. E accusa: “È stato il Pd a sanzionare Ranucci”.
A cura di Giulia Casula
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Continua la polemica su Agostino Ghiglia, membro del Garante della privacy, pizzicato nella sede di Fratelli d'Italia, esattamente il giorno prima della sanzione inflitta a Report per aver diffuso l'audio della conversazione privata tra l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie, Federica Corsini. A spiegare che cosa ci facesse Ghiglia in via della Scrofa quel giorno è Italo Bocchino, che ha raccontato di aver incontrato il membro dell'Autorità nel suo ufficio, che si trova accanto alla sede di FdI.

"È venuto nel mio ufficio, alla Fondazione Alleanza Nazionale che è proprietaria del Secolo d’Italia che dirigo, e che condivide il pianerottolo con la sede di Fratelli d’Italia. Poi sui giornali ho letto che ha incrociato e salutato anche Arianna Meloni, ma non me ne aveva parlato", ha detto al Corriere della Sera, confermando la versione già fornita dallo stesso Ghiglia negli scorsi giorni. Il membro del Garante ha alle spalle un passato da parlamentare, prima nelle file di Alleanza Nazionale, poi con il Popolo della Libertà (entrambi di centrodestra).

La sua presenza in via della Scrofa, nelle stesse ore in cui pare che anche la sorella della premier si trovasse lì, era stata rivelata proprio da Report, che aveva aveva sottolineato la coincidenza temporale tra la sua visita e la multa, ricevuta poco dopo. Il programma condotto da Sigrido Ranucci è stato sanzionato per aver mandato in onda, lo scorso anno, l'audio della telefonata in cui Sangiuliano confessava alla moglie la relazione con Maria Rosaria Boccia. Una conversazione ritenuta privata e che in quanto tale non si sarebbe dovuta diffondere secondo il Garante, che ha condannato Report al pagamento di 150mila euro per violazione della normativa europea sulla privacy.

Bocchino nega di aver discusso della multa con Ghiglia: "Abbiamo parlato della reciproca presentazione dei nostri libri. Nemmeno sapevo che il giorno dopo ci sarebbe stata la discussione all’ufficio del Garante. Non me lo ha detto. E comunque io sarei stata l’ultima persona con cui lui avrebbe potuto parlare di sanzioni a Ranucci", ha dichiarato.

Il giornalista ha detto di essere amico di Ranucci "da anni" ma di non aver condiviso la scelta di trasmettere la telefonata tra Sangiuliano e Corsini: "Per quanto sia un caso complicato e per quanto lui stesso avesse permesso a Boccia di ascoltare e di registrare quella conversazione con sua moglie, io l’audio non l’avrei trasmesso. Non mi sarebbe sembrato opportuno. Certo, l’ammonimento sarebbe stato meglio della sanzione". Ma si oppone all'ipotesi secondo cui la sanzione sarebbe stata suggerita proprio dai vertici di FdI: "Conoscendo Ghiglia escludo che si sia fatto dettare la linea da qualcuno. E conoscendo Arianna Meloni escludo che lo abbia fatto lei: fa di tutto per rimanere dietro le quinte, figurarsi se si andava a immischiare in questa cosa. Non capisco perché non si guarda alla vera notizia".

E anzi, accusa il Partito democratico di essere il responsabile del procedimento contro Report: "È stato il Pd che ha sanzionato Ranucci. Si è votato ciò che era stato già stato messo nero su bianco dagli uffici e depositato il giorno prima. La componente leghista aveva già annunciato che si sarebbe pronunciata a favore della sanzione. E chi ha deciso l’esito è stato Pasquale Stanzione, con il suo voto che, in quanto presidente, vale doppio. Ghiglia è stato ininfluente". Bocchino ricorda che Stanzione "è stato indicato dal Pd durante il governo Conte-bis" dopo "un’affannosa ricerca anagrafica" orientata – a detta sua – a impedire a Ignazio La Russa di diventare presidente.

All'epoca La Russa "aveva deciso di lasciare il Senato e andare a fare il Garante della privacy. E siccome i quattro membri li sceglie il Parlamento, ma di prassi diventa presidente il più anziano, si cominciò a cecare tra giuristi che potessero batterlo per età", dice. Con questo criterio "si scelse Stanzione. E così la sinistra ora si ritrova La Russa presidente del Senato e Ranucci sanzionato".

Accuse a parte, il racconto di Bocchino è in linea con la ricostruzione di Ghiglia che nelle scorse ore aveva parlato di "illazioni e ricostruzioni irrilevanti" rispetto a un eventuale colloquio con Arianna Meloni. "Tutto si è svolto nella massima trasparenza. Ci siamo salutati e scambiati due convenevoli perché era molto impegnata". Nella sede di FdI "mi sono recato per incontrare il direttore de Il Secolo d'Italia Italo Bocchino, in merito a una presentazione a Torino e a Roma dei nostri due nuovi libri", dice. Intanto da Report rinnovano l'invito nei confronti del membro del Garante per un confronto ospite della trasmissione.

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