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Pensioni, Landini frena sui tavoli con il governo: “Sono finti, non hanno risposte”

Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha contestato i vertici tra organizzazioni sindacali e la ministra Calderone sul tema delle pensioni: finora sono stati “finti”, ha detto, anche perché ci sono “pregiudizi nei confronti dei sindacati” da parte del governo.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni "pensa semplicemente a rispondere alla sua maggioranza" e con i sindacati "finora si fanno confronti finti e non c'è vera discussione" in tema di pensioni. Parole dure da parte di Maurizio Landini, segretario della Cgil. Le organizzazioni sindacali sono state convocate solo un paio di volte negli ultimi mesi dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, per parlare di pensioni. L'appuntamento più recente è stato quello di fine giugno. Già allora, Landini non aveva usato mezzi termini: un incontro "totalmente inutile", l'aveva definito, affermando che "hanno ridetto le stesse cose di gennaio" e "di fatto questo significa non voler fare alcuna modifica alla legge Fornero".

Oggi, intervenuto ad Agorà su Rai 3, il segretario Cgil ha fatto il punto sui rapporti con il ministero e in generale con l'esecutivo di Giorgia Meloni. "Noi non ci regoliamo in maniera diversa a seconda di chi c'è al governo", ha sottolineato. "Chi sta avendo preconcetti e pregiudiziali nei confronti dei sindacati è il governo".

Da inizio anno "ci sono stati alcuni incontri, ma finti", ha ribadito Landini. "Se discuto di pensioni e non dici quante risorse metti sul tavolo di cosa stiamo discutendo? Si supera la legge Fornero? Discutiamo di dare una pensione di garanzia ai giovani? Diciamo che con 41 anni di contributi si può andare in pensione? Si introduce la flessibilità in uscita a 62 anni? Si riconosce il lavoro di cura? Non abbiamo avuto nessuna risposta2″, ha lamentato il sindacalista.

Le attenzioni dei rappresentanti dei lavoratori si sono concentrati soprattutto sulla riforma Fornero, che nel 2012 ha alzato l'età pensionabile a 67 anni, insieme a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Da allora numerose riforme sono state approvate di anno in anno per sospendere la legge Fornero – la più recente è la quota 103 del governo Meloni – ma la legge in sé non è stata abrogata. Perciò, ogni anno c'è il ‘rischio' che si ritorni ai criteri stabiliti dalla riforma Fornero, se il governo non interviene con una forma di pensione anticipata.

Per quanto riguarda la riforma Fornero, quindi, "abbiamo chiesto di rivederla, di cambiarla, sono passati sei mesi, abbiamo fatto due incontri e il governo non ha ancora detto cosa succede", ha riassunto Landini. "Se la discussione è cambiare qualche virgola della legge Fornero non ci interessa. Il governo non ci sta dicendo quanti soldi ci vuole mettere. A fine anno si torna alla Fornero in modo secco".

Nella stessa trasmissione, il segretario della Cgil ha anche annunciato che dopo l'estate si terrà un'altra manifestazione di protesta, condivisa presumibilmente con gli altri sindacati confederali: "Il 30 di settembre ci sarà una grande manifestazione che mette al centro la lotta contro la precarietà", ha detto, facendo riferimento anche alle possibili riforme per un salario minimo e per l'estensione dei contratti collettivi nazionali.

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