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Pensioni, la proposta di Tridico: “Fondo integrativo gestito dall’Inps per giovani precari e donne”

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico pensa a un fondo pubblico per integrare le pensioni di giovani precari e donne, i cui assegni rischiano di essere troppo bassi. La Cgil ha già bocciato la proposta: “È un grosso abbaglio. Chi ha un lavoro povero o precario non avrà mai le disponibilità finanziarie per fare versamenti aggiuntivi per un fondo integrativo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, durante la sua audizione in commissione parlamentare sugli Enti gestori previdenziali, ha rilanciato l'idea di un fondo integrativo pubblico, a vantaggio soprattutto di giovani precari e donne. Un'idea che era stata già avanzata la scorsa estate.

"Il fondo integrativo pubblico è qualcosa di cui si sta parlando e sono contento", ha dichiarato Tridico chiarendo che l'Istituto dovrebbe puntare a realizzare un "fondo integrativo pensionistico pubblico e volontario gestito dall'Inps che possa investire risorse nel paese. Credo che il ministero del Lavoro stia pensando a una legge delega e a un confronto con i sindacati", ha aggiunto il presidente dell'Inps.

"Oggi la previdenza complementare – ha sottolineato ancora – raccoglie 167 miliardi, il 75% viene investito all'estero, e molto spesso questi soldi si incontrano con i nostri giovani disoccupati che vanno a lavorare nelle Borse di Londra o Parigi". Secondo il presidente Inps "quello cui si potrebbe pensare è incentivare, attraverso una defiscalizzazione più importante rispetto a quella dei fondi complementari, un Fondo che possa consentire alle donne e ai giovani precari, di avere una pensione integrativa. Il tutto gestito dall'Inps con costi di amministrazione abbattuti perché spesso a erodere i rendimenti sono i costi dalle gestioni dei privati".

Alla Cgil la proposta non è piaciuta: "È un grosso abbaglio – ha detto il segretario confederale Roberto Ghisellipensare che la risposta previdenziale per giovani precari e donne possa essere un fondo previdenziale integrativo pubblico a capitalizzazione. Chi ha un lavoro povero o precario non è nelle condizioni di versare contributi sufficienti per costruirsi una pensione pubblica, figuriamoci se avrà mai le disponibilità finanziarie per fare versamenti aggiuntivi per un fondo integrativo".

"Dare una prospettiva dignitosa a questi lavoratori – ha spiegato il sindacalista – rappresenta una nostra priorità. Lo si può fare rafforzando la previdenza pubblica e valorizzando le posizioni previdenziali così da permettere anche ai giovani e alle donne occupati nelle attività più svantaggiate di avere una pensione dignitosa, quella che noi chiamiamo pensione contributiva di garanzia".

"Anche l'idea di un fondo integrativo pubblico – ha aggiunto Ghiselli – concorrente con i fondi negoziali, la riteniamo sbagliata perché la funzione dell'Inps non è di gestire risorse nel mercato finanziario. I fondi negoziali esistenti, che hanno dato in questi anni ottimi risultati nella gestione delle risorse dei lavoratori, stanno cercando di realizzare maggiori investimenti nell'economia reale italiana, anche in collaborazione con la Cassa depositi e prestiti, in una logica prudenziale e socialmente responsabile".

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