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Pensioni

Pensioni, chi avrà un assegno più alto dal 2026 con la rivalutazione dei contributi Inps

L’Istat ha fatto sapere di quanto sarà rivalutato il montante contributivo di lavoratrici e lavoratori per il 2026: il 4,4%. È tra le quote più alte degli ultimi vent’anni. A beneficiarne sarà chi andrà in pensione dall’anno prossimo: i suoi contributi varranno di più, e quindi l’assegno sarà più alto.
A cura di Luca Pons
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Per chi va in pensione nel 2026, i contributi accumulati finora avranno un valore più alto. È l'effetto del cosiddetto meccanismo di rivalutazione del montante contributivo. Ogni anno, l'Istat stabilisce di quanto devono essere rivalutati i contributi di lavoratrici e lavoratori. Per il 2026 sarà del 4,04%, uno dei dati più alti degli ultimi vent'anni. L'effetto si farà sentire soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, e quindi rientra pienamente nel regime contributivo.

Cos'è il montante contributivo e che effetto avrà sulle pensioni 2026

Si parla di "montante contributivo" per indicare tutti i contributi messi da parte da chi lavora, che sia dipendente o autonomo. Ogni anno, questa somma viene rivalutata, per fare in modo che non perda il suo valore. A differenza di quanto avviene con le pensioni, i contributi non si rivalutano sulla base dell'inflazione: si usa come riferimento la crescita economica del Paese, e in particolare l'andamento del Pil negli ultimi cinque anni.

A effettuare il calcolo, come detto, è l'Istat. La rivalutazione quest'anno vale il 4,04%. Il 4,04% è uno dei tassi più alti registrati negli ultimi vent'anni. Fu maggiore solo nel 2006, con il 4,05%. Da allora, in parte anche per gli effetti degli anni di crisi economica, la rivalutazione è sempre stata più bassa. Negli anni subito dopo la pandemia il calcolo ha pagato l'effetto del crollo del Pil legato al Covid-19: nel 2020 la maggiorazione fu pari a zero, l'anno dopo di appena lo 0,9%. Ora, invece, si fa sentire l'effetto del ‘rimbalzo' del prodotto interno lordo, arrivato già a partire dal 2021.

Per essere ancora più precisi, la cifra comunicata dall'Istituto quest'anno è 0,040445. Perciò, se si vuole conoscere il nuovo importo dei propri contributi, bisogna moltiplicare il totale per 1,040445. Questo significa che chi, per esempio, al 31 dicembre 2024 aveva accumulato 100mila euro di contributi, ora vedrà quella somma salire a circa 104.040 euro. O, usando il coefficiente esatto, a 104.044,50 euro.

Chi ci guadagna di più con la rivalutazione del montante contributivo

La rivalutazione si applica a tutti i contributi accumulati dal 1° gennaio 1996 (quando è entrato in vigore il sistema contributivo) fino al 31 dicembre 2024. Si esclude l'ultimo anno, ovvero i contributi del 2025. L'aumento del 4,04% perciò aiuterà soprattutto coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi, che avranno una pensione completamente contributiva.

La rivalutazione non si applica ai contributi versati prima di quella data perché allora era in vigore il sistema retributivo: l'assegno pensionistico non si calcolava sulla base dei contributi versati, ma delle ultime buste paga ricevute. Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, il calcolo della pensione è misto (in parte retributivo, in parte contributivo). La rivalutazione dei contributi perciò ha un effetto leggermente ridotto, ma comunque positivo.

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