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Manovra 2026

Pensioni anticipate, come cambiano le finestre d’uscita in Manovra: le simulazioni e chi ci perde

La manovra sulle pensioni introduce finestre mobili che cambiano gradualmente l’accesso al pensionamento. La pensione anticipata scatterà con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, mentre resta aperto il dibattito su come queste modifiche influenzeranno i giovani e il ricambio generazionale.
A cura di Francesca Moriero
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La partita sulle pensioni anticipate resta uno dei capitoli più delicati della manovra di Bilancio. Dopo giorni di tensioni politiche, critiche tecniche e timori diffusi di un innalzamento dell'età pensionabile anche di oltre due anni, il governo ha iniziato a correggere il tiro. Il maxiemendamento alla manovra è ancora in fase di assestamento, sommerso da subemendamenti arrivati anche dalla maggioranza; ma un punto fermo è arrivato direttamente dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in Senato ha annunciato una correzione su una delle misure più contestate: il riscatto della laurea breve sarà valido solo per le pratiche future, senza modificare quelle già avviate o concluse. Per quanto riguarda invece la pensione anticipata, questa scatterà con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, mentre resta aperto il dibattito su come queste modifiche influenzeranno i giovani e il ricambio generazionale.

Come cambiano le finestre d'uscita per la pensione anticipata: le simulazioni

Resta invece confermata un'altra misura destinata ad avere un impatto rilevante sulle uscite anticipate e cioè l'allungamento della cosiddetta "finestra mobile", cioè il periodo di attesa tra il momento in cui si maturano i requisiti contributivi e l'effettiva decorrenza dell'assegno pensionistico. Oggi la finestra è di tre mesi; il governo ha deciso di allungarla gradualmente, a partire però dal 2032. Fino al 31 dicembre 2031 non cambierà nulla. Dal 2032 al 2033 l'attesa salirà sostanzialmente a quattro mesi, nel 2034 a cinque e dal 2035 arriverà a sei mesi. L'obiettivo sarebbe quello di ridurre il numero delle pensioni anticipate e contenere la spesa nel lungo periodo.

Aumento dell'età pensionabile, cosa cambia e da quando

A questo intervento si aggiunge una norma già prevista nel testo iniziale della manovra: l'adeguamento dei requisiti contributivi alla speranza di vita. Dal 2027 servirà un mese di contributi in più per andare in pensione anticipata, che diventeranno tre mesi in più nel 2028. In quell'anno il requisito salirà a 43 anni e un mese di contributi per gli uomini (un anno in meno per le donne). Gli adeguamenti continueranno poi con cadenza biennale. Secondo le stime, tenendo conto anche della finestra mobile di sei mesi, nel 2035 per lasciare il lavoro in anticipo potrebbero servire fino a 44 anni e due mesi di contributi.

Risparmi attesi e sostenibilità della riforma

Tra l'allungamento delle finestre e la revisione del riscatto della laurea, il governo stima risparmi crescenti nel tempo, fino ad arrivare a circa 2 miliardi di euro nel 2035. Una cifra che spiega perché l'esecutivo difenda così tanto l'impianto complessivo della riforma, pur correggendo gli aspetti più controversi.

Il confronto parlamentare è ora ovviamente ancora aperto, ma la direzione sembra chiara: meno pensioni anticipate, più gradualità e regole che valgono soprattutto per il futuro. Una scelta che punta alla sostenibilità dei conti, ma che continua a sollevare interrogativi sul ricambio generazionale e sulle prospettive dei lavoratori più giovani.

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