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Manovra 2026

Pensioni 2026, niente Opzione Donna allargata: FdI non trova i soldi per inserirla in Manovra

Ancora una volta è stato respinto l’emendamento alla legge di bilancio 2026 con cui Fratelli d’Italia proponeva di inserire una versione leggermente ampliata di Opzione donna. Ma per rinnovare l’anticipo pensionistico servono dei soldi, e per la seconda volta il partito non ha indicato dove prenderli. Ora si affida al governo per trovarli.
A cura di Luca Pons
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Deve ripartire da capo, Fratelli d'Italia, sulla sua proposta di rinnovare Opzione donna nel 2026 con dei requisiti leggermente allargati. L'emendamento era già stato dichiarato inammissibile una volta, la settimana scorsa, perché non c'erano le coperture. Ovvero, i parlamentari chiedevano di inserire nella manovra 2026 una misura costosa, ma non dicevano dove prendere i soldi.

Oggi il testo – riformulato – è stato nuovamente sottoposto al vaglio della commissione Bilancio del Senato. Il risultato è stato lo stesso. Così ora il partito potrebbe doversi affidare al governo, nella speranza che sia l'esecutivo a recuperare questa proposta e trovare delle coperture alternative.

Cosa chiede FdI sulle pensioni e perché non trova i soldi

La notizia è arrivata nel pomeriggio, quando la presidenza della commissione Bilancio ha fatto sapere quali erano i nuovi emendamenti dichiarati inammissibili. Tra di loro c'era, ancora una volta, la proposta di Fratelli d'Italia su Opzione donna.

Si tratta di un emendamento che non prevede solamente di rinnovare per un anno la misura pensionistica – che il governo Meloni ha deciso di cancellare del tutto dal 2026 – ma anche di allargare leggermente la platea. Si chiede di eliminare le lavoratrici che sono dipendenti di aziende in crisi per includere, al loro posto, le donne disoccupate. Attenzione, non tutte: solo quelle che, nei tre anni prima di perdere il lavoro, hanno lavorato come dipendenti per almeno diciotto mesi, e che hanno già utilizzato tutta la Naspi.

Una categoria con numeri comunque molto ristretti. Sicuramente non un progetto ambizioso come quello delle opposizioni, che propongono di tornare alla ‘vecchia' Opzione donna, per tutte e non per selezionate categorie. Infatti, il costo stimato dell'emendamento di FdI non è particolarmente alto: 90 milioni di euro per un anno.

Il problema è che, quei 90 milioni, il partito non sa proprio dove andarli a prendere. Dopo la prima bocciatura, l'idea che è stata inserita e di toglierli a un altro fondo, previsto sempre dalla manovra 2026, che vale 100 milioni.

Ma non ha funzionato: quel fondo, infatti, è il ‘tesoretto' messo da parte per le modifiche parlamentari, e il rinnovo di Opzione donna da solo se lo prenderebbe quasi tutto. Così è arrivata la seconda bocciatura. Ora c'è tempo fino alle 15 di mercoledì 3 dicembre per riformulare ancora una volta il testo e riprovarci.

Cosa succede a Opzione Donna nel 2026

Più che su una nuova riformulazione, ora Fratelli d'Italia sembra intenzionato a puntare soprattutto sul governo. Tecnicamente, infatti, le proposte vengono dichiarate inammissibili "fatta salva la possibilità" di una nuova riformulazione "su proposta del governo".

Il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, l'ha confermato ai cronisti: è "verosimile" che sia l'esecutivo a intervenire, proponendo delle "coperture alternative". "Quando è questione di oneri è rimediabile", ha commentato Malan.

Va ricordato che, comunque, ci sono altri due emendamenti che riguardano Opzione donna nel 2026. Uno, quello già citato delle opposizioni, difficilmente riuscirà a passare. Un altro è a firma della Lega: il testo prevede il rinnovo per un anno, alle stesse condizioni di oggi, senza allargamenti della platea. Non proprio una prospettiva entusiasmante (Opzione donna alle condizioni attuali coinvolge poche centinaia di lavoratrici all'anno), ma intanto l'emendamento è tra i segnalati del Carroccio e non è stato dichiarato inammissibile. Quindi, i lavori dovrebbero procedere.

Critiche le opposizioni: "Se vogliono, i soldi si trovano"

Le opposizioni non hanno perso l'occasione per criticare Fratelli d'Italia. "È l'ennesima prova che questo governo e questa maggioranza continuano a prendere in giro migliaia di lavoratrici, mostrando un disprezzo inaccettabile per chi ha retto sulle proprie spalle pezzi interi del nostro Paese", ha commentato la senatrice del Pd Ilenia Malavasi. "Quando devono salvare norme improvvisate, quando devono strizzare l'occhio ai furbetti o coprire buchi creati da loro stessi, i soldi si trovano in un secondo. Quando si tratta delle donne, invece, arrivano sempre tagli, silenzi e porte sbarrate".

Dal Movimento 5 stelle ha attaccato Chiara Appendino: "Glielo ripetiamo: basta copiare il nostro" emendamento, ha scritto sui social. "Sono sciatti, ridicoli e giocano con le vite di migliaia di lavoratrici, è inaccettabile".

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