video suggerito
video suggerito
Caso Paragon

Paragon, Scotto (Pd) insiste: “Meloni deve dirci chi ha spiato cittadini italiani, vicenda che apre a scenari catastrofici”

Il deputato Arturo Scotto interroga la Presidente Meloni sugli attacchi informatici condotti tramite il software Paragon, che ha colpito giornalisti, spin doctor e attivisti e chiede misure urgenti per proteggere privacy e sicurezza nazionale.
A cura di Francesca Moriero
79 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto ha presentato un'interrogazione alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sollevando preoccupazioni sui recenti attacchi informatici condotti tramite Graphite, il software  Paragon Solution, utilizzato per spiare giornalisti e attivisti. Il programma, sviluppato dall'ex Primo Ministro israeliano Ehud Barak e oggi sotto il controllo del gruppo statunitense AE Industrial Partners, specializzato in sicurezza nazionale e settori industriali, era concepito per essere venduto esclusivamente a governi di Paesi democratici, utilizzato solo da soggetti governativi e per obiettivi specifici, come il contrasto al terrorismo o alla criminalità organizzata.

Eppure, in Italia, sono moltissimi i telefoni infettati, tra cui quelli del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, del giornalista Ciro Pellegrino, capo area della redazione Napoli e di Francesco Nicodemo, fondatore, insieme a Natale De Gregorio e Noemi Borghese, dell'agenzia di comunicazione Lievito e già responsabile della comunicazione del Partito Democratico durante l'era Renzi. Tra le vittime si contano anche altri giornalisti e attivisti impegnati in temi di diritti civili e informazione, esponenti dell'alta finanza, e cosi via.

Graphite non è un comune malware, ma uno strumento di sorveglianza altamente sofisticato, progettato per colpire gli smartphone senza che la vittima compia alcuna azione. Il software sfrutta la tecnica del cosiddetto attacco zero‑click: basta cioè essere inseriti in un gruppo WhatsApp in cui viene condiviso un file – come un documento PDF – perché l'infezione si attivi automaticamente, senza bisogno di aprirlo o scaricarlo; una volta che questo viene installato, Graphite può raccogliere messaggi, documenti e ogni tipo di contenuto presente sul telefono bersaglio.

"Il governo chiarisca la sua posizione"

Nell'interrogazione, Scotto chiede al Governo di chiarire dunque quale sia la posizione ufficiale sui fatti, se sia a conoscenza del numero effettivo di violazioni nei confronti dei cittadini italiani, chi abbia utilizzato il software Paragon in Italia e quali iniziative, nei limiti delle proprie competenze, intenda intraprendere per salvaguardare la sicurezza dei cittadini e la tutela della sicurezza nazionale: "Serve chiarezza immediata: i cittadini italiani hanno il diritto di sapere chi ha avuto accesso ai loro dati e quali misure saranno adottate per prevenire ulteriori violazioni", ha dichiarato Scotto, sottolineando l'assenza di risposte ufficiali da parte dell'esecutivo.

Al momento, il Governo non ha infatti fornito alcuna spiegazione pubblica né sui casi accertati né sugli utilizzatori italiani del software, lasciando cittadini e istituzioni in attesa di chiarimenti su una vicenda che potrebbe avere ripercussioni significative sulla sicurezza nazionale e sulla privacy: "Una vicenda che potrebbe aprire scenari catastrofici in termini di sottrazione di informazioni sensibili", conclude Scotto.

Il deputato del Pd invita quindi la Presidente Meloni a intervenire con rapidità, evidenziando che solo attraverso trasparenza e azioni concrete sarà possibile garantire la protezione dei cittadini e prevenire nuovi attacchi informatici.

79 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views