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Papa Francesco dice che non bisogna contrapporre l’accoglienza e la natalità

Papa Francesco ha parlato agli Stati Generali della natalità e ha citato anche l’accoglienza: questa non va mai contrapposta alla natalità, perché entrambe le cose indicano “quanta felicità c’è nella società”. In una società infelice, ha detto “ci chiudiamo e percepiamo tutto come una minaccia”.
A cura di Luca Pons
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La natalità e l'accoglienza "non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia". Lo ha detto Papa Francesco, intervenendo agli Stati Generali della natalità a Roma. Il discorso del pontefice ha seguito quello di Giorgia Meloni. Per il Papa, l'accoglienza e la natalità "ci rivelano quanta felicità c'è nella società". Infatti, "una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno". Quando siamo tristi come società, ha aggiunto, "ci difendiamo, ci chiudiamo e percepiamo tutto come una minaccia".

Nel corso del suo intervento, Papa Francesco ha parlato della bisogno di "ridare impulso alla natalità" sottolineando che per farlo bisogna "riparare le forme di esclusione sociale che stanno colpendo i giovani e il loro futuro". Nel farlo non si aiutano solo i giovani, ma "è un servizio per tutti: i figli non sono beni individuali, ma persone che contribuiscono alla crescita di tutti, apportando ricchezza umana e generazionale".

Dunque, ha proseguito il pontefice, "occorrono politiche lungimiranti. Occorre predisporre un terreno fertile per far fiorire una nuova primavera e lasciarci alle spalle questo inverno demografico. E, visto che il terreno è comune, come comuni sono la società e il futuro, è necessario affrontare il problema insieme, senza steccati ideologici e prese di posizione preconcette. Bisogna cambiare mentalità: la famiglia non è parte del problema, ma della sua soluzione. E allora mi chiedo: c'è qualcuno che sa guardare avanti con il coraggio di scommettere sulle famiglie, sui bambini, sui giovani?".

Parlando della situazione in cui vivono oggi i giovani – dove "difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali" – il pontefice ha fatto l'esempio di una donna che si trova a dover accettare "11 ore al giorno per uno stipendio di 600 euro, e se non accetti fai la fame. Questa è la situazione in cui spesso ci si trova oggi". E ad essere più danneggiate, "sono proprio loro, giovani donne spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome".

"Certo, esiste la provvidenza, e milioni di famiglie lo testimoniano con la loro vita e le loro scelte, ma l'eroismo di tanti non può diventare una scusa per tutti", ha aggiunto il Papa, che ha concluso: "Oggi solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo è ingiusto, oltre che umiliante".

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