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Ora anche Fratelli d’Italia vuole vietare il velo islamico: multe fino a 3mila euro per chi lo indossa

FdI ha presentato una proposta di legge per vietare il velo nei luoghi pubblici con multe fino a 3mila euro. Prevista anche una stretta sui finanziamenti per alle moschee, pene più severe per il reato di induzione al matrimonio mediante l’inganno e il carcere per chi rilascia un certificato di verginità (se non per motivi sanitari).
A cura di Giulia Casula
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Ora anche Fratelli d’Italia vuole vietare il velo nei luoghi pubblici e sanzionare le donne che lo indossano con multe fino a 3mila euro. La proposta è stata presentata come una “legge contro il separatismo islamico” e prevede il divieto di velo integrale in luoghi pubblici, uffici, scuole e università, pene più severe per il reato di induzione al matrimonio mediante l'inganno, carcere per chi rilascia un certificato di verginità a meno che non venga fatto per motivi sanitari.

La stretta è stata presentata da Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Filini, coordinatore dell'Ufficio Studi e Sara Kelany, responsabile del Dipartimento Immigrazione che ha spiegato come la norma nasca "dall'esigenza di contrastare due fenomeni: da un lato, la radicalizzazione religiosa e l'odio di matrice religiosa che cresce a causa di contesti non regolati compiutamente dalla legislazione vigente e, dall'altro lato, il fenomeno dei reati cosiddetti di matrice culturale, che trovano terreno fertile in quei contesti".

Per la destra quello del velo islamico è un chiodo fisso. In realtà è una storica "battaglia" della Lega, che non a caso ieri l'ha rivendicata invitando gli alleati ad accelerare l'iter sui due testi già depositati a settembre 2023 e gennaio 2025. La proposta in questione vuole vietare quello integrale in tutti i luoghi pubblici. Quindi anche scuole, negozi, parchi, uffici e università. E punire le donne che lo portano con multe da 300 ai 3mila euro.  Il divieto viene giustificato con ragioni di sicurezza, ovvero la necessità di riconoscere il volto delle persone per poterle indentificare. Ma anche perché secondo Fratelli d'Italia il velo mortificherebbe la dignità delle donne.

La proposta dispone inoltre, maggiori controlli sui finanziamenti alle mosche "al fine di rendere chiara e trasparente la provenienza dei fondi – si legge – e di evitare che gli stessi derivino da persone fisiche o giuridiche con fini contrari all'ordinamento dello stato e che possano in qualche modo turbare l'ordine pubblico". E la loro chiusura temporanea nel caso in cui all’interno si svolga propaganda mirata a compiere atti di discriminazione o violenza.

Previste poi pene più severe contro i matrimoni forzati per "punire chiunque, con violenza o minaccia o facendo leva su precetti religiosi ovvero sfruttando una situazione di vulnerabilità, costringe altri a contrarre matrimonio, anche in un Paese estero, con la reclusione da quattro a dieci anni", recita il testo. Con aggravanti nel caso in cui il reato sia commesso nei confronti di un minore. Vengono puniti con il carcere fino a 5 anni anche la richiesta e il rilascio dei cosiddetti “certificati di verginità” – che diventano un reato – a meno che non siano giustificati da motivi sanitari.

In Italia un divieto di coprire il volto nei luoghi pubblici esiste già

In realtà, come ha osservato l’imam Massimo Abdallah Cozzolino, guida dell’associazione culturale islamica Zayd Ibn Thabit, in Italia una legge per impedire di girare a volto coperto nei luoghi pubblici esiste già. È la n°152 del 1975 e proibisce l’uso di caschi o altri mezzi che rendano difficile riconoscere una persona. "Se la proposta di legge va in questa direzione, non posso che essere d'accordo. Tuttavia, ogni iniziativa di questo tipo deve tenere conto delle diverse sensibilità presenti nella società, e armonizzarsi con i principi fondamentali della nostra Costituzione, tra cui la libertà di culto", ha dichiarato l'imam. "Vietare il velo integrale – che non equivale a vietare il velo in sé – può rientrare in una logica di tutela della sicurezza. Ma una normativa in tal senso esiste già, quindi mi chiedo quale sia l’effettiva utilità di questa proposta, pur ammettendo di non conoscerne i dettagli", ha proseguito."Non sono contrario a misure che tutelino la sicurezza pubblica, ma mi oppongo a qualsiasi iniziativa che rischi di colpire l’identità religiosa di una comunità. In quel caso, si andrebbe contro i principi costituzionali a cui tutti, spesso, si richiamano. La libertà religiosa garantisce a ciascuno il diritto di esprimere la propria fede, le proprie pratiche e simboli, purché nel rispetto delle leggi e dei valori comuni".

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