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Nuovo regolamento Ue sugli imballaggi, come cambia la spesa senza buste di plastica

Con il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi cambierà in parte il modo di fare la spesa: niente più contenitori in plastica per frutta e verdura fresca non trasformata, per le dosi sotto il chilo e mezzo. È ‘salva’, invece, l’insalata in busta. Cambiano le regole anche per il take away. Le novità entreranno in vigore dal 2030.
A cura di Luca Pons
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È arrivato l'accordo tra Consiglio e Parlamento Ue per il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi. Rispetto a quanto si prospettava negli scorsi mesi, c'è qualche passo indietro: ad esempio, l'insalata in busta resterà disponibile nei supermercati anche nei prossimi anni. Bisognerà dire addio, però, ad altri imballaggi di plastica monouso. Tra questi ci sono le mono-porzioni di salse (o panna, zucchero, condimenti) che si usano in bar e ristoranti, o i piccoli flaconi di shampoo e bagnoschiuma offerti negli alberghi. Non si parla comunque di cambiamenti immediati: le nuove regole dovrebbero entrare pienamente in vigore nel 2030, e poi essere verificate dopo tre anni.

Chi fa la spesa, poi, vedrà sparire i contenitori di plastica per la frutta verdura fresca non trasformata (quindi l'insalata già tagliata è esclusa), per le dosi sotto il chilo e mezzo. Vietate le borse di plastica molto leggere, a parte quando servono per motivi igienici o per prendere gli alimenti sfusi. I produttori dovranno cambiare materiale e sceglierne uno meno inquinante, in modo da ridurre il consumo di plastica usa e getta dell'Unione europea: i rifiuti da imballaggio dovrebbero scendere del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, rispetto alle quantità del 2018 .

Un'altra novità concreta riguarderà il cibo d'asporto e il take away. Non saranno vietati gli imballaggi, ma quando il regolamento sarà in vigore, le imprese che fanno asporto dovranno dare ai clienti anche l'opzione di usare i propri contenitori portati da casa, sia per le bevande che per i cibi, e non ci potranno essere costi aggiuntivi.

L'eurodeputata del Partito democratico Patrizia Toia ha riassunto così le novità: "Salvi i cartoni del latte, salvi gli imballaggi monouso in plastica compostabile. Salvi anche quelli in plastica per frutta e verdura sotto al chilo e mezzo, se necessari per evitare perdita di peso, acqua e turgore. Salve le bottiglie di vino e di altre bevande, deperibili e alcoliche". Ci sarà anche la possibilità di evitare i nuovi obblighi, se i materiali utilizzati sono in gran parte riciclati. In più, gli imballaggi che toccano direttamente gli alimenti dovranno avere una quantità ridotta di Pfas, sostanze plastiche che possono causare danni alla salute.

È arrivata una reazione tiepida dai rappresentanti della filiera agroalimentare italiana (da Coldiretti alle cooperative e ai sindacati), che in una nota congiunta ha detto di augurarsi che "ci possano essere ulteriori scelte a difesa delle imprese europee che evitino l’inquinamento e lo spreco alimentare". C'è comunque soddisfazione per aver "evitato incomprensibili ed impraticabili decisioni come l’obbligo di riuso delle bottiglie di vino". Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative Fedagripesc, ha detto che il divieto di confezioni di plastica monouso per frutta e verdura fresca non lavorata sarebbe "una sconfitta per l’intera filiera ortofrutticola europea". Un divieto che anche il ministro italiano dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha definito "inaccettabile".

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