Nuovo decreto sicurezza, si rafforza il Daspo urbano: pene più severe per le risse
È arrivato ieri sera l'atteso via libera al nuovo decreto immigrazione e sicurezza, con il quale vengono archiviati i decreti varati dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Tra le novità c'è l'introduzione di misure più stringenti sui violenti. Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell'interno Luciana Lamorgese, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifica agli articoli 131-bis e 588 del codice penale, e stabilisce nuove norme in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento e di contrasto all'utilizzo distorto del web.
Oltre all'eliminazione delle multe milionarie alle ong e all'ampliamento del sistema dell'accoglienza, con l'introduzione del regime di protezione speciale, è prevista una stretta sul Daspo urbano, anche in considerazione degli ultimi fatti di cronaca, con la morte di Willy Monteiro Duarte dopo un violentissimo pestaggio. Si inaspriscono le pene per i soggetti coinvolti in una rissa prevedendo che, qualora qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, il solo fatto di aver preso parte alla rissa sia punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni. Fino ad ora, per lo stesso reato, le condanne andavano da tre mesi a cinque anni.
Il testo prevede inoltre che il questore possa applicare il divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti dei soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, legata alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Il decreto, si legge nel comunicato, "introduce norme che rafforzano i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, implementando le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, nonché le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web". Inoltre, si interviene sul trattamento sanzionatorio conseguente alla violazione del divieto: chi ha riportato una denuncia per vendita o cessione di sostanze stupefacenti non potrà entrare in un locale pubblico, pena la reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa fino a 20 mila euro.
Viene inoltre esteso il meccanismo dell'oscuramento, già utilizzato per il contrasto alla pedopornografia online, a quei siti che, sulla base di elementi oggettivi, vengono utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti.