699 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Nuovo decreto sicurezza, si rafforza il Daspo urbano: pene più severe per le risse

Nel nuovo decreto sicurezza e immigrazione c’è una stretta sul Daspo urbano: aumentano le pene per chi ha partecipato a una rissa, e nel caso in cui si provochi il ferimento o la morte di qualcuno rischia da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni. Il questore inoltre può applicare il divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti dei soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, legata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
A cura di Annalisa Cangemi
699 CONDIVISIONI
Immagine

È arrivato ieri sera l'atteso via libera al nuovo decreto immigrazione e sicurezza, con il quale vengono archiviati i decreti varati dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Tra le novità c'è l'introduzione di misure più stringenti sui violenti. Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell'interno Luciana Lamorgese, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifica agli articoli 131-bis e 588 del codice penale, e stabilisce nuove norme in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento e di contrasto all'utilizzo distorto del web.

Oltre all'eliminazione delle multe milionarie alle ong e all'ampliamento del sistema dell'accoglienza, con l'introduzione del regime di protezione speciale, è prevista una stretta sul Daspo urbano, anche in considerazione degli ultimi fatti di cronaca, con la morte di Willy Monteiro Duarte dopo un violentissimo pestaggio. Si inaspriscono le pene per i soggetti coinvolti in una rissa prevedendo che, qualora qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, il solo fatto di aver preso parte alla rissa sia punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni. Fino ad ora, per lo stesso reato, le condanne andavano da tre mesi a cinque anni.

Il testo prevede inoltre che il questore possa applicare il divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti dei soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, legata alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Il decreto, si legge nel comunicato, "introduce norme che rafforzano i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, implementando le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, nonché le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web". Inoltre, si interviene sul trattamento sanzionatorio conseguente alla violazione del divieto: chi ha riportato una denuncia per vendita o cessione di sostanze stupefacenti non potrà entrare in un locale pubblico, pena la reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa fino a 20 mila euro.

Viene inoltre esteso il meccanismo dell'oscuramento, già utilizzato per il contrasto alla pedopornografia online, a quei siti che, sulla base di elementi oggettivi, vengono utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti.

699 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views