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Gerusalemme, stato della Palestina: polemica per la “gaffe” del Comitato per il Sì

Le lettere ai residenti all’estero inviate da Matteo Renzi per pubblicizzare il Sì al referendum continuano a scatenare polemiche. Questa volta è il turno di un indirizzo sbagliato: ai cittadini italiani residenti nella città di Gerusalemme sono state inoltrate missive recanti sulla busta “Palestina” a indicare la nazione della città.
A cura di Charlotte Matteini
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Le lettere per pubblicizzare il Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre continuano a destare polemica. Questa volta, però, il motivo è differente. Nessuno accusa il presidente del Consiglio di aver rubato indirizzari coperti da segreto, come precedentemente affermato da alcuni esponenti politici scandalizzatisi a causa dell'iniziativa annunciata dal ministro Maria Elena Boschi, questa volta il problema è di natura, come dire, storico – geografica. Nelle buste contenenti le famigerate lettere per gli italiani residenti all'Estero, i cittadini italiani che abitano nella città di Gerusalemme si sono visti recapitare una missiva inviata in Palestina, nonostante Gerusalemme sia a tutti gli effetti territorio d'Israele.

L'errore è presto svelato: l'indirizzario dell'Aire si rifà ancora alla vecchia nomenclatura geografica, secondo la quale Gerusalemme sarebbe ancora nella Palestina di mandato britannico. "Sono rimasto basito quando l'ho vista", ha raccontato il professor Jacopo Mascetti, libero docente di letteratura all'Università di Bar Ilan, sottolineando di aver subito scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi ritenendolo "responsabile del fatto in quanto firmatario della lettera. Gerusalemme può esser riconosciuta o no come capitale dall'Italia, ma è fuori da qualsiasi dubbio il fatto che questo sia lo Stato d'Israele dal 1948 e che non sono, quindi, ammessi errori di denominazione", ha spiegato Mascetti, aggiungendo: "Non ricevendo un'altra lettera, non eserciterò il mio diritto di voto". Come Mascetti, così tanti altri italiani residenti a Gerusalemme hanno ricevuto la stessa lettera con la denominazione errata. Subissato di proteste, il Comitato del Sì, nello spiegare i motivi dell'accaduto, ha confermato che qualora le condizioni rendessero necessario un nuovo invio delle lettere con l'indirizzo corretto, questo sarà effettuato nella maniera più rapida possibile.

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