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Nordio dice che bisogna strappare i figli dei mafiosi dalle loro famiglie per educarli alla legalità

“Strappare i figli dei mafiosi dal contesto familiare impartendo loro educazione e legalità è fondamentale”: lo ha detto il ministro Carlo Nordio al rinnovo del protocollo interministeriale per la tutela dei minori e familiari provenienti da contesti della criminalità organizzata.
A cura di Annalisa Girardi
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Secondo il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, bisognerebbe "strappare i figli dei mafiosi" dalle loro famiglie per "educarli alla legalità". L'ex magistrato lo ha detto durante l'evento per il rinnovo del protocollo d'intesa "Liberi di Scegliere", stratto tra il suo ministero e quello dell'Interno, dell'Istruzione, dell'Università e della Famiglia: "Strappare i figli dei mafiosi dal contesto familiare impartendo loro educazione e legalità è fondamentale", ha detto Nordio, sottolineando che la firma del protocollo "va nella direzione di investire nel futuro del paese: madri che sottraggono i figli a un futuro predestinato".

E ancora: "La lotta contro le mafie si deve orientare in molte direzioni e con varie sinergie. Oggi si attua un'iniziativa epocale ovvero si mette in campo una lotta contro la criminalità organizzata e la mafia che va oltre le ordinarie attività. Sono 150 i figli e 30 le madri che hanno deciso di seguire i loro figli e allontanarsi dalle mafie".

L'obiettivo dell'iniziativa è quello di "assicurare una concreta alternativa di vita ai soggetti minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o che siano vittime della violenza mafiosa e ai familiari che rifiutano le logiche criminali". Per il rinnovo del protocollo interministeriale sono stat previsti maggiori finanziamenti, in modo da allargare l'iniziativa e gli uffici giudiziari coinvolti.

"Sono 150 i minori tutelati, 30 le donne entrate nel progetto, di cui 7 sono divenute collaboratrici o testimoni di giustizia e ci sono anche due ex boss di ruoli apicali di ‘ndrangheta e mafia che hanno avviato percorsi per proteggere i loro figli", ha spiegato il giudice minorile responsabile del progetto, Roberto Di Bella.

Al rinnovo del protocolo erano presenti, – oltre ai ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Giovanni Valditara, Anna Maria Bernini, Eugenia Maria Roccella – anche la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, la procuratrice aggiunta presso la Direzione nazionale antimafia, Maria Vittoria De Simone, il sottosegretario della Cei, don Gianluca Marchetti, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti e i vertici degli uffici giudiziari e delle associazioni coinvolte.

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