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“No Meloni Day”, studenti in piazza in tutta Italia “per una scuola più giusta”: tensioni a Bologna e Torino

Dalla scuola all’università, da Nord a Sud: migliaia di giovani sono scesi in piazza oggi per denunciare tagli, precarietà e “una politica che non ascolta”. Cortei, rivendicazioni, e una generazione che chiede “più futuro e più diritti”.
A cura di Francesca Moriero
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In decine di città italiane, scuole e università hanno dato vita a una mobilitazione nazionale che ha riunito migliaia di studentesse e studenti; una giornata ricca, variegata, intensa, in cui è emersa con forza la richiesta di investimenti nell'istruzione pubblica, il rifiuto della precarietà e la volontà di collegare la questione scolastica a un quadro più ampio di giustizia sociale, ambientale e internazionale.

Le rivendicazioni sono chiare: più risorse, più accesso, più diritti. Dalla crisi degli edifici scolastici al costo dei libri, dall'assenza di alloggi universitari alla precarietà dei ricercatori, passando per la critica a un modello educativo giudicato troppo distante dalle esigenze reali delle nuove generazioni. La protesta, contro il Governo Meloni, si intreccia anche con il genocidio in Palestina, e con una forte posizione contro la guerra e le spese militari, che in molti cortei sono state indicate come "controsenso rispetto ai tagli all'istruzione".

Milano: "Contro il governo dei padroni"

A Milano un migliaio di studenti e studentesse ha attraversato il centro città con striscioni, musica e interventi; al corteo hanno partecipato realtà diverse, dai collettivi studenteschi ai gruppi ecologisti come Fridays for Future, fino ad associazioni politiche e sociali. Il leitmotiv è stata la critica a un modello economico percepito come iniquo: "Contro il governo dei padroni" si legge sul manifesto che apre la manifestazione.

Le richieste sono state molte: classi meno affollate, investimenti nelle strutture, una didattica meno nozionistica e più partecipata. Ci sono stati anche alcuni momenti di tensione, quando il corteo è stato rallentato dalle forze dell'ordine in alcune strade laterali, ma senza scontri rilevanti; il clima generale è rimasto acceso ma soprattutto determinato e collettivo.

Genova: "Studiare non deve essere un privilegio"

Anche a Genova la manifestazione è stata numerosa, con slogan come "Non fermerete il vento", che hanno accompagnato un corteo colorato e molto partecipato. Gli studenti hanno denunciato una situazione cittadina difficile: carenza di alloggi, mancanza di servizi e costi troppo alti per chi sceglie di studiare lontano da casa. Tra le richieste principali ci sono anche l'aumento della spesa per l'istruzione, almeno fino al 5% del PIL, la gratuità dei libri di testo, un ampliamento della No Tax Area fino a 30mila euro e la creazione di sportelli psicologici in tutte le scuole.

Nonostante qualche spinta ai cordoni di polizia durante il passaggio in zone più strette, anche a Genova i tafferugli sono rientrati.

A Torino momenti di tensione

A Torino fin dal mattino centinaia di studenti e studentesse si sono ritrovati a Porta Susa per un corteo che ha unito collettivi liceali, universitari e Fridays for Future. Gli slogan richiamavano crisi climatica, guerra, precarietà e la distanza percepita tra governo e bisogni delle nuove generazioni. La prima tensione è arrivata a Porta Nuova, dove un gruppo ha tentato di raggiungere i binari forzando un accesso laterale: l'ingresso è stato bloccato e la circolazione ferroviaria è rimasta sospesa per circa venti minuti.

Nessuno scontro grave, ma un momento certamente concitato; poco dopo, davanti alla Città metropolitana in corso Inghilterra, ci sono stati nuovi disordini: alcune uova e oggetti sono stati lanciati verso la facciata e i cordoni di polizia, e un piccolo gruppo è riuscito a entrare brevemente da un ingresso laterale in via Cavalli. Le forze dell'ordine sono così intervenute respingendo i manifestanti e fermando una persona, poi rilasciata. Dal camioncino di testa gli studenti hanno rivendicato però l'azione come gesto simbolico contro istituzioni considerate sorde alle richieste dei giovani, chiedendo la liberazione del ragazzo fermato. Il corteo, nonostante questi momenti di tensione, è proseguito compatto e senza ulteriori incidenti.

Napoli: "Contro il genocidio in Palestina, la repressione e il riarmo"

A Napoli un corteo partito da Piazza Garibaldi ha portato in strada studenti delle scuole e dell'università, reti politiche e attivisti, con loro anche una bara di cartone, con una croce e un fiore sopra, a rappresentare la "morte della scuola pubblica, laica e antifascista". Gli slogan hanno intrecciato il genocidio in Palestina, la denuncia dei tagli all'istruzione con la critica alla guerra e alla militarizzazione: investire sulle armi mentre le scuole cadono a pezzi è un paradosso che non possono accettare. Ci sono stati anche qui brevi momenti di frizione quando il corteo ha provato a deviare da un percorso autorizzato, ma senza grosse conseguenze.

Bologna, studentesse, studenti e ricercatori in marcia

A Bologna la protesta si è invece intrecciata con quella dei ricercatori precari che rischiano la scadenza dei contratti; il corteo puntava verso la Fiera, dove si svolgeva l'assemblea dell'Anci alla presenza di ministri e amministratori locali. Sul ponte di via San Donato si sono registrati tafferugli: gli studenti hanno cercato infatti di superare lo schieramento della polizia, che ha respinto l'avanzata con gli scudi. Lungo i muri della zona universitaria sono spiccate poi scritte contro la guerra, contro i tagli e in solidarietà alla Palestina.

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