Niente Imu per le scuole paritarie: i Comuni potrebbero esentarle dal pagamento dell’imposta

Domani scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla legge di Bilancio 2026, e i partiti stanno chiudendo in queste ore il pacchetto di quelli ‘segnalati', che avranno qualche chance di passare nella fase successiva, quella dell'esame parlamentare, che andrà avanti nelle prossime settimane. Nominati i relatori della legge, i senatori Liris (Fdi), Borghi (Lega), Damiani (Fi) e Borghese (Nm), l'obiettivo della maggioranza è approvare il provvedimento in prima lettura a metà dicembre.
Tra gli emendamenti della Lega, che secondo fonti della maggioranza consultate da Fanpage.it, potrebbero trovare il favore del governo, ce ne è uno che riguarda le scuole paritarie, che come sappiamo la presidente del Consiglio Meloni ha ribadito un paio di mesi fa al Meeting di Rimini di voler sostenere. "L'Italia rimane l'ultima Nazione in Europa senza un'effettiva parità scolastica, e io credo che sia giusto ragionare sulla questione con progressività, con buonsenso, ma soprattutto sgombrando il campo da quei pregiudizi ideologici che per troppo tempo hanno impedito di affrontare seriamente il tema", aveva detto Meloni dal palco della kermesse.
E anche in questa nuova legge di Bilancio la sensazione è che a fronte di un'assenza di risorse aggiuntive per la scuola pubblica, ci sia l'intenzione di avvantaggiare le scuole private, come già avvenuto con la Finanziaria dell'anno scorso con due proposte andate in porto: una misura ha innalzato il tetto delle detrazioni per le rette per chi iscrive i figli alle paritarie, da 800 a 1.000 euro; un'altra ha aumentato il contributo destinato alle scuole paritarie che accolgono ragazzi con disabilità (50 milioni di euro per il 2025 e 10 milioni di euro annui dal 2026). Non hanno trovato spazio invece nella Finanziaria dell'anno scorso due emendamenti che avevano fatto molto discutere: uno era a firma del deputato Lorenzo Malagola (poi ritirato) e chiedeva di introdurre un bonus fino a 1500 euro per gli studenti delle scuole paritarie, come incentivo per le famiglie con reddito Isee sotto i 40mila euro; un altro analogo, che avrebbe introdotto un bonus di 1500 euro con le stesse modalità, era stato proposto da Noi Moderati. Va in questa direzione del resto la sperimentazione avviata nella Lombardia di Attilio Fontana, che prevede un bonus per sostenere le famiglie nel pagamento della retta dei propri figli per le scuole private o paritarie.
Nel testo della manovra 2026 è previsto al momento un incremento di 88 milioni complessivi a favore delle scuole paritarie, un aumento che porta da 800 milioni a 886 milioni, e che diverse associazioni di genitori e famiglie di orientamento cattolico (come Associazione nazionale Famiglie numerose, Associazione italiana maestri cattolici, Generazione famiglia, Moige, per citarne alcune) ritengono insufficiente. Anche perché lo stesso ministro dell'Istruzione Valditara, che è della Lega, aveva promesso che in manovra ci sarebbero stati fondi aggiuntivi per le scuole paritarie.
Per questo l'intenzione del centrodestra è quello di aggiustare un po' il tiro, agevolando maggiormente la scuola privata. È da leggersi in questo senso la proposta avanzata dalla Lega, che conferma la spinta verso la privatizzazione dell'Istruzione, portata avanti dalla maggioranza. L'emendamento del Carroccio riguarda l'esenzione dall'Imu per le scuole paritarie. In sostanza il testo autorizza i Comuni, nell'esercizio della propria autonomia regolamentare, a deliberare l'esenzione dall'Imposta Municipale Propria (Imu) per gli immobili rientranti nelle categorie catastali B/5 – di cui fanno parte appunto gli edifici destinati a scuole e laboratori scientifici – che vengo utilizzati dalle scuole paritarie.
Cosa dice l'emendamento della Lega che agevola le scuole paritarie
Il testo dell'emendamento, a prima firma Romeo, potrebbe essere preso effettivamente in considerazione dal governo. La proposta, dal titolo ‘Misure straordinarie a sostegno del servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie' recita così:
"I comuni, nell'esercizio della propria autonomia regolamentare, in deroga all'articolo 52 del decreto legislativo n.446 del 1997, posso deliberare l'esenzione dell'imposta municipale propria gli immobili rientranti nelle categorie catastali B/5, ovvero delle scuole paritarie del sistema nazionale di istruzione di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, sede di asili nido, scuola per l'infanzia e scuola primaria che svolgono un servizio pubblico di istruzione".