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Caso Paragon

Nicodemo spiato da Paragon, Pd denuncia: “Notizia allarmante, governo deve rispondere”

Francesco Nicodemo, ex responsabile comunicazione del Pd, è il nuovo bersaglio dello spyware Paragon. Walter Verini parla di “gravissima violazione”, mentre Ruotolo, Scotto e Bori chiedono al governo chiarezza immediata e piena trasparenza.
A cura di Francesca Moriero
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Un nuovo capitolo dello scandalo Paragon si apre con la conferma che Francesco Nicodemo, fondatore, insieme a Natale De Gregorio e Noemi Borghese, dell'agenzia di comunicazione Lievito e già responsabile della comunicazione del Partito Democratico durante l'era Renzi, è stato vittima dello spyware israeliano. Nicodemo ha infatti ricevuto un avviso da WhatsApp lo scorso 31 gennaio che gli segnalava la possibile compromissione del suo telefono. A rivelarlo è stato lui stesso, nelle anticipazioni del libro del direttore di Fanpage Francesco Cancellato intitolato "Il nemico dentro, Caso Paragon, spie e metodi da regime nell'Italia di Giorgia Meloni". 

Tra i dati potenzialmente intercettati ci sarebbero conversazioni con numerosi candidati e parlamentari, a dimostrazione del suo ruolo centrale nella comunicazione politica del partito. La vicenda ha immediatamente acceso le preoccupazioni nel Pd, con diversi esponenti che sollecitano risposte chiare e trasparenza da parte del governo.

Verini: "Spiato anche Nicodemo, grave violazione della libertà d’informazione"

Walter Verini, capogruppo Pd in Antimafia, intervistato da Radio Popolare, ha dichiarato: "La notizia di una ulteriore vittima dello spionaggio effettuato da Paragon è gravissima. Esprimiamo anche noi la piena solidarietà a Francesco Nicodemo, comunicatore professionista, nuovo obiettivo di questa gravissima violazione. Questo fatto segue quelli che hanno riguardato spionaggio a danni di giornalisti, come il direttore di Fanpage, o attivisti. Sono passati mesi. Abbiamo sollecitato più volte e in vari modi il Governo a dire al Parlamento ed al Paese cosa sia successo, come sia possibile che in una democrazia si sviluppi una intensiva attività di spionaggio ai danni di obiettivi sensibili per la libertà di informazione. Nessuna risposta è stata data. È un fatto molto grave"

Verini ha poi sottolineato: "Come è grave che lo stesso Governo e maggioranza, e il sottosegretario Fazzolari in queste ore, utilizzino la seria e responsabile audizione di Sigfrido Ranucci in Antimafia per gravi attacchi al conduttore di Report e alla sua trasmissione. Nessuno in Antimafia (né il senatore Scarpinato né il conduttore di Report) hanno in alcun modo fatto riferimento a connessioni tra polemiche contro la trasmissione da parte del Governo o a possibili pedinamenti di uomini dei servizi, con il gravissimo attentato di Pomezia a Ranucci."

Infine, ha aggiunto: "Allora, invece di avvelenare il clima, invece di cercare di delegittimare Ranucci e Report, si contribuisca in tutte le sedi – parlamentari e non – a sgombrare ogni interrogativo, a dissipare urgentemente opacità. Ne va della libertà d'informazione, della difesa dei presidi democratici di questo paese."

Le reazioni dei politici Pd

Sandro Ruotolo, eurodeputato e responsabile informazione del Pd, ha parlato di un "fatto gravissimo" e ha sottolineato che lo spyware non riguarda solo giornalisti e attivisti, ma anche comunicatori politici e professionisti della vita pubblica: "Il caso di Nicodemo conferma la pericolosità di un sistema di sorveglianza fuori controllo. Dopo mesi di domande, il governo non ha ancora chiarito chi abbia autorizzato, acquistato o utilizzato Paragon. Il silenzio non è trasparenza, è complicità. Quanti altri ce ne sono? L'Europa deve garantire trasparenza, controllo democratico e tutela dei suoi valori. Perché quando si spiano giornalisti, attivisti o comunicatori politici, non è solo un diritto individuale a essere violato: è la democrazia stessa a regredire. Dall'America all'Europa sono sempre di più gli oppositori politici sorvegliati o spiati. È una vera e propria regressione democratica".

Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, si è dichiarato sconcertato: "dalla notizia pubblicata oggi su Fanpage dove viene rivelato che anche Francesco Nicodemo è stato vittima di spionaggio. Come già lo stesso direttore Cancellato, il giornalista Pellegrino, Don Mattia Ferrari ed attivisti come Luca Casarini. Mi aspetto che si faccia chiarezza sul perché un cittadino che non ha incarichi pubblici e che offre consulenza per le campagne di comunicazione di partiti di opposizione e di candidati alle elezioni si trovi in questa condizione. È un fatto molto grave che non va preso sottogamba".

Anche Matteo Ricci, europarlamentare Pd, ha manifestato solidarietà a Nicodemo, definendo "inaccettabile" la sorveglianza di un consulente politico vicino al Pd: "È inaccettabile che un consulente e spin doctor vicino al Pd si scopra spiato da Paragon. Preoccupano il silenzio del Governo e l'impunità di chi ne ha autorizzato l'utilizzo, anche nel mondo politico. Aspettiamo risposte". "Una notizia allarmante, la vicenda Paragon è grave quanto l'impunità su chi lo ha usato", ha dichiarato invece il deputato democratico Enzo Amendola. "Ti chiedi in che paese viviamo dove ognuno può essere spiato senza una ragione", ha poi concluso.

Il vicepresidente della Regione Umbria, Tommaso Bori, ha evidenziato poi l'aspetto democratico e politico della vicenda: "Questo avviene proprio durante le campagne elettorali nei nostri territori: un contesto in cui la libertà politica, il confronto democratico e la trasparenza dovrebbero essere principi intoccabili. Scoprire che qualcuno ha potuto violare quella libertà – ha sostenuto Bori -, infiltrandosi con mezzi illegali e oscuri, è inaccettabile. Non si tratta di un episodio tecnico o di un incidente digitale: è un attacco diretto alla democrazia, alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e al diritto di ognuno di partecipare alla vita pubblica senza paura di essere sorvegliato o manipolato". E ha poi concluso: "È indispensabile che si faccia piena luce su quanto accaduto, che si chiariscano le responsabilità, che si capisca chi ha ordinato e chi ha permesso tutto questo. Nessuno può sentirsi al sicuro finché strumenti di spionaggio di questo tipo vengono usati per interferire nel dibattito politico. A Francesco va tutta la mia solidarietà e vicinanza personale. Difendere la democrazia significa non restare in silenzio davanti a episodi come questo".

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