Nei primi otto mesi dell’anno 677 persone sono morte sul posto di lavoro

Nei primi otto mesi del 2022 ben 677 persone sono morte sul lavoro. La media è di quasi tre vittime al giorno. Sono numeri decisamente allarmanti quelli che arrivano dall'Anmil, l'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, che ha rielaborato i dati Inail e li ha diffusi nella Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul Lavoro. In totale gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto 2022 sono 484.561, quelli che hanno avuto esito mortale, purtroppo 677.
I dati sui morti sul lavoro
C'è da dire che rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente si registra un netto calo del 12,3%: tra gennaio e agosto del 2021, infatti, le vittime erano state 772. Ma si tratta comunque di numeri altissimi. Ma questo solo per quando riguarda i decessi: gli infortuni denunciati nei primi otto mesi del 2022 sono infatti il 38,7% in più di quelli emersi nel 2021 (349.449, sempre da gennaio ad agosto). Quest'anno si sono contate ben 2.019 segnalazioni al giorno.
Come dicevamo, i morti sono meno: per la precisione 95 in meno rispetto all'anno precedente, ma si parla sempre di 84 morti al mese. E bisogna anche contare che nel 2021 tra le vittime sul luogo di lavoro figuravano anche le molte persone che, purtroppo, hanno perso la vita a causa del Covid. Infatti, nella calo generale delle vittime, si segnala anche un aumento del 32% dei decessi non legati alla pandemia. Il maggior numero di infortuni totali si è registrato nel settore delle costruzioni.
L'appello del presidente Anmil al nuovo governo
"La sicurezza nei luoghi di lavoro non è stata una priorità per le forze politiche che si sono candidate a governare il nostro Paese: riferimenti alla sicurezza nei luoghi di lavoro scarsi e poco concreti, eccetto qualche raro proclama e nessuna strategia per dare una svolta a questo dramma ben noto.E questo nonostante il tempestivo appello che abbiamo indirizzato ai principali leader politici all’indomani della crisi di governo, con l’obiettivo di stimolare una riflessione e l’assunzione di un impegno per il futuro, anche mettendoci a disposizione per un confronto": lo ha detto il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni, presentando questi dati a Fiume Veneto (Pordenone).
"Oggi vogliamo rivolgerci al Parlamento che sta per insediarsi e al governo che sta nascendo: la sicurezza dei nostri lavoratori deve tornare ad essere una priorità per il nostro Paese, dobbiamo fermare a tutti i costi la strage che si sta consumando sotto i nostri occhi. Questa nuova legislatura ci dà la possibilità di iniziare un nuovo capitolo, forse nel momento in cui ce n’è più bisogno, ma abbiamo il dovere di agire subito", ha aggiunto.
Mattarella: "Non si può rischiare la vita per lavoro"
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto a riguardo: "Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita. Ecco perché la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro è occasione preziosa per richiamare l'attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. L'affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese".
E ancora, in una nota scritta al presidente Anmil: "I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici".