Napolitano: l’Italia ha bisogno di un nuovo balzo in avanti

Il sesto discorso di fine anno del Presidente Napolitano, enunciato come consuetudine la sera del 31 dicembre, non poteva che essere incentrato sull'economia nazionale, sugli sforzi richiesti ai cittadini per superare il momento di crisi dell'Italia e sui risvolti politici che questo ha comportato nel 2011. Il Capo dello Stato nel discorso, durato poco più di venti minuti, ha ricordato le fasi della nostra crisi, le misure intraprese dal punto di vista politico ed economico e ha chiesto a tutti grandi sforzi per continuare sulla strada del risanamento dei conti pubblici. La parola d'ordine è stata "dobbiamo farcela" un'esortazione a tutti gli italiani ad agire per il futuro del Paese in cui il Presidente della Repubblica crede fermamente, incoraggiato dalle manifestazioni di unità nazionale a seguito dei festeggiamenti del 150° anniversario della nascita del Paese.
Il Presidente è stato molto sincero, non nascondendo che l’Italia è ancora in difficoltà ed elencando quelli che sono i problemi che rendono debole la nostra economia, la perdurante scarsa credibilità, il continuo attacco ai buoni del tesoro e soprattutto il debito pubblico enorme accumulato negli anni. Per Napolitano la crisi italiana va superata adottando misure ad hoc per quei mali che la affliggono da decenni, in primis la corruzione e l’evasione. La lotta a questi due forti mali del nostro Paese non è semplice, ha detto Napolitano e richiederà la messa in atto di strumenti adeguati, ma sarà importante anche la continuità.
Il Presidente si è rivolto, però, anche all’Europa, invitandola a fare in tempi brevi scelte adeguate per bloccare le pressioni speculative e rivendicando per l’Italia un ruolo di prima piano all’interno dell’Unione Europea. Napolitano, inoltre, ha invitato i partner europei a prendere coscienza degli sforzi che l’Italia ha messo in atto e del suo impegno “per le riforme strutturali”. Infine, il Presidente ha ringraziato tutte le forze politiche che hanno dimostrato grande senso di responsabilità nel permettere la nascita del Governo Monti, evitando elezioni anticipate che sarebbero state “un azzardo per l’interesse del Paese” e augurandosi che vadano avanti “alla ricerca di intese comuni”. Il Capo dello stato ha concluso il suo discorso con le parole che hanno caratterizzato tutto il suo ragionamento, "la fiducia in noi stessi è il solido fondamento su cui possiamo costruire".