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Mps e il perché dell’operazione Alexandria

Le operazioni dei derivati per pagare le cedole ai sottoscrittori dei fresh bond emessi a loro volta per l’acquisto di Antonveneta per 9 miliardi dal gruppo spagnolo Santander.
A cura di Antonio Palma
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Mps e il perché dell'operazione Alexandria

La complicata vicenda del Monte Paschi di Siena è ancora lontana dall'essere completamente chiarita. Sul caso indagano le procure, la Banca D'Italia e le agenzie ispettive, ma il quadro della situazione appare ancora molto incerto anche per i sofisticati metodi applicati dall'istituto di credito senese. Se è vero come molti ammettono, compreso il Presidente del Consiglio uscente, che un ruolo chiave lo ha avuto la politica e in particolare il Partito Democratico, resta da scoprire chi materialmente ci ha guadagnato da quella oscura e macchinosa operazione sui derivati di Nomura denominata «Alexandria». Come spiega Fabrizio Massaro sul Corriere della Sera, con quella operazione del 2009 Mps incassò 220 milioni di utili che servirono alla banca per "remunerare la pesante cedola del 10% annuo ai sottoscrittori del bond fresh" lanciato appena l'anno precedente e che a sua volta serviva per l'acquisto di Antonveneta.

La Banca D'Italia aveva dei dubbi – In pratica per riuscire ad acquisire Antonveneta al prezzo concordato di 9 miliardi di euro in contanti dalla spagnola Santander, che tra l'altro l'aveva acquista poco prima al prezzo di sei miliardi,  il Gruppo senese aveva bisogno di un aumento di capitale notevole. Per mettere da parte quei soldi che la banca non aveva intervenne prima la Fondazione che gestisce la Banca e successivamente anche Jp Morgan che elaborò un piano ad hoc con i cosiddetti «fresh bond», un vero e proprio prestito alla Banca che però "veniva computato nel patrimonio come se fosse capitale a tutti gli effetti". Su quel prestito però avevano già dei dubbi nel 2008 sia i Pm che indagavano su Antonveneta cha la Banca D'Italia che infatti chiese al gruppo Mps di modificare il regolamento di quel bond in modo da trasferire pienamente il «rischio d'impresa» sui sottoscrittori. A quel punto si scatena un dibattito interno e molti investitori accusavano la banca di aver cambiato le carte in tavola costringendo questa a concedere ad alcuni sottoscrittori addirittura una garanzia supplementare, così Mps decise per le operazioni sui derivati .

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