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Migranti, Piantedosi dice che nei Cpr andranno solo le persone pericolose per la sicurezza delle città

Il ministro dell’Interno Piantedosi ha assicurato che all’interno dei Cpr saranno trattenute “solo le persone attinte da decreto di espulsione, che sono persone quasi sempre caratterizzate da elementi di pericolosità, elementi tratti dai reati commessi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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All'interno dei Cpr, centri di permanenza per i rimpatri dei migranti, "saranno ristrette solo le persone attinte da decreto di espulsione, che sono persone quasi sempre caratterizzate da elementi di pericolosità, elementi tratti dai reati commessi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, oggi a Crotone a margine della manifestazione conclusiva del Pon Legalità.

"Nei Cpr – ha spiegato il ministro – restringeremo quelle persone ritenute pericolose per la sicurezza dei cittadini, i Cpr quindi servono a dare una cornice di sicurezza ai territori". Sulla possibilità che uno dei Cpr venga allocato a Crotone, dove già è presente il Cara di Sant'Anna – per altro uno dei più grandi d'Europa – Piantedosi ha spiegato che "quella di realizzarne almeno uno per regione non è solo una formula aritmetica fine a se stessa. Nella previsione di farne uno anche in Calabria stiamo facendo le valutazioni del caso".

Il ministro dell'Interno ha quindi parlato della questione dei minori stranieri non accompagnati che sempre più spesso vengono ospitati in strutture non idonee. "Stiamo progettando interventi normativi per la loro collocazione, a determinate condizioni, cioè senza che vengano meno i requisiti fondamentali di assistenza del minore, anche all'interno di strutture ordinarie, come i Cas" ha detto il ministro aggiungendo, per quanto riguarda Crotone dove molti minori sono ospitati nel Cara, di averne "parlato con la prefetta che ha in animo interventi di rafforzamento delle strutture dedicate ai minori stranieri non accompagnati, perché c'è già un numero rilevante di minori che viene accolto qui. Tutte iniziative che alimentiamo nella consapevolezza che il numero degli arrivi non è preventivabile".

"Stiamo mettendo in campo – ha detto ancora – tutti gli sforzi, sostenendo finanziariamente l'estensione delle iniziative di accoglienza con una previsione normativa che possa consentire allo Stato, a determinate condizioni e per periodi temporanei, anche per le difficoltà che hanno i sindaci ai quali è affidata la tutela di queste persone, di farsi carico in quota parte maggiore degli oneri e di farlo provvisoriamente in strutture che, pur non essendo quelle ottimali, consentano delle attenzioni dedicate".

Piantedosi promette risarcimento per le vittime della strage di Cutro

Piantedosi ha ricordato anche il naufragio di Cutro: "Lo Stato non si volta dall'altra parte e farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica, tragica sciagura che successe a febbraio", ha detto il titolare del Viminale.

Il ministro ha commentato così la richiesta di estromissione del Fondo garanzia delle vittime della strada citato come responsabile civile nel processo contro gli scafisti del caicco naufragato a Cutro il 26 febbraio causando la morte di 94 persone, dei quali 35 bambini, oltre ad una decina di dispersi. Secondo il ministro dell'Interno la richiesta, presentata dalla senatrice Giulia Bongiorno che rappresenta la Consap dove è istituito il fondo di garanzia per le vittime, "è un dato formale, una di quelle eccezioni processuali che si fanno in contesti giudiziari, ma lo Stato non si volta dall'altra parte".

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