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Lamorgese: “Decreto immigrazione è pronto e condiviso: torniamo ad accogliere richiedenti asilo”

La ministra dell’Interno Lamorgese, intervistata dal direttore di Avvenire Marco Traquinio sull’emergenza sbarchi a Lampedusa ha detto: “Ho preteso che a Lampedusa si facessero i tamponi a tutti. All’inizio ai migranti si faceva il sierologico ma poi capitava che magari chi era negativo casomai diventava positivo col tampone. Adesso stiamo facendo i tamponi a tutti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nel nuovo decreto immigrazione abbiamo recepito "tutte le osservazioni che erano state formulate dalla Presidenza della Repubblica. E siamo andati oltre: abbiamo modificato il sistema accoglienza anche per coloro che sono richiedenti asilo, affinché entrino nel circuito di accoglienza identico a quello che oggi è riservato a coloro che sono titolari di protezione umanitaria, ritornando un po' come era prima". A dirlo la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, intervistata al Caffeina Festival a Santa Severa da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

"Il decreto immigrazione è pronto. Con la maggioranza è stato trovato un testo condiviso. Ovviamente abbiamo preso tutte le osservazioni formulate dalla presidenza della Repubblica e siamo andati oltre, perché abbiamo modificato il sistema di accoglienza prevedendo che anche i richiedenti asilo entrino in un circuito di accoglienza identico a chi è sottoposto a protezione internazinale", ha detto riferendosi al superamento del cosiddetto decreto Sicurezza. "Adesso aspettiamo il parere dell'Anci – ha sottolineato Lamorgese – per il sistema di accoglienza che viene un modificato. Parliamo dei centri di accoglienza che dovranno essere gestiti dai comuni, quelli che erano gli Sprar. Spero di mandarlo a palazzo Chigi prima di ferragosto, poi vedremo l'iter, se ne parlerà a settembre".

"Io ho preteso che a Lampedusa si facessero i tamponi a tutti. All'inizio ai migranti si faceva il sierologico ma poi capitava che magari chi era negativo casomai diventava positivo col tampone. Adesso stiamo facendo i tamponi a tutti". La ministra dell'Interno ha assicurato di aver preso tutte le contromisure per gestire l'emergenza sbarchi sulla maggiore delle Pelagie.

"Abbiamo cercato di organizzare tutto per evitare che ci siano contagi e cercare di isolare coloro che sono positivi tenendo presente che le collettività non li accettano. E il Covid rende ancora più complicate le cose, anche per i migranti e per il fatto che noi li teniamo in quarantena", ha detto ancora intervenendo sul tema dei migranti, intervistata da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

"Circa 14mila migranti sono arrivati dall'inizio dell'anno. Il numero che ha fatto alzare l'asticella è quello che deriva dal mese di luglio, quando c'è stata una fortissima crisi politica ed economica in Tunisia e persone che non avrebbero mai pensato di abbandonare il proprio Paese e si sono avventurate verso le nostre coste", ha aggiunto la ministra.

La titolare del Viminale ha poi parlato del rischio seconda ondata in autunno, e ha lanciato un appello: "Ai giovani bisogna dire che dobbiamo stare attenti perché la responsabilità che finora ha contraddistinto i nostri comportamenti deve proseguire. Dobbiamo comportarci allo stesso modo anche adesso e non possiamo pensare che siamo in una fase in cui possiamo non mantenere il distanziamento e la mascherina. Stiamo uscendo dalla fase più dura dei contagi, ma quando poi vedo che la curva ricomincia a salire dico ‘stiamo attenti', perché dobbiamo essere pronti ad affrontare l'autunno. Dobbiamo essere responsabili nei nostri comportamenti anche quando si è fuori al mare a divertirsi: pensare che si possa fare a meno di determinate precauzioni è sbagliato".

Lamorgese ha poi difeso la scelta del lockdown nazionale: "È facile parlare con il senno di poi" ma "bisognava trovarsi con i segnali di un'epidemia che stava avanzando".

"Ricordo che dopo mi chiamò il ministro dell'Interno tedesco e mi chiese le misure prese, concluse la telefonata dicendo ‘faremo allora anche noi come voi"', ha aggiunto.

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