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Meloni sul caso Open Arms: “Contro Salvini accanimento surreale dopo processo fallimentare”

“È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni – a un ministro che voleva far rispettare la legge – concluso con un’assoluzione piena”, così la premier ha commentato sui social la notizia del ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione in primo grado di Matteo Salvini nel processo Open arms. “Grazie Giorgia – ha risposto il leader della Lega – difendere l’Italia non è un reato”.
A cura di Giulia Casula
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"È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni – a un ministro che voleva far rispettare la legge – concluso con un'assoluzione piena". Così Giorgia Meloni ha commentato la decisione della Procura della Repubblica di Palermo di presentare ricorso alla Corte di Cassazione contro l'assoluzione in primo grado di Matteo Salvini nel caso Open arms. "Mi chiedo cosa pensino gli italiani di tutte queste energie e risorse spese così, mentre migliaia di cittadini onesti attendono giustizia", ha scritto la premier sui social.

Salvini, imputato per rifiuto d'atti d'ufficio e sequestro di persona a danno dei 147 naufraghi soccorsi dalla nave dell'ong spagnola nell'agosto 2019, quando era a capo del Viminale, era stato assolto lo scorso 20 dicembre con la formula "perché il fatto non sussiste". La procura di Palermo aveva richiesto una condanna a sei anni di reclusione nei confronti dell'allora ministro dell'Interno per aver impedito lo sbarco dei migranti tratti in salvo da Open arms.

"Grazie Giorgia. Sono convinto che difendere l'Italia e i suoi confini non sia un reato", ha risposto su Instagram il leader della Lega, commentando il post di sostegno della premier. "Altri mesi o anni di processi? Io vado avanti, a testa alta, con la certezza di aver fatto il mio dovere, senza nessuna paura", ha aggiunto.

Nordio: "Nei Paesi civili non si impugnano le assoluzioni"

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio ha criticato la decisione della Procura di Palermo: "Niente impugnazione contro le sentenze di assoluzione, come in tutti i paesi civili. Altrimenti finiamo a ciò che è avvenuto col caso Garlasco. Al di là delle implicazioni politiche di questa scelta inusuale, si pone il problema tecnico", ha dichiarato a margine del convegno di Fdi ‘Parlate di mafia'. "Come potrebbe un domani intervenire una sentenza di condanna al di là di ogni ragionevole dubbio, quando dopo tre anni di udienza un giudice ha dubitato e ha assolto? La lentezza della nostra giustizia dipende anche dall'incapacità di molti magistrati di opporsi all'evidenza. Rimedieremo", ha aggiunto.

Il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Lucio Malan si è detto sconcertato di fronte alla notizia del ricorso. "Mi aspetterei che una Procura, specialmente in una città come Palermo, si occupasse di altre cose. Questo era nella loro facoltà, ma direi che nel processo è emerso in modo molto chiaro che non c'è alcun tipo di sequestro di persona", ha dichiarato. "Sono cose che lasciano sconcertati. Come è andato il precedente processo credo che andrebbe anche il prossimo. Certo che sia i magistrati sia un ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrebbero potersi occupare d'altro", ha aggiunto.

Solidarietà al vicepremier anche dalla viceministra dell'Ambiente leghista, Vannia Gava. Salvini "ha agito con coraggio e responsabilità nell’interesse nazionale. Non si può continuare a mettere sotto accusa chi ha tutelato le istituzioni e i confini dello Stato", ha dichiarato.  Indignato il vicesegretario della Lega, Claudio Durigon. "I giudici hanno già riconosciuto prima a Catania con un’archiviazione e poi a Palermo la bontà dell’azione del ministro Salvini e la sua correttezza, perché difendere i confini del nostro Paese non è un reato", ha affermato, certo "che anche questa volta la giustizia vincerà".

Per il deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo l'impugnazione della Procura palermitana rappresenta "un ulteriore atto di forzatura giudiziaria" nella vicenda Open arms. "C’è già stato una eclatante assoluzione in primo grado e la volontà di proseguire andando in cassazione appare davvero un accanimento. Già appariva un unicum al mondo vedere un ministro degli interni a processo per sequestro di persona, ma ancora più incredibile dopo l’assoluzione apprendere che non si finirà qua ma verrano spesi ulteriore tempo, denari ed energie ", ha spiegato.

"Non c'è nulla da fare", si è accodata Lucia Ronzulli, capogruppo degli azzurri al Senato. "Una parte della magistratura prosegue nel tentativo di mettere sotto processo le decisioni politiche di un ministro e del governo che le ha condivise, malgrado più sentenze abbiano certificato la regolarità del suo operato. Sono certa che anche in questo caso il ministro Salvini uscirà da tutto questo a testa alta e più forte di prima", ha detto.

Sul caso è intervenuta la legale di Salvini, Giulia Bongiorno, che ha chiarito:  "La sentenza del Tribunale di Palermo è completa e puntuale in fatto ed ineccepibile in diritto". Forte solidarietà anche dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara: "Non è un reato difendere i confini nazionali".

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