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Meloni rallenta l’autonomia differenziata e stoppa Calderoli

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni stoppa ancora il ministro Calderoli: il ddl sull’autonomia differenziata non arriverà entro gennaio in Cdm.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'autonomia differenziata non sarà nel primo Cdm utile, come aveva annunciato il ministro Roberto Calderoli, e non si arriverà all'approvazione del ddl entro gennaio, come aveva auspicato il ministro leghista dopo che all'inizio del mese lo aveva depositato a Palazzo Chigi. Ora la presidente del Consiglio Giorgia Meloni stoppa ancora la Lega: non è il caso di accelerare sull'autonomia differenziata poco prima del voto per le regionali in Lombardia e Lazio del 12 febbraio.

Se per la Lega è essenziale porre questa bandierina, non è un ministero che la questione sia spinosa e anche divisiva per la maggioranza, con pezzi di Forza Italia e di Fratelli d'Italia apertamente contrari alla riforma. "Non corriamo troppo, occorrono prima dei passaggi tecnici e al massimo possiamo discuterne in un pre Cdm, ma non questa settimana", avrebbe fatto sapere la leader di Via della Scrofa, secondo quanto riporta un retroscena de la Repubblica.

"La riunione tecnica sull'autonomia che si era prospettata, l'abbiamo già fatta la settimana scorsa. Ci siamo portati avanti. Può darsi che ci saranno altre riunioni tecniche. In ogni caso, dopo le riunioni tecniche, chiederò di sottoporre la mia proposta al pre Consiglio. Poi, il calendario dei Consigli dei ministri lo fa il presidente del Consiglio", si è limitato a dire ieri pomeriggio ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, interpellato dall'Ansa sulla riunione tecnica sulla riforma dell'autonomia differenziata che era stata prevista per oggi, poi saltata.

Il ministro del Carroccio intanto ha aggiornato la legge quadro con le correzioni emerse la settimana scorsa nel vertice con la premier. Tra le novità l'applicazione dell'autonomia alle Regioni a Statuto speciale e la cancellazione del criterio della spesa storica per ripartire i fondi tra le Regioni. Saranno vincolanti i Lep, i livelli essenziali di prestazione, su cui Palazzo Chigi è stato netto: vanno discussi coinvolgendo il Parlamento. Ma saranno vincolanti anche costi e fabbisogni standard, al punto che se non ci sarà la loro definizione le risorse non verranno trasferite.

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