Giorgetti a Fanpage: “Taglio tasse a ceto medio e pace fiscale in manovra? Solo se ci sono le condizioni”

Aggiornamento: Non solo la lite a distanza tra i due vicepremier sulla cittadinanza. La maggioranza si divide ancora sulle politiche fiscali da mettere in campo. La premier Giorgia Meloni si è recata ieri a sorpresa di persona agli Stati generali dei commercialisti, alla Nuvola a Roma, e lì ha rilanciato le sue promesse. Salvo poi essere smentita poco dopo dal ministro Giorgetti.
Il ministro dell'Economia, intervistato da Fanpage.it, oggi è tornato sul punto, e ha replicato ancora a Meloni. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di tenere insieme taglio delle tasse al ceto medio e pace fiscale e nella prossima manovra, il titolare del Mef ha detto: "Io faccio quello che c'è scritto nel programma politico del governo, e cerco di renderlo possibile. Tutti questi annunci sono condivisibili, però a me sta il compito di creare le condizioni affinché si possano verificare. Se sono ottimista? Sono realisticamente ottimista".
Cosa hanno detto Meloni e Giorgetti sul taglio dell'Irpef al ceto medio
"Intendiamo concentrarci oggi sul ceto medio" che "rappresenta la struttura portante del sistema produttivo italiano e spesso è quello che avverte di più il peso del carico tributario. Si tratta di tendere mano a milioni di persone che si sono sentite vessate dal fisco". Ma il ministro dell'Economia la gela: prima di lasciare l'evento, rinunciando a intervenire dal palco come inizialmente previsto, dice ai cronisti che per il taglio fiscale al ceto medio "ci sono ancora due anni e mezzo".
La questione è spinosa, visto che il taglio dell'Irpef, che costerebbe all'incirca 3-4 miliardi, sarebbe alternativo alla pace fiscale spinta dal partito di Matteo Salvini che, non a caso, qualche ora dopo, diffonde una dichiarazione, contraddicendo di fatto la premier: "Per la Lega e per il Governo una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l'economia del Paese, sono una priorità, anzi una emergenza".
Oggi Salvini corregge parzialmente il tiro, dicendo che la riduzione della tasse al ceto medio e la rottamazione delle cartelle non sarebbero due provvedimenti in contrasto "Possono andare avanti di pari passo: con la rottamazione tu puoi incamerare miliardi che possono permetterti di abbassare le tasse. Quindi una cosa non esclude l'altra. Anzi, la pace fiscale e la rottamazione serve per fare tante altre cose", dice al suo arrivo in in Senato a un convegno dedicato al decreto Sicurezza.
In realtà i due pacchetti di misure di cui si compone la pace fiscale leghista sono fermi in commissione Finanze al Senato: il ddl a prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo sulla rateizzazione a lungo termine di carichi fiscali, contributivi e di altra natura è stato assegnato in sede redigente e illustrato dal relatore Massimo Garavaglia (Lega) a febbraio, sull'indagine conoscitiva sulla rottamazione quinquies si sono svolte le audizioni e tutto è fermo ai primi di aprile.
La presa di posizione di Salvini che rilancia la pace fiscale è arrivata ieri al termine del vertice a Palazzo Chigi dove il leader della Lega ha discusso per circa un'ora con Meloni, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e Carlo Nordio del provvedimento sul fine vita atteso in aula al Senato a metà luglio. Ufficialmente però durante il vertice non si è parlato del dossier fisco.
Questa mattina la questione è tornata d'attualità grazie a un video che Meloni invia all'assemblea di Confcommercio: "Abbiamo approvato quella riforma fiscale che era attesa da cinquant'anni, e ne stiamo dando rapidamente attuazione. Con l'obiettivo di abbassare le tasse a tutti e di costruire un rapporto più giusto ed equilibrato tra Stato e contribuente. Stiamo rimettendo al centro gli autonomi e i liberi professionisti, lavoratori per troppo tempo disprezzati e considerati a torto figli di un Dio minore. Questa è la strada che continueremo a seguire, per consolidare la tendenza economica positiva che stiamo registrando, rafforzare la domanda interna e proseguire nel percorso di riduzione della pressione fiscale, con un'attenzione particolare al ceto medio", dice Meloni nel video messaggio.
"Sono i nostri obiettivi, e so che sono anche i vostri obiettivi. Di chi ha a cuore questa Nazione e lavora ogni giorno con un solo grande target: rendere l'Italia sempre più grande, più forte e più rispettata nel mondo. E so che per farlo ho bisogno di voi, ma so anche per farlo posso contare su di voi".
L'assist di Tajani a Meloni: "La priorità è il ceto medio, non la rottamazione"
L'annuncio di Meloni come è noto piace a Forza Italia: "Siamo assolutamente favorevoli a tagliare le tasse agli italiani, a cominciare dalla riduzione dell'Irpef dal 35 al 33%, allargando la base imponibile fino a 60mila euro. Questa è una misura strutturale, e quindi produrrà più consumi, e quindi più produzione industriale e questo significa più soldi nelle casse dello Stato", ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell'Assemblea di Confcommercio. "Non sono contrario alla rottamazione ma questo è un provvedimento una tantum, meglio un provvedimento strutturale per aiutare il ceto medio e per noi questa è una priorità, faremo una battaglia politica su questo", ha spiegato il ministro, aggiungendo anche che "chiediamo il rinvio della sugar tax, almeno un anno di rinvio".