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Meloni contro i sindacati: “Difendono la sinistra, non i lavoratori. Io denunciata per genocidio all’Aja”

Giorgia Meloni, intervistata questa sera da Bruno Vespa, punta il dito ancora una volta contro sinistra e sindacati, che fomentano un clima d’odio per fare propaganda: “Diamo per normali cose che normali non sono: non conto più le minacce di morte, non faccio in tempo a segnalarle e credo che ci siano responsabilità, di chi dice che hai le mani sporche di sangue. Da chi fa parte della classe dirigente e dice che questo governo è complice di genocidio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un'intervista rilasciata a Bruno Vespa per la puntata di oggi di ‘Cinque Minuti', si è detta ‘scioccata' da uno striscione innalzato dai manifestanti che hanno sfilato per le strade di Roma sabato scorso, in cui c'era scritto ‘7 ottobre giornata della Resistenza palestinese', con un chiaro riferimento agli attentati rivendicati da Hamas che hanno provocato l'invasione israeliana. Accanto allo striscione anche bandiere dell'organizzazione terroristica.

"Io ho grande rispetto delle manifestazioni, ne ho organizzate una infinità – è la premessa – Le violenze erano organizzate e preordinate, non da chi organizzava le manifestazioni. Io sono rimasta choccata dal fatto che uno degli striscioni di testa inneggiava al 7 ottobre. Quando si consente e chi inneggia al terrorismo di stare in testa al corteo la tesi degli infiltrati sia riduttiva", ha detto la premier nella puntata di ‘Cinque minuti', in onda questa sera su Rai1.

Meloni ha commentato anche l'organizzazione dello sciopero generale, che è stato proclamato venerdì 3 ottobre,senza il preavviso di dieci giorni previsto dalla legge. La presidente del Consiglio si era già espressa negativamente nei confronti dei sindacati, dichiarando che indire uno sciopero di venerdì significa voler fare un "weekend lungo": "Non sono stata particolarmente dura sullo sciopero, ho detto quello che penso, cioè che era pretestuoso. Nei 10 anni" in cui ha governato la sinistra la Cgil ha indetto "6 scioperi generali, nei tre anni" del suo governo "4 scioperi generali, lo fa mentre aumentano occupazione e salari e diminuisce la precarietà, e lo fa sulla politica estera, un unicum nella storia del sindacato". Si è trattato dunque, secondo Meloni, di uno sciopero "pretestuoso" perché si vede che la Cgil "è molto più interessata a difendere la sinistra più che i lavoratori". Tra l'altro lo sciopero in questione, pur essendo stato indetto con poco preavviso, secondo i sindacati era perfettamente legittimo. Per legge infatti è possibile scioperare senza alcun preavviso "in difesa dell’ordine costituzionale" o in caso di "protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori". Motivazioni richiamate dalle organizzazioni sindacali anche in questo caso, visto che il governo non è intervenuto adeguatamente a tutela degli italiani illecitamente bloccati e sequestrati da Israele in acque internazionali.

La premier Meloni ha criticato anche questa sera la missione della Global Sumud Flotilla, dicendo che su quelle imbarcazioni, poi intercettate dalle Idf, "c'erano circa 40 tonnellate di aiuti. Ora, il governo italiano ha consegnato 2.300 tonnellate d'aiuti. 40 tonnellate le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei. Quindi non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione". Ancora un attacco dunque, dopo che Meloni non ha fatto agli attivisti e ai parlamentari rientrati in Italia neanche una telefonata.

"Io denunciata alla CPI per genocidio, primo caso al mondo"

La premier Meloni, ospite di Porta a Porta su Rai Uno, ha rivelato di essere stata denunciata per concorso in genocidio alla Corte dell'Aja: "Io, il ministro Crosetto, il ministro Tajani e credo l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere", ha affermato. La notizia era stata anticipata qualche settimana fa: si tratta di una denuncia, giunta in questi giorni alla Corte penale internazionale, che chiama in causa il governo italiano per complicità nel genocidio a Gaza. A presentare la denuncia è stato Fabio Marcelli, direttore dell’Istituto di Studi Giuridici sul Mediterraneo del Cnr, che cita proprio la premier, il ministro Tajani e l'amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani.

"C'è un clima che si sta imbarbarendo parecchio, questa storia l'Italia l'ha già attraversata. Diamo per normali cose che normali non sono: non conto più le minacce di morte, non faccio in tempo a segnalarle e credo che ci siano responsabilità, di chi dice che hai le mani sporche di sangue. Da chi fa parte della classe dirigente e dice che questo governo è complice di genocidio. Penso che non si abbia più il senso delle parole che si usano, sapendo che è falso per fare propaganda. Questo molto grave", ha detto poi nella registrazione della puntata di ‘Porta a porta' in onda questa sera su Rai1.

Per la situazione nella Striscia, la presidente del Consiglio guarda con grande attenzione al piano di pace di Trump per Gaza: "Penso che la proposta di piano di pace presentata dal presidente degli Stati Uniti d'America apra oggettivamente più di uno spiraglio. Si tratta di una proposta molto articolata che prevede molte delle cose chieste in questi anni: il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, il graduale ritiro di Israele dalla striscia di Gaza, no a nuovi insediamenti in Cisgiordania, il disarmo di Hamas, fino a riconoscere chiaramente l'aspirazione palestinese ad avere un proprio stato".

"È un piano sul quale c'è stata una convergenza totale, tra paesi europei, paesi arabi, autorità nazionale palestinese, la stessa Israele, Hamas, seppur con qualche distinguo", ha aggiunto.

"È un percorso molto fragile e bisogna lavorare tutti insieme con forza. L'Italia c'è, perché a questo ci siamo dedicati in questi mesi, mentre gli altri sventolavano le bandiere. Mi sarebbe piaciuto che il Parlamento votasse a sostegno del piano all'unanimità, ma alcune forze dell'opposizione hanno deciso di non sostenerlo. Il che è abbastanza bizzarro visto lo sostiene persino Hamas".

Il nodo candidature per le elezioni regionali

Dopo l'ennesima vittoria in Calabria ieri, con la riconferma di Occhiuto, governatore di Forza Italia, oggi il centrodestra ha ufficializzato la candidatura in Campania dell'esponente di Fdi e viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. In verità la sua candidatura è stata subito accolta da Lega e Noi Moderati, ma non è arrivata la conferma di Forza Italia, che ieri aveva fatto sapere di preferire un civico. "No, non c'è il nostro il via libera al momento. Se ne sta occupando il segretario Tajani e deciderà lui insieme agli altri leader della coalizione", ha spiegato infatti Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia ad Affaritaliani. "Si troverà la quadra nel centrodestra quando ci sarà la riunione definitiva", ha specificato. E proprio domani è previsto un vertice di centrodestra a Palazzo Chigi, per discutere di elezioni regionali e legge di Bilacnio.

Su Cirielli Nevi è molto chiaro "Per quanto ci riguarda non ci sono ancora decisioni ufficiali. La questione è in mano a Tajani ed essendo una regione è giusto che se ne occupi il segretario. I leader terranno conto di tutti gli aspetti e faranno una scelta finale, ma ad oggi il via libera a Cirielli in Campania da parte di Forza Italia non c'è", ha ribadito il vice-capogruppo vicario azzurro alla Camera.

Lo stesso Cirielli si è detto "sorpreso": "Chiaramente mi aspetto che rapidamente a livello nazionale si ricomponga qualunque controversia. Non credo che ce ne siano, perché mi risulta che alla prima riunione venerdì scorso anche il ministro Tajani, come tante volte, ha espresso parole lusinghiere nei miei confronti".

Meloni però ha negato l'esistenza di polemiche o nodi da sciogliere: "Nessun nervosismo nella maggioranza", ha detto a ‘Cinque minuti'. "Il centrodestra si è affermato dodici volte su sedici" sulle ultime elezioni regionali, ha ricordato, "ho la conferma che gli italiani vedono i risultati" del governo "e capiscono quando si cerca di trattarli per scemi", ha sottolineato commentando il voto nelle Marche e in Calabria. "Questo governo ha come bussola l'interesse nazionale", ha rimarcato la premier. Al momento però mancano ancora i nomi dei candidati in Puglia e Veneto, che sfideranno rispettivamente Decaro e Manildo.

Cosa ha detto Meloni sulla legge di Bilancio

Come si diceva, al vertice a Palazzo Chigi di domani si discuterà anche della prossima manovra: "Vorremmo dare un segnale al ceto medio", ha detto la premier nella registrazione di ‘Porta a porta'.

"Quello che dicono tutti i numeri è che negli ultimi dieci anni prima di questo governo il potere d'acquisto dei salari degli italiani era sceso di due punti, mentre in Europa cresceva di due punti e mezzo. Con questo governo il trend si è invertito e i salari sono tornati a crescere di più", ha detto la premier. "Abbiamo cercato di rafforzare quel potere acquisto. Bisogna insistere in questa strategia. Continuiamo su questa strada. Noi ci siamo concentrati finora sui redditi più bassi e io credo che sia importante adesso cercare di allargare la platea. Dipende sempre dalle risorse che si hanno complessivamente, ma ci sono diverse possibilità. Diciamo per l'obiettivo è arrivare ai 50mila", ha osservato Meloni. "Ci sono una serie di misure allo studio perché come sempre con le poche risorse delle quali disponi devi cercare di capire come spendere gli stessi soldi impattando meglio".

"L'abbiamo già fatto lo scorso anno, non ho intenti punitivi verso il sistema bancario, che è un asset della nazione. Confido si possa trovare soluzione anche quest'anno, perché c'è chi ha potuto contare su uno scenario migliore, anche generato da quello che la politica ha fatto. Ci invece sono degli italiani che però ancora vanno messi in sicurezza, e penso che si possa chiedere una mano", alle banche "come l'anno scorso", ha detto la premier, rispondendo a una domanda sul possibile intervento sulle banche in manovra.

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