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Matteo Salvini: “Daremo il sangue per Taranto e perché non salti neanche un posto di lavoro”

“Purtroppo, al governo abbiamo degli incompetenti o degli incapaci o dei complici. Siamo a disposizione per sostenere qualsiasi iniziativa che salvi non solo quelle migliaia di posti di lavoro che sono sacri ma anche un settore fondamentale come l’acciaio. Togliere l’acciaio dall’Italia sarebbe una follia”: così Matteo Salvini si scaglia contro il governo sul caso dell’ex Ilva di Taranto.
A cura di Annalisa Girardi
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"Daremo il sangue per Taranto e perché non salti neanche un posto di lavoro. Purtroppo, al governo abbiamo degli incompetenti o degli incapaci o dei complici": così Matteo Salvini ha commentato, arrivando a Verona per Fieracavalli, la questione calda della settimana, cioè la decisione di ArcelorMittal di abbandonare l'ex Ilva di Taranto. "Siamo a disposizione per sostenere qualsiasi iniziativa che salvi non solo quelle migliaia di posti di lavoro che sono sacri ma anche un settore fondamentale come l'acciaio. Togliere l'acciaio dall'Italia sarebbe una follia", ha aggiunto il segretario della Lega.

Salvini si era espresso sul caso anche questa mattina, dicendo: "La prossima non vorrei che fosse Alitalia. Se Ilva dovesse morire, questi se lo portano nella coscienza per i prossimi 50 anni. O restituiscono il futuro a questi operai, o sarà un danno irreparabile". In un affondo al governo, e in particolare al presidente del Consiglio, aveva anche rimarcato: "Conte dice che lo scudo penale sarebbe solo una scusa? Ho smesso da tempo di credere al presidente del Consiglio. Lo scudo è stato tolto con il voto di Pd, Cinque Stelle e Leu, questo è".

Sulla possibilità di nazionalizzare l'Ilva, Salvini aveva inoltre commentato: "Un governo normale il problema se lo doveva porre prima di far scappare gli imprenditori. Questi  sono dei matti, fanno scappare chi è pronto a investire 4 miliardi di euro per il risanamento ambientale. Noi per salvare i posti di lavoro siamo disposti a fare qualunque cosa".

Da parte sua, Giuseppe Conte, ha affermato: "È una vertenza che sta particolarmente a cuore al governo, riteniamo quel polo industriale di interesse strategico per il Paese. Per il governo rilanciare l'Ilva e Taranto è una priorità. Vogliamo delle soluzioni che ci rassicurino. La società che al momento risulta affittuaria ha emesso un atto di recesso, e ha avanzato altre richieste che puntano tutte alla rescissione del contratto. Noi non riteniamo giustificate queste posizioni. Lo scudo penale è un falso problema, il governo è pronto a reintrodurlo".

E ancora: "Il governo si è mostrato compatto in quest'interlocuzione, ma non è lo scudo penale il vero motivo del disimpegno dell'azienda. Lo scudo penale non è il tema. L'azienda franco-indiano ritiene che i livelli di produzione siano insostenibili, e non riescono a remunerare gli investimenti, e non può assicurare gli attuali livelli di produzione. Per questo l'azienda ci chiede 5.000 esuberi e per noi è un dramma sociale inaccettabile", ha detto Conte. "Teniamo aperto un tavolo negoziale 24 ore su 24. Abbiamo invitato Mittal a prendersi un paio di giorni e farci una proposta per assicurare continuità livelli occupazionali, produttivi e ambientali".

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