Mattarella frena sui nuovi voucher e chiede più garanzie al governo Gentiloni
Il presidente della Repubblica ha chiesto chiarimenti al governo in merito al reinserimento dei voucher nell'ordinamento, mediante l'approvazione di un emendamento inserito nella manovra correttiva recentemente licenziata dal Parlamento. Secondo l'agenzia Ansa, il Quirinale si sarebbe fatto carico delle preoccupazioni dei sindacati e dei diversi settori del mondo del lavoro chiedendo all'esecutivo una riflessione. Così, dopo le perplessità avanzate dall'Ufficio parlamentare di bilancio, che ha sostenuto l'esistenza di un eventuale "rischio di favorire comportamenti evasivi", e le proteste della Cgil, il sindacato capitanato dal segretario Susanna Camusso, promotore del referendum per l'abolizione dei voucher neutralizzato dal governo per decreto, ora anche il presidente Mattarella invita alla riflessione. Palazzo Chigi ha risposto con una nota in cui fa sapere di aver “provveduto a far pervenire al Quirinale un appunto sulla nuova disciplina, anche in relazione agli ordini del giorno approvati in materia dalla Camera dei Deputati”.
A causare le perplessità sarebbe un particolare punto della nuova normativa, ovvero il comma che, come denunciato dalla Cgil, consente al datore di lavoro di revocare entro tre giorni dalla prestazione la chiamata del lavoratore comunicata sul portale dell’Inps. Nella nota inviata al Colle, Palazzo Chigi si impegna a "prevenire possibili abusi" dalla diffusione dei nuovi voucher e annuncia che l'Inps emanerà "entro il 30 giugno una circolare per illustrare le nuove procedure a disposizione di imprese e famiglie" e che, infine, "varerà poi il 10 luglio la piattaforma telematica che non consentirà l'insorgenza di abusi o di rapporti lavorativi irregolari". La Cgil, comunque, all'indomani dell'approvazione dell'emendamento alla manovra correttiva ha annunciato la volontà di ricorrere in Consulta: "Non appena ci sarà la pubblicazione in Gazzetta ufficiale faremo le cose che bisogna fare, verificare l'utilizzo e da questo punto di vista attaccare giuridicamente tutte le cose che si possono attaccare e chiederemo alla Corte Costituzionale che vuol dire violare l'articolo 75 della Costituzione che riguarda i referendum".