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Maran a Fanpage: “Ancora tanti divari in Europa, il diritto alla casa è diventato un tema centrale per la coesione”

I fondi di coesione sono tra i principali canali di finanziamento dell’Unione europea: le priorità vengono decise a Bruxelles, ma poi infrastrutture e progetti si realizzano sul territorio. Ne abbiamo parlato con Piefrancesco Maran, eurodeputato e già assessore comunale a Milano, per capire quante cose attorno a noi siano realizzate proprio grazie a questi fondi.
A cura di Annalisa Girardi
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I fondi di coesione sono tra i principali canali di finanziamento di cui dispone l'Unione europea e grazie a queste risorse Stati, Regioni ed enti locali finanziano migliaia e migliaia di progetti. Funziona così: il macro obiettivo rimane sempre la riduzione delle diseguaglianze, ma questo viene poi declinato in diverse priorità, che vengono stabilite a Bruxelles. Anche i fondi vengono stanziati dalla Commissione europea, poi però la gestione e la realizzazione di opere  e investimenti avviene a livello locale. Ne abbiamo parlato con Pierfrancesco Maran, oggi eurodeputato e prima assessore comunale a Milano.

Questo è un contenuto realizzato grazie al Bando Europeo DG REGIO- AWARE PROJECT che ha l'obiettivo di promuovere la consapevolezza sulle Politiche di coesione applicate dalla Commissione Europea. È un vodcast in tre puntate che si può ascoltare qui. 

A Maran, vista la sua duplice esperienza europea e locale, abbiamo chiesto proprio di come le politiche di coesione che vengono pensate a Bruxelles poi si realizzano sul territorio. Lui le ha descritte come "gli ambasciatori dell'Unione Europea nelle città, nelle comunità, che hanno l'obiettivo di cercare di far crescere in maniera armonica l'Unione". Poi ci ha spiegato: "Negli ultimi bilanci c'è stata una maggiore attenzione a coinvolgere le città, mentre storicamente i fondi di coesione sono stati molto legati ai temi. In Italia ad esempio – come è anche giusto che sia, in un'ottica redistribuiva – buona parte dei fondi andavano al Sud. L'ultima volta invece sono state pensate delle quote rivolte allo sviluppo delle aree urbane. E un'altra cosa interessante è che sono stati messi fondi non solo per le infrastrutture, ma anche per i servizi".

Maran ci fa l'esempio dei centri estivi, che spesso in una città come Milano mancano d'estate o finiscono per costare troppo, mettendo in difficoltà i genitori che lavorano e finendo per pesare molto di più sulla donna. Un esempio per sottolineare che la coesione non è solo economica e territoriale, ma anche sociale. "Dobbiamo anche pensare che quello di coesione è un concetto che si evolve nel corso del tempo. Certo che la geografia conta. In Italia lo vediamo benissimo, pensiamo a quanti ragazzi e ragazze lasciano il Sud per studiare, per lavorare verso il Nord o verso l'estero. Non è risolta quella sfida, è ancora lì. Anzi, forse non stiamo neanche vincendo, onestamente. Però non è l'unica che c'è, ce ne sono tante altre di differenze".

Con l'eurodeputato, che quando era al Comune di Milano è stato anche assessore all'urbanistica, abbiamo affrontato anche la questione della casa, un altro tema importantissimo quando si parla di coesione. "Questo adesso è sicuramente uno dei temi principali, perché dal 2019 ad oggi in gran parte delle città europee gli affitti sono cresciuti tra il 50% e picchi del 110%. Questo è un dato pazzesco. Sta succedendo una cosa particolare. Ci sono degli studenti universitari che si trovano a pagare prezzi folli per una stanza. Sono cifre immorali, ma si pagano nell'ottica che sia un investimento per una fase di vita. La cosa drammatica è il rischio che l'esperienza universitaria o di avvio del lavoro, poi diventi un respingimento nella fase successiva di vita. Perché un monolocale a quella cifra ti fa arrabbiare pagarlo, ma alla fine lo paghi. Quando invece vuoi un'autonomia, vuoi costruire una famiglia o semplicemente vuoi vivere da solo senza coinquilini, diventa un ostacolo non superabile. E quindi il rischio è che le città non vengano percepite come un luogo dove costruisci il tuo futuro, ma di passaggio. Questo sta avvenendo contestualmente in tutte le grandi città europee e americane, perché c'è stata un'improvvisa finanziarizzazione della casa. Allora, le politiche di coesione si devono integrare in una nuova strategia europea che prova a definire che cos'è la casa oggi. Alcune Costituzioni garantiscono proprio il diritto alla casa".

A Maran abbiamo anche chiesto anche di raccontarci le dinamiche politiche all'interno del Parlamento europeo, dopo che con le ultime elezioni dell'anno scorso abbiamo visto aumentare gli esponenti di forze sovraniste. "Un terzo del Parlamento Europeo è composto da forze che sono considerate sovraniste di estrema destra. È la prima volta nella storia che questo accade e questo ha degli effetti. Intanto perché politicamente possiamo dire che si vedono due maggioranze. C'è la cosiddetta maggioranza Pro-Europe, quella che poi ha eletto von der Leyen e che prende le forze storiche che governavano l'Europa, quindi i Socialisti, i Popolari, Renew e i Verdi in una maniera un po' laterale. L'ECR, che è il partito di Meloni, ha un'altra funzione ancillare, un po' come quella dei Verdi, mentre in
passato era totalmente esterna. Ma capita sovente che i Popolari votino dei provvedimenti con tutte le forze dell'estrema destra. Lì si chiama maggioranza Venezuela perché la prima volta che si è verificata era su una risoluzione che riguardava il Venezuela. Questa situazione è particolare sia perché cambia alcune delle politiche pubbliche dell'Europa, ma dall'altro anche rallenta in alcuni passaggi dei processi decisionali".

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