Manovra 2026

Manovra, tutti i bonus in arrivo nella prossima legge di bilancio: quali saltano e quali restano

L’elenco dei bonus in arrivo nella nuova legge di bilancio 2026: vediamo quali incentivi saltano e quali restano. Dai bonus casa a quelli per le famiglie, come la card “Dedicata a te”, la nuova “Carta Valore” e l’aiuto per le madri lavoratrici. Ma anche il bonus psicologo e i contributi per comprare mobili o elettrodomestici.
A cura di Giulia Casula
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Anche quest’anno una parte della legge di bilancio è dedicata ai bonus e agli incentivi fiscali: alcuni resteranno anche il prossimo anno (ad esempio, i bonus casa), altri verranno cancellati (il Superbonus), altri ancora cambiati (come quello per le madri lavoratrici). E poi ce ne sono anche di nuovi, ad esempio l’aiuto per i genitori separati che pagano un affitto o la Carta valore per i diplomati. Da qui a fine anno, alcune norme potrebbero cambiare prima che la manovra venga definitivamente approvata dal Parlamento. Ma nel frattempo, proviamo a fare un po' di chiarezza con quello che sappiamo finora.

Bonus casa in Manovra: quali restano e quali no

Partiamo da uno dei temi più gettonati, i bonus casa. Innanzitutto, di che stiamo parlando: il termine bonus in realtà è un po’ improprio perché parliamo di detrazioni fiscali, cioè di uno sconto che si applica nel momento in cui paghiamo le tasse. Un’agevolazione che permette di recuperare in dichiarazione dei redditi una certa percentuale delle spese sostenute, ad esempio per ristrutturare casa, cambiare gli infissi, fare il cappotto, comprare mobili o elettrodomestici. Naturalmente le condizioni cambiano a seconda del tipo di incentivo, con criteri che sono stati resi più o meno stringenti negli anni.

Ristrutturazioni, ecobonus e sismabonus

Quindi, quali restano nel 2026? Restano il bonus ristrutturazioni, l’ecobonus e il sismabonus, tutti e tre alle stesse condizioni già previste per quest’anno. Il meccanismo alla base è identico: una detrazione al 50% per gli interventi fatte sulle prime case, un po’ più bassa, al 36% per le seconde case. Quello che cambia, a seconda dell’incentivo, è il tipo di lavori coperti:

  • il bonus ristrutturazione si può usare per interventi di manutenzione, restauro e appunto ristrutturazione fino a un massimo di 96mila euro per immobile. Ad esempio, immaginiamo che si decida di rifare il bagno di casa e che si spenda in tutto 30mila euro per i lavori. Siccome si tratta della prima casa, lo sconto è quello più alto, al 50%. Quindi si potrà recuperare dalle tasse la metà delle spese, 15mila euro. Se si tratta invece, di una seconda casa, la detrazione scende al 36%, poco meno di 11mila euro. Ma non tutti in una volta. Il rimborso è spalmato in dieci quote annuali, di uguale importo.
  • l’ecobonus invece, riguarda tutti quei lavori che permettono di migliorare l’efficientamento energetico della casa, come l’installazione di pannelli solari, pompe di calore, impianti di climatizzazione ma anche infissi, finestre, vetrate, pavimenti, purché servano a migliorare la classe energetica dell’edificio. Ad esempio, ipotizziamo di cambiare le vecchie caldaie a gas, più inquinanti, con delle nuove pompe di calore e che la spesa totale ammonti a 20mila euro. Anche qui si potrà detrarre il 50%, 10mila euro, se il lavoro è stato fatto sulla prima casa; il 36% invece, quindi 7.200 euro, sulle seconde.
  • Infine, il sismabonus è un incentivo rivolto a chi fa lavori per ridurre il rischio sismico della propria casa. Ad esempio, rinforzando le fondazioni, i solai, le travi, i pilastri ma anche ristrutturando interamente l’edificio se serve a migliorarne la sicurezza. Stesso discorso di prima: 50% sulla prima casa, al 36% su un’abitazione diversa, con un limite di spesa di 96mila euro.

Bonus mobili ed elettrodomestici

Ma il capitolo casa non è finito. C’è un’altra agevolazione che molto probabilmente rimarrà anche nel 2026, cioè il bonus mobili. Sto parlando di una detrazione al 50% sulle imposte di cui può beneficiare chi compra mobili o grandi elettrodomestici per arredare un edificio che sta ristrutturando. Anche in questo caso c’è un limite di spesa, di 5mila euro.

Potremmo ritrovare anche il bonus elettrodomestici, un voucher fino a 200 euro per chi decide di rottamare il proprio vecchio elettrodomestico e comprare uno nuovo, di una classe energetica più alta. Per ora nel testo della manovra non c’è ma spunta tra le proposte di modifica segnalate dalla maggioranza. Vediamo se alla fine verrà approvato.

Addio al Superbonus e al bonus barriere architettoniche

Abbiamo visto gli incentivi confermati ma quali sono quelli che vengono cancellati? Non ci sarà più il Superbonus, che prevedeva un’aliquota di detrazione del 110% per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica e sismica. La misura, introdotta dal governo Conte nel 2020, è stata fortemente criticata per i costi e l’impatto sui conti pubblici. In questi anni il governo Meloni l’ha gradualmente ridimensionata fino ad eliminarla del tutto a partire dall’anno prossimo.

Sparirà anche il bonus barriere architettoniche, la detrazione al 75% da ripartire in 5 anni per le spese fatte per eliminare ostacoli fisici e semplificare gli spostamenti di chi ha delle disabilità motorie o dei più anziani (ascensori, scale mobili, rampe e così via).

Tutti gli incentivi per le famiglie nella prossima legge di bilancio

Passiamo al pacchetto famiglie. Dall’anno prossimo ci sono almeno tre novità: una riguarda le donne che hanno figli e lavorano, l’altra i genitori separati o divorziati, l’altra ancora i neodiplomati.

Sale il bonus madri lavoratrici

Nel primo caso mi riferisco al cosiddetto “bonus madri lavoratrici”. Un contributo per le lavoratrici, dipendenti e autonome, con almeno due figli a carico. Nel 2026 passerà da 40 a 60 euro al mese, per un totale di 720 euro l’anno. Ma c’è un limite di Isee per riceverlo: deve essere più basso di 40mila euro.

L'aiuto per i genitori separati o divorziati

La seconda novità invece consiste in un contributo per aiutare quei genitori separati o divorziati che non abitano più nella casa familiare e che oltre al mantenimento dei figli devono pagare l’affitto di una nuova abitazione. Per ora si sa poco: i figli a carico devono avere meno di 21 anni e il fondo messo a disposizione è di 20 milioni. Per il resto non sappiamo se verranno fissati altri requisiti o limiti di accesso.

La "Carta Valore" per i giovani diplomati

Vi ho detto che c’è una terza novità ed è la Carta Valore, 500 euro da spendere in cultura: libri, cinema, teatri, concerti, musei, strumenti musicali o corsi di danza, lingua e simili. Ma ha già attirato diverse critiche. Il problema infatti è che potranno accedervi solo i ragazzi che hanno conseguito il diploma entro i 19 anni. Saranno esclusi i bocciati, ma anche chi frequenta i percorsi professionali — come parrucchieri, meccanici o panettieri — che rilasciano una qualifica ma non un diploma. Col rischio di discriminare tutti coloro che per un motivo o per un altro non hanno avuto un percorso lineare.

Restano il bonus nuovi nati e asili nido

Tra le agevolazioni per le famiglie, rimane invariato il bonus nuovi nati, i 1000 euro una tantum per ogni nuovo figlio, nato, adottato o preso in affidamento nel 2026. Anche l’anno prossimo l’isee per richiedere il sostegno Inps dovrà essere inferiore a 40mila euro.

Sempre per le famiglie, c’è il bonus asilo nido, un contributo per chi ha figli piccoli e deve pagare le rette dell’asilo. L’importo è collegato all’Isee (chi ce l’ha più basso riceve di più) e viene erogato fino ai 3 anni del bambino. Dall’anno prossimo potrà essere usato anche per pagare micronidi, sezioni primavera, spazi gioco e altri servizi educativi.

Nel 2026 torna la Carta dedicata a te

Nel 2026 torna anche la Carta dedicata a te, un card per acquistare beni di prima necessità riservate a chi è in difficoltà economica, alle famiglie con un reddito molto basso. Vale 500 euro e ci si può comprare alimentari (pane, carne, latte, uova…) o avere degli sconti nei negozi che aderiscono all’iniziativa.

Via il bonus sport

Dall’anno prossimo non vedremo più invece il bonus sport, l’aiuto economico per riuscire a pagare le attività sportive dei figli per le famiglie con un Isee sotto i 15mila euro.

Gli altri sostegni: il bonus psicologo e il reddito di libertà

Ora, chiuso il capitolo casa e quello famiglie, vediamo cosa altro resta. Il bonus psicologo ci sarà, ma con le criticità che conosciamo: fondi insufficienti per coprire le moltissime richieste, lunghe liste di attesa, erogazioni lente e portale che va in tilt a ogni click day.

In manovra è stato rifinanziato (anche se con meno risorse di prima) il reddito di libertà, un sostegno di 500 euro per 12 mesi, per le donne vittime di violenza che si trovano in condizioni economiche difficili e sono seguite da centri antiviolenza o servizi sociali.

Cosa cambierà per i bonus con la nuova riforma Isee

Alcuni dei bonus di cui abbiamo parlato prevedono delle soglie Isee. Se le superi non puoi fare richiesta e sei automaticamente escluso dal beneficio. Queste soglie servono anche a fissare in linea di massima delle platee di beneficiari. Dal prossimo anno però le cose potrebbero cambiare. La legge di bilancio infatti prevede l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’Isee. È un cambiamento importante che potrebbe avere degli effetti su tutti i bonus che prevedono un requisito di reddito. Questo perché, molto semplicemente, se si elimina la prima casa dal calcolo dell’Isee, quest'ultimo si abbasserà. Il ricalcolo potrebbe permettere di accedere a degli incentivi, da cui magari si era rimasti esclusi per poco.  Allo stesso tempo però resterà penalizzato chi vive in affitto che non potrà beneficiare del ricalcolo.

Le critiche

Ora al di là dei bonus che restano e di quelli che saltano, le opposizioni hanno criticato una manovra basata su interventi spot – che alcuni hanno definito “mancette”. Delle misure temporanee, che magari possono avere qualche effetto positivo nel breve periodo, dare più respiro alle famiglie, ma che poi con il passare del tempo finiscono per essere poco efficaci. Misure che vanno e vengono come i bonus non sono in grado di favorire la crescita o offrire una soluzione ai problemi più strutturali dell'economia italiana. Anzi, in alcuni casi possono essere molto costose. Ma allo stesso tempo, possono rivelarsi molto utili alla propaganda politica. Per il rilancio però, servirebbero interventi più ampi e riforme mirate, non tappabuchi precari a seconda delle esigenze del momento.

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