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Manovra, rinvio maxi emendamento, opposizioni all’attacco. Conte: “Non controllo il Parlamento”

Il presidente del Consiglio, parlando dello slittamento al maxi emendamento alla manovra, ha detto che i tempi lunghi sono stati determinati dalla trattativa con l’Europa: “Il negoziato lo avrei concluso il giorno dopo averlo iniziato. Non mi devo giustificare perché ha impiegato tutto questo tempo. Era importante concluderlo nel migliore dei modi per i cittadini italiani e ci siamo riusciti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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UPDATE – Elisabetta Alberti Casellati, ha letto nell'Aula di Palazzo Madama le decisioni della capigruppo sui tempi di discussione del maxiemendamento, che il governo presenterà alle 14 di domani, e che invece era stato annunciato per la giornata di oggi. La discussione generale per la fiducia inizierà alle 16. Seguiranno, dalle 20:00, le dichiarazioni di voto e la chiama. L'esito del voto è quindi atteso per le 22:30. Ma le opposizioni non ci stanno. In serata, visti i tempi dilatati per l'approvazione della Legge di Bilancio, l'Ufficio Stampa e del Portavoce del Presidente del Consiglio Conte, in accordo con l'Ordine dei Giornalisti e con l'Associazione stampa parlamentare, ha fatto sapere che la consueta conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio è posticipata alla prossima settimana.

"Il presidente del Consiglio non controlla il Parlamento" ha detto Giuseppe Conte al termine del Consiglio dei ministri, parlando proprio degli slittamenti alla presentazione del maxiemendamento alla manovra. Sulla questione si è espresso anche il vicepremier Matteo Salvini"Negli scorsi anni non c'è mai stato alcun problema perché i Governi che ci hanno preceduto hanno sempre assecondato le volontà di Bruxelles. Noi abbiamo provato a far valere le nostre posizioni".

Anche il premier Conte ha giustificato il rallentamento dei lavori parlamentari facendo riferimento alla trattativa con Bruxelles: "Ci sarebbe piaciuto lasciare un più ampio margine e agio di esame e discussione questo sì, imbarazzo per qualche colpa no. Il negoziato lo avrei concluso il giorno dopo averlo iniziato. Non mi devo giustificare perché ha impiegato tutto questo tempo. Era importante concluderlo nel migliore dei modi per i cittadini italiani e ci siamo riusciti. Siamo al rush finale – ha assicurato – Spero comunque che già domani il maxiemendamento sia approvato al Senato. So che siamo in zona Cesarini". 

L'atteggiamento della maggioranza, ha commentato la presidente dei senatori di FI, Anna Maria Bernini, "è sconcio nei confronti del popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni e' uno sfregio ai loro elettori. È la loro Caporetto politica, il fallimento politico di questo governo. Diteci cosa state nascondendo? Cosa siete diventati? Quali accordi politici al massimo ribasso avete fatto tra di voi sulla pelle degli italiani?". Poi ha aggiunto: "Non usciremo dall'aula ma non parteciperemo al voto, dando le spalle non alla presidenza ma a questo governo che ha imbavagliato la democrazia". E durante il suo intervento gli altri senatori di Forza Italia presenti in Aula hanno urlato: "Buffoni, buffoni!".

I senatori Pd hanno occupato l'Aula di Palazzo Madama fino per più di mezz'ora al termine della seduta, per criticare "l'atteggiamento scandaloso del governo nei confronti del Senato", ha spiegato Andrea Marcucci, capogruppo del Partito democratico: "Il presidente Conte non può venire in Senato a prenderci in giro con la sua conferenza stampa. Lei non lo può permettere. Se questo dovesse avvenire, se Conte domani verrà in sala Koch a vantarsi sulla Manovra non presentata, ci troverà ad aspettarlo. Dopo aver umiliato il Senato, non si presenti". 

"Siamo davvero alla follia – ha scritto su Twitter Matteo Richetti, senatore del Pd – Per cinque anni si imbavagliavano e salivano sui tetti alla minima accelerazione del Governo sul Parlamento. Oggi lo calpestano senza pudore. Votano senza nemmeno sapere cosa. Senza discutere. Senza emendare. Senza vergogna".

Francesco Boccia, candidato alla segreteria del Pd ha detto: "Il governo Lega-M5S, rinviando ancora la presentazione del maxi emendamento alla legge di Bilancio in Senato, continua ad esautorare e umiliare il Parlamento. Non trasmettono i testi, siamo ancora all'oscuro dei contenuti, conosciamo solo i dettagli dell'accordo fatto a Bruxelles che si traduce in aumenti Iva alle stelle, 25.2 nel 2020 e 26.5 nel 2021, e un aumento indistinto della tassazione, dei tagli lineari e una diminuzione degli investimenti. Caos e pasticci di tale portata che non erano nemmeno ipotizzabili dai peggiori detrattori del governo Lega-M5S che si dimostra ogni giorno di più disastroso". 

Per Loredana De Petris, capogruppo del misto, si dovrà andare "avanti a oltranza" perché "dobbiamo avere la possibilità di vedere cosa c'è in questa manovra" prima di votarla, perché con questo governo "stiamo rischiando di andare all'esercizio provvisorio. Siamo ostaggio da giorni e giorni – ha aggiunto al De Petris – Ma come è possibile che, durante la nostra conferenza dei capigruppo, arrivi la notizia che il presidente del Consiglio Conte verrà qui a fare la sua conferenza stampa?".

"Sono andato a vedermi se veramente quella di quest'anno era un unicum nella storia, e ho cercato precedenti pensando di dover arrivare agli Anni Settanta. Mi sono fermato nel 2016, due anni fa, quando non c'è stato nemmeno un voto in commissione per la Manovra", ha spiegato Stefano Patuanelli del M5S, durante il dibattito di oggi sulla legge di Bilancio al Senato.

"Il maxiemendamento è pronto, siamo in attesa della Ragioneria. Stiamo garantendo agli italiani delle misure che nessuno ha mai messo in campo: reddito di cittadinanza e superamento della Legge Fornero. Per sistemare le storture atroci che ci hanno lasciato le opposizioni in effetti c'e' voluto tempo… e ancora ce ne vorra'. Capiamo anche che il Pd possa non amare il fatto che stanziamo delle cifre per i truffati dalle banche e che Forza Italia probabilmente non ha ancora digerito del tutto lo Spazzacorrotti. Domani chiuderemo questa Manovra in Senato e gli unici a cui ci sentiamo di dover rendere conto sono gli italiani che ci hanno voluto qui dopo anni di austerity e di vessazioni", ha spiegato il presidente della commissione Politiche Ue del Senato Ettore Licheri, del Movimento 5 stelle.

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