Manovra, perché la maggioranza si è spaccata e cosa hanno deciso nella notte Meloni, Salvini e Tajani

Dopo il caos sul pacchetto pensioni che ha portato la maggioranza allo scontro, ieri notte Giorgia Meloni ha deciso di convocare un vertice a Palazzo Chigi per appianare le tensioni tra gli alleati e sbloccare l'iter della manovra. Con lo stralcio del maxi-emendamento contenente la stretta sulle pensioni sono rimaste fuori tutta una serie di misure destinate alle imprese che ora confluiranno in un nuovo emendamento del governo. Tra queste: Transizione 5.0, le norme sul caro materiali e sulla Zes unica e i fondi per il Piano casa. È possibile quindi, che l'approdo in Aula slitti ancora, addirittura al 24 mattina.
Lo scontro si è consumato sulle misure che prevedevano un ridimensionamento del peso del riscatto della laurea ai fini della maturazione dei requisiti per la pensione anticipata e l'allungamento delle finestre mobili per l'accesso al prepensionamento. La Lega ha minacciato di non votare l'emendamento da 3,5 miliardi del governo e dopo ore di confusione e dichiarazioni contrastanti, si è deciso di cancellare completamente le norme contestate.
Soddisfatto il Carroccio che si era scagliato contro le misure "volute dai tecnici del Mef", sottolineano fonti interne. "Le risorse per le imprese si potevano trovare in un altro modo, e così ci sarà un emendamento riformulato senza la necessità di un decreto", fanno sapere. Insomma norme per le imprese – dai fondi Zes a Transizione 5.0 – inserite nell'emendamento stoppato in commissione al Senato sono finite in un testo riformulato dal governo e non più in un decreto da approvare entro fine anno, come si era ipotizzato inizialmente.
L'irritazione della premier: "Ora si chiuda"
La polemica che ha travolto la maggioranza però, non è affatto piaciuta a Meloni, che in quelle ore si trovava a Bruxelles per il Consiglio europeo sull'Ucraina. Al suo ritorno la premier ha riunito i suoi alleati, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti e il viceministro Maurizio Leo, ai quali ha espresso la sua irritazione per il pasticcio sulla manovra. La premier non avrebbe affatto gradito, sottolineano fonti parlamentari della maggioranza, l'incidente avvenuto in Commissione al Senato e avrebbe chiesto quindi al titolare del Mef di sciogliere i nodi rimasti.
"Si è deciso che è più corretto fare un nuovo emendamento su temi che la Commissione ha comunque già visto", ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, spiegano che le coperture "saranno all'interno dei piani Inps e nella rimodulazione di alcuni investimenti".
Nella giornata di ieri sono comunque arrivati alcuni importanti via libera, come alla norma sull'oro di Bankitalia, quella sugli affitti brevi, sull'iperammortamento o ancora sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. Ci sarà anche la tassa di 2 euro sui pacchi di piccolo valore extra-Ue e le discusse disposizioni sui contributi da parte delle banche, con l'aumento dell'Irap l'anticipo sui crediti d'imposta e il taglio dell'imposta per sbloccare le riserve. Confermate anche le misure per le scuole paritarie, con il voucher da 1.500 euro per ogni figlio iscritto e l'esenzione dell'Imu per gli istituti.
Si allungano i tempi, possibile voto in Senato il 24 mattina
Tuttavia il protrarsi dei lavori in Commissione potrebbe causare nuovi ritardi, con i lavori che potrebbero allungarsi fino alla mattina del 24 dicembre. Intanto, l'opposizione va all'attacco sulla gestione della legge di bilancio, "C'è stato l'ennesimo vertice di governo che ha preso in ostaggio la commissione Bilancio del Senato bloccandone il lavoro", ha dichiarato il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia. "È evidenze lo sfascio di questa maggioranza. Ora è stato annunciato un nuovo emendamento del governo relativo a misure per le imprese. Restiamo in attesa di vedere il testo di un emendamento che di fatto rallenterà i lavori e farà approdare la Manovra in aula con un altro evidente ritardo. Io voglio solo avvertire il governo: non si azzardi a rimettere le mani sulle pensioni. Non permetteremo un'altra forzatura di una destra che sta prendendo in giro gli italiani", è il monito.
"Il disastro fatto da governo e maggioranza – ha spiegato il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli – era legato all'inaccettabilità da parte della Lega di coperture di quell'emendamento: siccome la maggioranza e il governo oggi hanno bisogno dell'opposizione per continuare a sostenere la loro posizione sul maxi nuovo, se ci sarà qualsiasi cosa sulle coperture che non va bene alle opposizioni, chiaramente quell'emendamento non alcuna possibilità di andare avanti", ha detto. "A meno che non si voglia fare la legge di bilancio in prima lettura il 30 dicembre. Io non so cosa ci metteranno, ma se sarà usata una copertura che a noi non va bene, non saremo collaborativi come non lo è stata la Lega con il suo governo", ha avvertito.