Manovra, Cattaneo (FI): “Ponte sullo Stretto si farà, spostamento dei fondi è solo un fatto tecnico”

Nel pieno del confronto parlamentare sulla Manovra 2026, tra le accuse delle opposizioni sui tempi compressi e le critiche alle scelte fiscali del governo, Fanpage.it ha parlato con Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia. Dalla riduzione dell'Irpef per il ceto medio fino al nodo del Ponte sullo Stretto, Cattaneo difende l'impianto della legge di bilancio, respinge le contestazioni sul ruolo del Parlamento e rivendica la volontà politica dell'esecutivo sulle grandi opere, parlando di scelte "tecniche" e non di retromarce.
Una manovra "in linea con i tempi"
È proprio sul metodo seguito dal governo nell'elaborazione della manovra che si concentra la prima polemica sollevata dalle opposizioni, che denunciano un iter compresso e accusano il governo di svuotare il ruolo del Parlamento, parlando di una manovra "già scritta" prima ancora della discussione parlamentare. Un'accusa che Cattaneo respinge con decisione: "È la mia ottava legge di bilancio – spiega a Fanpage.it – e la manovra è sempre un provvedimento complesso, che contiene centinaia di temi. È normale che nel corso dell’iter ci siano approfondimenti, modifiche e proposte migliorative: è esattamente il lavoro che deve fare il Parlamento". Per Cattaneo il rispetto delle opposizioni "è sacro", ma l'esito finale non si discosterà dal copione già visto negli anni precedenti, con l'approvazione a ridosso delle festività natalizie.
Il taglio dell'Irpef
Uno dei nodi politici è quello del taglio dell'Irpef. Forza Italia chiede da tempo di estendere la riduzione dell'aliquota fino ai redditi da 60mila euro, ma nella manovra 2026 il beneficio si ferma a quota 50mila. Una scelta che, secondo Cattaneo, va letta nel quadro complessivo delle ultime quattro finanziarie: "Nelle prime tre ci siamo concentrati sui redditi medio-bassi, stabilizzando il cuneo fiscale con investimenti enormi. Quest'anno abbiamo voluto dare una risposta a una fascia – tra i 35mila e i 50mila euro – che non aveva mai ricevuto nulla". Per il deputato azzurro si tratterebbe insomma di una scelta quasi "etica": "Parliamo di persone che guadagnano 2.400-2.500 euro netti al mese e che qualcuno a sinistra definisce ricche. Non lo sono: sono quelli che hanno sempre mandato avanti il Paese". L'obiettivo, aggiunge, è anche quello di rimettere in moto i consumi, ricordando che "il 70% del gettito Irpef è pagato dal 14% dei contribuenti". L'estensione fino a 60mila euro resta comunque nei piani di Forza Italia: "Nelle prossime manovre o in sede di assestamento saremo i primi a proporla".
"Il Ponte sullo Stretto si può e si deve fare"
Sul fronte infrastrutture, la discussione si accende attorno al Ponte sullo Stretto. Nel maxiemendamento alla manovra il governo ha spostato al 2033 circa 780 milioni di euro, una decisione che per le opposizioni dimostrerebbe le difficoltà finanziarie e progettuali dell'opera. Anche qui Cattaneo respinge la lettura critica: "Il ponte si farà, ed è una priorità politica. Lo spostamento delle risorse è un fatto squisitamente tecnico". Secondo il deputato, i rilievi della Corte dei conti non metterebbero cioè in discussione la fattibilità dell'opera: "Dal punto di vista tecnico non è cambiato nulla: faglie, venti, correnti sono le stesse di allora. Sono cambiati i prezzi, per via dell'inflazione dei materiali, e quindi si procede a un aggiornamento". Il Ponte, insiste, va considerato per quello che è: "Un investimento da 14-15 miliardi spalmato su più anni, in un bilancio statale da circa 900 miliardi. È normale che le risorse seguano l'avanzamento dei lavori".
Per Cattaneo, infine, la contrapposizione sul Ponte resta soprattutto politica: "Da una parte c'è chi vuole fare le opere, dall'altra chi sembra dire sempre no. Ma le infrastrutture sono la precondizione dello sviluppo, e questa è un'opera che si può e si deve fare".