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Manovra 2024

Manovra, ancora un rinvio per Sugar tax e Plastic tax: non entrano in vigore prima di luglio 2024

Niente plastic e Sugar tax dal 1 gennaio prossimo. Se l’iter parlamentare della legge di bilancio confermerà le intenzioni del governo, le due tasse non entreranno in viogre prima di luglio 2024.
A cura di Annalisa Cangemi
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Plastic tax e Sugar tax vengono rinviate ancora. Sia la tassa sui prodotti in plastica monouso sia quella sulle bevande analcoliche zuccherate erano state introdotte nel 2019 dal secondo governo Conte, quello composto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali, ma l'entrata in vigore delle due misure è stata più volte rinviata.

Ora il governo Meloni vuole rimandare di nuovo l’entrata in vigore delle tasse, almeno fino a luglio 2024. Nelle scorse settimane l’idea di rinviare la plastic tax era annunciata dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. "Anche quest’anno abbiamo rinviato una tassa che invece di aiutare l’ambiente avrebbe portato le aziende a chiudere e ridurre la circolarità del loro processo economico", aveva detto il leader della Lega lo scorso 3 ottobre, anticipando l'orientamento dell'esecutivo.

Se l'iter parlamentare della legge di bilancio confermerà le intenzioni del governo, se ne riparlerà non prima di luglio 2024. Sarebbe il sesto slittamento della misura. Il centrodestra è stato sempre contrario ai due balzelli, auspicandone la definitiva cancellazione. Anche se lo scorso anno il governo Meloni si limitò a rinviarne l'entrata in vigore a gennaio 2024 e ora a posticipare le due tasse di sei mesi, vista la coperta corta, che sta portando all'aumento dell'Iva sui prodotti per l'infanzia e l'igiene intima femminile, e delle accise sulle sigarette.

Le entrate ipotizzate per la Plastic e Sugar tax, del resto, non sono di poco conto. In principio fu il governo Conte bis a concepire le due tasse per fare cassa su due prodotti, la plastica monouso le bevande analcoliche zuccherate, dannose per l'ambiente e per la salute. In pratica, 0,45 centesimi di euro per ogni chilogrammo di plastica, e 10 euro per ogni ettolitro di bevanda zuccherata, o 0,25 centesimi per ogni chilogrammo nel caso di preparati da diluire in acqua. Nel 2020, però, con la crisi economica dovuta alla pandemia, fu lo stesso governo giallo-rosso a fare marcia indietro e a decretare i primi rinvii. Poi toccò al governo Draghi rimandare l'entrata in vigore al gennaio 2023 e infine il governo Meloni a intestarsi il quinto slittamento. Ora l'ultimo rinvio di sei mesi.

Secondo le proiezioni del 2019, nel trienno 2020-2023 la Plastic tax avrebbe fruttato oltre un miliardo di euro e la Sugar tax quasi 890 milioni. Il gettito atteso ora, se le due tasse entreranno in vigore a luglio prossimo, è di circa 650 milioni di euro in un anno.

A livello europeo, sono ancora pochi gli Stati ad aver introdotto le due tasse. Sulle bevande zuccherate, la tassa esiste dal 2018 in Irlanda, Francia, Estonia, Norvegia e Regno Unito, con rincari che si aggirano complessivamente tra i venti e i cinquanta centesimi per millilitro, a seconda della quantità di zucchero contenuta. Quanto alla plastica, all'inizio di quest'anno è stata la Spagna il primo Paese Ue ad introdurla, allo scopo di penalizzare l'usa e getta e favorire i materiali riciclati: l'obiettivo è raccogliere 456 milioni di euro in un anno. Nel Regno Unito invece, la Plastic tax esiste dal 2022 ed è applicata ai materiali che contengono meno del 30% di plastica riciclata: 270 milioni di sterline la rendita annuale per lo Stato. Tanto in Spagna quanto nel Regno Unito la tassa ha provocato forti proteste da parte delle industrie produttrici per l'aggravio delle spese, ma i governi mantengono la barra dritta.

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